ISTANTE
C’erano i gelsi e due panchine
tra le carezze di amori senza età
C’era il pudore vicino all’arroganza
con i soffioni nell’aria
C’era il desiderio di essere capiti
chissà per che cosa poi…
C’era l’abbraccio delle amiche
tra l’invidia di specchietti e tacchi verso la sconosciuta che passava
C’erano trascendentali rintocchi
tra folate di magnolie in fiore e ciuffi di verdi petali
E il quadrifoglio che se ne stà lì nascosto
con la Margherita che si erge Signora dei prati
Tutti guardano l’adorato blu
Traboccano stoffe e curve mediterranee
fioccata di distrazioni per tutti i gatti con gli stivali
La Signora in nero non manca nemmeno a Primavera!
E’ un bel periodo
anche se il preciso istante non è mai accettata
VORREI RICEVERE UNA ROSA
Vorrei ricevere una Rosa
Una Rosa da Te
L’ho vista sbocciare e con gli occhi bagnaticci
pensai che non era per me
Lo sguardo volto al suo colore
a quel suo essere lì tra cespugli incolti
tra l’aria e il canto che maggio congiunge tra i passanti
E quell’attimo di frescura immobile e pensoso
verso l’ultima stella del mattino ancora là
Vorrei ricevere una Rosa
Una Rosa da te
e poi passeggiare per ripetuti minuti
nell’agio benefico delle tue mani
MIO ETERNO AVVENIRE
Vorrei vietare alla luce
di affliggermi la derisione del tempo sul volto
Impedire alle ore ogni affronto
A nessun vento di squarciare l’Avvenire Mio eterno
Non punirmi viandante piega
del tuo più severo ornamento d’intaglio
Fà che la tua Deità
posi stelle di virtù sui capricci opachi dei miei lineamenti
che il tempo
rigido limite non mi risparmia
E più di ogni altra cosa che circonda il mio istante
fà che l’amore
che mi rende ai suoi occhi tanto bella
cortesemente
non scorga
l’argento sui miei capelli
E che soltanto l’odore dei Nostri Baci infiammati
Custodisca
Eterna
la delizia che ci lega
MATTINA
La betulla in compagnia di betulle
e i gelsi patriarcali sui sentieri stretti dei prati
La ruota dei colori gira
e la sensazione che tutto è legame
diventa verità del qui e dell’ora
L’albero caduto ancora vibra
C’è un agire pulsionale nell’aria
I gorgheggi delle cicale in tonalità costanti e mai inedite
Il tempo del gioco e dello studio
tra la siccità e nuvole a catenella
Il vagabondo spione fa dell’ombra la sua ombra
E lo sportivo determinato
conta i suoi passi perdendo la saliva
Poi ci sono i cieli…
e i cieli dei cieli in cui i miei pensieri vanno
Mi ricordo di Te
Ricordati di Me
FARFALLE
Vita
che sorreggi questo mio stare
che tra pistilli
farfalle e frutti di mare
delizia verso lo straniero
mi fai giungere inattesa
l’incoscienza desta di un presagio di difficile sospirar l’attesa
Non dico che deve mutare la tormenta
dico che contro vento non so andare
E se al giorno volto le spalle
c’è un Amore più grande
Conosciuto
che è sempre pronto per me a brillare
Tra Lui e te
c’è l’istante
ed è lì ch’io vivo
FILO D’ERBA
Esile bellezza
che tutto sovrasti
china al sole
domini arrendendoti
un soffio a destra
un soffio a sinistra
docile allo stare del dì
Io ti vedo
mentre tutti ti guardano
Su nel cielo le nuvole
Su su le montagne il Sole
Tutto troppo in sù
Una cosa sola Tu Sei Ora qui per me
Ma non so chi sei
Nè chi sono io
Se posata nell’emozione ti allontani
e sfuggi all’esser mio
UN OCCHIATA
Giostre di venti lungo la mia via
con inestricabili accumuli di armonie
e lo sguardo su rose senza una stagione
Qualcuno dice che questi sono i giorni dell’acino d’uva
io vedo sorrisi alterati
e di Amore forse solo qualche sospetto
Se capissi l’Attesa
non avrei la discussione che mi angusta con ingrati riflussi
Se capissi il genio dell’andirivieni della notte
e dello spazio che c’è tra il darsi e il sottrarsi
non avrei un fiato che si oppone
sullo scorrere di tutto ciò che si perde
Se capissi questo istinto
di essere Sole
di essere Luna
di essere Natura
in parte cederei a credere a quella magica Luce di stella
che traccia per me il Nome di Qualcuno
Che poi sia illusione o mia follia
credo basti un’occhiata….
e quell’occhiata a legar un impulso così grande
ad una distanza così a portata di mano
Sì perchè Credo che se goderne l’impulso
cala in me una passione così incosciente
Guai a viverne l’Abbraccio
SI DOVREBBE SPOSTARE LA LUNA
Una nuvola
Un’arpa
e una sottoveste
ma il solo parlarti è il vero Esserci
Vedo il mare
un campanile
contrasti e affinità
La forma di te
accelera la mia attrattiva di donna…
ho detto tutto anche stasera…
Il cielo in alto
e la terra in basso
esprimo uno stato d’animo
un dettaglio di intimità silenziosa
A lume di candela
si propaga la trasparenza di Te
tra le mura di casa
nicchia dove anche la luna si riflette stasera
Desiderarti
non è particolare inutile
..si dovrebbe spostare la luna
ROSA D’INVERNO
Ho guardato per ore e ore la mia Rosa d’inverno
tra i ciuffi di erba secca
l’odore del muschio
e gli orizzonti innevati
la mia Rosa d’inverno volteggiava e di estasi tormentava la mia impotenza
Un estremo silenzio
lo strascico della nebbia
il freddo
e nonostante tutto
pistilli maturi stendevi tra me e te
L’eco dei rumori
il solfeggio degli spostamenti
la certezza del male e del bene
Tutto si ricongiunge
se nel guardarti Mia Rosa di’inverno
indulgente
rinfreschi le mie vulnerabili emozioni
e con il balsamo della tua quiete
trascorri con me il tuo tempo
MAI PIU’ PERDUTA
L’iride di Luna incantata
il richiamo di una voce lontana e forse più di una…
Pensare di essere nel cuore di qualcuno
e non avere la forza di dire eccomi!
Una distanza che unisce più della presenza
Poi la lucidità improvvisa
un sospiro
un sobbalzo
e il desiderio di diventare ombra
Mi emoziona la vita
e la libertà di essere irragiungibile
Il tempo si annoda tra le cose
L’attesa di Te
la meta sospirata
che soltanto nel riconoscerla
l’anima mia bizzarra
sarà nella perfezione per cui è stata creata
E poi la pace
che sei Tu l’Amore
da sempre amata
per sempre riconosciuta
mai più perduta