Patrizia Pierandrei - Poesie

Nascondigli

Quando il freddo ci punge nelle ossa,
siamo in cerca di un posto per proteggere
la nostra pelle dalle insidie delle sferzate,
che non ci danno tregua,
per il vento, che ha una vittoria da mostrare.
Nella nostra superba ignoranza si cela
l’ingegno di avere la nostra isola di salvezza
sulla quale ci possiamo riparare,
per trovare la nostra via di agiatezza.
Se la paura di non saper sopravvivere
alle brutte intemperie del tempo,
ci porta ad indossare un altro indumento,
per poterci coprire senza far vedere
la vera identità da ostentare,
si nasconde il volto dallo spavento di capire,
che il male si deve esibire.
Dietro il velo della falsità si scopre la faccia,
che non ha una chiara figura,
ma solo una grigia forma da chiusura,
che non lascia segno per nessuno,
ma si trasforma in un lamento
senza voglia di alcun commento.
 


 

Colori autunnali

E’ l’autunno la stagione dei colori,
che ci danno la gioia nei cuori,
da accendere la voglia di far l’amore
nelle tane dei nostri sacri altari.
Non si possono descrivere i sentimenti,
quando tra i prati coperti di foglie camminiamo
e tante forti emozioni proviamo,
da farci nascere la commozione
di meraviglia e vera adorazione.
Sotto gli alberi, che stanno spogliandosi
del loro manto estivo,
scopriamo il cielo azzurro chiaro,
che fa passare lente nuvole spostate dal vento,
come un carro, che dà il cambiamento.
Svolazzando tra le poche chiome,
gli uccelli cercano un riparo dal freddo,
che li farà nascondere tra le coltri della terra
in attesa di una nuova calda primavera.
Il silenzio regna nella pace e nella speranza,
che si apra di nuovo una vita di accoglienza,
per ricominciare a trovare
una fresca e avventurosa strada per camminare

 


 

Il riccio della castagna

Dentro il riccio si protegge la castagna bene chiusa
e stretta insieme come da un lucchetto,
che si deve forte staccare,
per poter la sua natura mostrare.
Con le spine fine ed aguzze si difende
dalle mani, che con invidia la pretende
e vorrebbero agguantarla con il desiderio
di averla come un piccolo tesoro.
Con la buccia dura e liscia è difficile da mangiare,
se non si sa ben bene tagliare
e sul fuoco scoppiettante far arrostire
fino a quando si apre da poter scoppiettare.
Dentro è anche buona , dolce e saporita,
ma a volte viene da pochi digerita,
perché la sua polpa è abbastanza appesantita
e diventa secca se non è ben inzuppata.
Dentro il riccio si riposa tranquilla,
e il suo frutto è da raccogliere con attenzione,
per la sua speciale protezione,
che la mette nei boschi riservata
e la tiene in autunno maturata.
Dalla sua farina si preparano dolci speciali,
che danno al gusto raffinato
un piacere unico e prelibato,
da far nascere la voglia di trovare
una cucina, che sia buona da presentare.

 


 

La melagrana

Dura si mostra all’esterno con la sua buccia,
che la protegge come una corteccia,
per difendersi dagli assalitori,
che la vorrebbero cogliere con violenza.
Così si protegge dalla prepotenza
e da ogni forma di arroganza,
perché dentro contiene il suo tesoro
di chicchi rossi e preziosi,
che sono saporiti e succosi.
Come il corallo rosso e purpureo
sono i suoi grani dentro i tasselli,
che li tengono ben stretti,
da serrarli come in uno scrigno.
Hanno i valori della purezza,
che non si apre con una carezza,
ma hanno bisogno di un forte coltello,
che sappia incidere la sua buccia.
Non tutti hanno la forza di apprezzarla,
perché il suo gusto è piccante,
ma è ricca di vitamine,
che ci danno succo denso e nutriente.
Sembra regale con la sua corona in testa,
che la fa diventare la regina,
per la sua forma schiacciata viene considerata
la padrona di tutta la frutta autunnale
e si offre in occasioni speciali,
per chi ha il piacere di stare con i commensali.


 

Foglie al vento

Volano le foglie in terra soffiate dal vento,
che le spinge dolcemente con un soffio leggero,
mentre il freddo le fa appassire
ed il sole tiepido le fa rabbrividire.
Strusciano i piedi sulle foglie,
mentre cammino su di esse
e mi sembra di calpestare le mie voglie,
che sono cadute come tante di loro,
per aver dimenticato la propria vita.
Sento passare la stagione del calore,
che mi ha fatto arrossire la pelle,
mentre ora ritorna pallida e chiara
come la luna, che scende presto alla sera.
Piangono gli alberi per il grigio cielo,
che li ricopre di tristezza,
mentre si abbassano le nebbie fumose
sulle chiome, che si stanno appassendo.
Le foglie indicano la stagione della caduta,
per la natura c’è solo la speranza
di rivedere il nuovo risveglio,
che faccia rinascere con buon consiglio
la vita, che ci teniamo in grembo.


