Pasqualina Marrocco - Poesie

 

Perchè esisti

 

Scesa la notte

grida e rumori

si sono placati.

Com’è gravosa

una intensa giornata!

La routine delle faccende,

le abitudini della vita

fanno spesso dimenticare

il valore immenso

della nostra esistenza.

Come sono belle e

aggraziate le sue manine!

Quanto sono desiderosi

di affetto e dolcezza

i loro sguardi!

Se ami sai anche

perché esisti!


Figli

 

Siete la vita,

la gioia immensa

del creato.

Siete il sangue, le viscere,

gli occhi

della materna essenza.

Siete il dono

più atteso ed elevato

desiderato da una madre.

Ho donato tutta me stessa

gioie e patimenti

con l’auspicio che per voi

il mondo sarà più generoso

ad  accogliere e valorizzare

anche la parte più profonda

del vostro essere voi stessi

lontani dal timore

di non essere accettati e amati.


Ruderi

 

Secolare silenzio

avvolge resti

di una sanguinosa

Guerra.

Dimore squarciate

testimoniano

la tragedia vissuta.

Dai boati strazianti

di angoscia e morte

al paesaggio desolante,

assolato e muto.

Solo il cinguettio d’uccelli,

il fruscio del vento

fra i verdi rampicanti

e gli ostinati arbusti

sono suggello di vita

fra i ruderi rimasti,

utile museo per le generazioni

che non devono dimenticare…


Sassi

 

Sassi levigati

illuminati

ardenti

pungenti

silenziosi.

Sassi inermi

ma ricchi di spiritualità.

Sassi che toccano il cielo

sassi che emanano calore

sassi che raccontano

celestiali eventi.

Sassi assolati

calpestati

bagnati

raccolti

accarezzati.

Sassi che assistono

alla propagazione

della più intensa

energia cosmica,

fonte di vita:

l’AMORE.


Dolceza e amarezza

 

Dolcezza

Amarezza

s’intersecano

s’incontrano,

si dividono

si allontanano

nei poli estremi

come due stormi di uccelli

che vagano nel cielo

formando

strambi disegni

ed evoluzioni.

 

Dolcezza  

Amarezza

si alternano

si contendono

la supremazia

del cuore,

dell’anima

come l’avvicendarsi

di due musicalità

dalle melodie

dolci e aspre

utili all’abbandono.


Vite spezzate…per non dimenticare

 

Mani protese verso un futuro ignoto

per sfuggire alla fame, alla paura

al disperato mondo noto.

 

Mani supplicanti

che chiedono aiuto per scampare

alle guerre devastanti.

 

Mani che stringono per l’ultimo saluto

con l’auspicio di trovare

vite migliori.

 

Mani che si dimenano

con le braccia distese al cielo

per mendicare l’estremo soccorso

di esistenze spezzate.

 

Mani che si aggrappano

nell’angoscioso tentativo

di portare in salvo

l’esile vita rimasta.

 

Mani che affondano e scompaiono

nelle quiete e nitide acque,

di corpi arresi ed inermi

dai neri e vitrei occhi sbarrati.

 

Corpi irrigiditi, stremati,

eroicamente soccorsi e recuperati

per slancio umanitario

nell’impotenza umana di un’assurda

epocale tragedia esistenziale.

 

Un mondo fondato sul rispetto

dei diritti umani e della vita,

sul reciproco rispetto delle culture,

sull’accoglienza e sulla solidarietà,

potrà asciugare quelle copiose lacrime

dolorosamente versate dai superstiti

e da coloro che, accorsi o profondamente colpiti,

non potranno mai dimenticare…                          


Odorosi ricordi

 

Due rami feriti

spezzati

nella propria dimora

portati

per ricordar

innocenti tempi

andati.

Fragranza di vita

trascorsa

nel dolce rimembrar

invita:

immagini di colorata

e odorosa via,

schiamazzi infantili

e spensierate corse

per acciuffar e disperdere

nell’aria

profumati petali di rose

e odorosi fiocchi di sole

per adornare

vicoli e aiuole.


Passeggiata mattutina

 

Profumo di resina

e di pinoli espulsi

dalle pigne scaraventate

a terra dal vento;

letto di aghi secchi

sul terreno scosceso

coperta e riparo degli insetti

e dell’umida terra;

scalpiccio prudente e cadenzato

sui secchi aghi scivolosi

con la marina brezza mattutina

che accarezza dolcemente la pelle;

sguardo rilassato che si distende

verso la valle fino al mare

per cogliere ogni elemento naturale

da apprezzare e imprimere nella mente.

 

Emozioni, sensazioni sgorgano

come improvvisa fonte dalla roccia

e riaffiorano nella passeggiata mattutina

antiche infantili rimembranze:

ricordi di ingenui passatempi

creativi e ludici con i verdi aghi

per costruire anelli, collane, bracciali

ornamento degli agili, esili

e acerbi corpi fanciulleschi.


Amato Colle

 

Scalinata suadente

suggello di pace fra popoli

mena dolcemente

verso la sublime sommità

dell’amato Colle.

Puoi mirar l’antico paesaggio

chieder spirituale affidamento

nel silente e profondo raccoglimento

sotto il celestiale sguardo

di Colei che ci protegge

con amore materno.

Ti predisponi a cogliere l’immenso,

l’alterità, unico scopo della vita.


 

Come un tempo

 

Osservo la veduta dalla finestra

per ritrovare segni di vita

fra le verdi piante secolari

e l’ingiallito strame

della collina posta

a guardia e protezione

del nativo paese.

Gli alberi come pennacchi sulla cima

sembrano toccare l’azzurro

e limpido cielo mentre

i contorti e vetusti ulivi

abbandonati e disposti

a file ordinate fino a valle

paiono supplicare di essere

curati e coltivati

come un tempo.

Più non si odono i rumori

di seghe, zappe, falci

con le voci dei contadini

intenti a potare,

a togliere le erbacce

per lavorare faticosamente

la sassosa terra.

Più non si odono gli echi

ed i tradizionali canti

che accompagnavano con ritmo

i gravosi gesti per alleviare

gli sforzi del faticoso lavoro.

Più non si odono il raglio e lo scalpitio

dei tolleranti e rassegnati  muli e somari

che s’inerpicavano e discendevano

la collina con le loro pesanti some

costretti ad assecondare

l’umano volere.

Si odono i cinguettii

ed il fruscio del vento

fra i rami delle piante

divenute boscaglia inaccessibile,

lo scampanellio dei sonagli

di pecore che come macchie bianche

si muovono e ricoprono a pezzi

la collina in cerca di

fresca erba da brucare.