Perchè esisti
Scesa la notte
grida e rumori
si sono placati.
Com’è gravosa
una intensa giornata!
La routine delle faccende,
le abitudini della vita
fanno spesso dimenticare
il valore immenso
della nostra esistenza.
Come sono belle e
aggraziate le sue manine!
Quanto sono desiderosi
di affetto e dolcezza
i loro sguardi!
Se ami sai anche
perché esisti!
Figli
Siete la vita,
la gioia immensa
del creato.
Siete il sangue, le viscere,
gli occhi
della materna essenza.
Siete il dono
più atteso ed elevato
desiderato da una madre.
Ho donato tutta me stessa
gioie e patimenti
con l’auspicio che per voi
il mondo sarà più generoso
ad accogliere e valorizzare
anche la parte più profonda
del vostro essere voi stessi
lontani dal timore
di non essere accettati e amati.
Ruderi
Secolare silenzio
avvolge resti
di una sanguinosa
Guerra.
Dimore squarciate
testimoniano
la tragedia vissuta.
Dai boati strazianti
di angoscia e morte
al paesaggio desolante,
assolato e muto.
Solo il cinguettio d’uccelli,
il fruscio del vento
fra i verdi rampicanti
e gli ostinati arbusti
sono suggello di vita
fra i ruderi rimasti,
utile museo per le generazioni
che non devono dimenticare…
Sassi
Sassi levigati
illuminati
ardenti
pungenti
silenziosi.
Sassi inermi
ma ricchi di spiritualità.
Sassi che toccano il cielo
sassi che emanano calore
sassi che raccontano
celestiali eventi.
Sassi assolati
calpestati
bagnati
raccolti
accarezzati.
Sassi che assistono
alla propagazione
della più intensa
energia cosmica,
fonte di vita:
l’AMORE.
Dolceza e amarezza
Dolcezza
Amarezza
s’intersecano
s’incontrano,
si dividono
si allontanano
nei poli estremi
come due stormi di uccelli
che vagano nel cielo
formando
strambi disegni
ed evoluzioni.
Dolcezza
Amarezza
si alternano
si contendono
la supremazia
del cuore,
dell’anima
come l’avvicendarsi
di due musicalità
dalle melodie
dolci e aspre
utili all’abbandono.
Vite spezzate…per non dimenticare
Mani protese verso un futuro ignoto
per sfuggire alla fame, alla paura
al disperato mondo noto.
Mani supplicanti
che chiedono aiuto per scampare
alle guerre devastanti.
Mani che stringono per l’ultimo saluto
con l’auspicio di trovare
vite migliori.
Mani che si dimenano
con le braccia distese al cielo
per mendicare l’estremo soccorso
di esistenze spezzate.
Mani che si aggrappano
nell’angoscioso tentativo
di portare in salvo
l’esile vita rimasta.
Mani che affondano e scompaiono
nelle quiete e nitide acque,
di corpi arresi ed inermi
dai neri e vitrei occhi sbarrati.
Corpi irrigiditi, stremati,
eroicamente soccorsi e recuperati
per slancio umanitario
nell’impotenza umana di un’assurda
epocale tragedia esistenziale.
Un mondo fondato sul rispetto
dei diritti umani e della vita,
sul reciproco rispetto delle culture,
sull’accoglienza e sulla solidarietà,
potrà asciugare quelle copiose lacrime
dolorosamente versate dai superstiti
e da coloro che, accorsi o profondamente colpiti,
non potranno mai dimenticare…
Odorosi ricordi
Due rami feriti
spezzati
nella propria dimora
portati
per ricordar
innocenti tempi
andati.
Fragranza di vita
trascorsa
nel dolce rimembrar
invita:
immagini di colorata
e odorosa via,
schiamazzi infantili
e spensierate corse
per acciuffar e disperdere
nell’aria
profumati petali di rose
e odorosi fiocchi di sole
per adornare
vicoli e aiuole.
Passeggiata mattutina
Profumo di resina
e di pinoli espulsi
dalle pigne scaraventate
a terra dal vento;
letto di aghi secchi
sul terreno scosceso
coperta e riparo degli insetti
e dell’umida terra;
scalpiccio prudente e cadenzato
sui secchi aghi scivolosi
con la marina brezza mattutina
che accarezza dolcemente la pelle;
sguardo rilassato che si distende
verso la valle fino al mare
per cogliere ogni elemento naturale
da apprezzare e imprimere nella mente.
Emozioni, sensazioni sgorgano
come improvvisa fonte dalla roccia
e riaffiorano nella passeggiata mattutina
antiche infantili rimembranze:
ricordi di ingenui passatempi
creativi e ludici con i verdi aghi
per costruire anelli, collane, bracciali
ornamento degli agili, esili
e acerbi corpi fanciulleschi.
Amato Colle
Scalinata suadente
suggello di pace fra popoli
mena dolcemente
verso la sublime sommità
dell’amato Colle.
Puoi mirar l’antico paesaggio
chieder spirituale affidamento
nel silente e profondo raccoglimento
sotto il celestiale sguardo
di Colei che ci protegge
con amore materno.
Ti predisponi a cogliere l’immenso,
l’alterità, unico scopo della vita.
Come un tempo
Osservo la veduta dalla finestra
per ritrovare segni di vita
fra le verdi piante secolari
e l’ingiallito strame
della collina posta
a guardia e protezione
del nativo paese.
Gli alberi come pennacchi sulla cima
sembrano toccare l’azzurro
e limpido cielo mentre
i contorti e vetusti ulivi
abbandonati e disposti
a file ordinate fino a valle
paiono supplicare di essere
curati e coltivati
come un tempo.
Più non si odono i rumori
di seghe, zappe, falci
con le voci dei contadini
intenti a potare,
a togliere le erbacce
per lavorare faticosamente
la sassosa terra.
Più non si odono gli echi
ed i tradizionali canti
che accompagnavano con ritmo
i gravosi gesti per alleviare
gli sforzi del faticoso lavoro.
Più non si odono il raglio e lo scalpitio
dei tolleranti e rassegnati muli e somari
che s’inerpicavano e discendevano
la collina con le loro pesanti some
costretti ad assecondare
l’umano volere.
Si odono i cinguettii
ed il fruscio del vento
fra i rami delle piante
divenute boscaglia inaccessibile,
lo scampanellio dei sonagli
di pecore che come macchie bianche
si muovono e ricoprono a pezzi
la collina in cerca di
fresca erba da brucare.