 

Parole chiave

Ci sono tante parole nelle nostre frasi,
che compongono un testo,
sia in versi che in prosa,
fanno per noi una melodia,
che alla lingua grazia e dolcezza intona
e come chiavi ci aprono la mente.
La parola non è una bugia,
che si dice per scortesia,
ma una forma da rispettare
come il codice della polizia,
che ci indica la dritta via.
Siamo degni di menzione,
se il significato del nostro nome
conosciamo alla perfezione
e gli diamo il senso della direzione
mettendolo nella giusta posizione
con attenta e sapiente discrezione.
Se da sola viene usata,
spesso viene dimenticata
e si trova dispersa per le strade,
senza trovare la sua compagnia,
che un appoggio sano le dia.
Quando viene insieme accoppiata,
certo dà una vera vena da scaricare,
che ci fa il cuore allargare
e la mente dalla gioia rallegrare.
Quindi siamo pronti a cercare
con la mano e con il cuore le parole,
che ci sappiano affezionare
alle numerose emozioni da provare.

 


 

 

INCONTRI

 

La vita è fatta d’incontri,

che ci aiutano a superare

le difficili prove del cammino,

che dobbiamo avviare,

per arrivare alla meta sognata.

Le occasioni per conoscersi sono necessarie,

per aprire i nuovi sentieri

e giungere a relazioni durature,

che siano la chiave della speranza

per una nuova alleanza.

Per la strada si possono trovare

le persone care da rispettare,

perché il mondo, che forse ci ha allontanato,

poi di nuovo ci ha avvicinato.

Aspettando con pazienza ci vedremo

in un luogo terreno,

per poterci riabbracciare

e per sempre innamorare.

Siamo polvere sparsa al vento,

se non abbiamo il vero amico,

che ci consola in un momento

della perdita del distaccamento. 

Se ci veniamo incontro con passione,

ci sarà gioia a profusione,

tanto da regalarci un affetto così grande,

che potrà rimanere nell’intimo cuore,

da farci vincere la nostra  missione.


SOSPIRI

 

Nella notte scura di pensieri

si alza l’anima con sospiri,

che ci risvegliano i sentimenti

con la forza degli ardimenti

e l’angoscia dei desideri,

che non si sono spersi nei solitari sentieri.

Ci appaiono le scene delle passeggiate,

che facevamo per i prati verdi

ed aspettiamo con speranza,

che la vita vinca il male

di questa strana circostanza.

La fantasia ci porta con le sue ali

a rivedere le nostre abitudini,

per ripensare a quello che sarà domani,

se non potremo più rivederci

e un nuovo futuro costruirci.

Volando salgono i sospiri

nelle nuvole del cielo fino al celeste sito,

dove si ascoltano i bisogni,

per soddisfarci  con beati segni.

Se siamo buoni a rispettare le regole

delle maniere con fare piacevole,

saremo certo premiati in modo gradevole

ed avremo una condotta agevole,

che ci darà un premio lodevole

per la rivincita di una scalata perfetta.

La notte passa più velocemente,

sospirando teneramente,

fino a che il mattino arrivi

e di buona luce ci illumini.


CONNESSIONI

 

Tra le tante vie di connessione

ci sono i mezzi di trasmissione,

che sono sicuramente potenti,

ma lasciano alcuni in aree pendenti.

La connessione più veloce è quella,

che si sente alla diretta presa

di una persona da tanto attesa,

che spera di rivederci,

per poter strettamente toccare

la mano, che ci fa riscaldare

con un cordiale saluto da imprimere

nella palma un segno di vita eterno.

Non solo voci eterei sono i sentimenti,

ma veri e duraturi accenti,

che legano con sincerità

una cinta intorno alla vita,

che si attorciglia sorprendente

fino alla nostra mente.

Connessi così tanto forte,

da aprire tutte le porte,

sfondando muri e pareti

di ogni tipo di segreti,

saremo la via di partenza per la meta,

che ci fa guadagnare la salvezza.

Saranno i legami della storia,

che sapranno unirci per la gloria,

congiungendo i nostri cuori

e realizzando i nostri pensieri,

ci toglieranno tutti i dolori,

che avevamo nei disgiunti cuori.


 

LACRIME

 

Scendono tra le palpebre  socchiuse

le lacrime per amore concluse,

mentre lui mi pensa desideroso

di possedermi  nel seno orgoglioso.

Rigano solchi di felicità

come perle di gioia

sulla mia faccia bagnata,

dalla fronte sudata

fino alla bocca appassionata.

Sfoghi di vita assorbita

dalla sostanza  assimilata

con la sua forza incoraggiata,

mi sento nel  corpo in pieno toccata.

Spinta violenta ed assaporata,

vengo dal suo fluido inalato,

dal suo alito penetrata,

che mi annebbia  lo sguardo

e mi assale  nelle narici

con un unico afflato.

Lava il mio pianto la mia anima,

che si solleva nel firmamento

e si compie in un momento

la rinascita dell’attimo,

che riscatta la personalità

nella mia vera identità.

 


SODDISFAZIONI

 

Nella vita ci sono posche soddisfazioni,

perché si deve fare tante azioni,

che non vengono riconosciute

dai prossimi nelle situazioni

provate con scarse  consolazioni.

Si tenta spesso con l’intenzione

di arrivare alle conclusioni,

invece non ci si presenta

la via per la dritta destinazione

finendo con una interruzione.

Le difficoltà ci fermano in un paradosso

senza avere una soluzione,

per ricondurci alla meta

della nostra prima ispirazione.

Versando il nostro lamento

sugli altri con sgomento,

ci manca il coraggio 

di proseguire nel giusto raggio,

che ci dia l’illuminazione

togliendoci  l’insoddisfazione,

che ci lascia  nel vuoto

di un oscuro  tunnel,

da cui non si può uscire,

senza alcun benedire.

 


 

ESCLUSIONI

 

Il modo di esistere per chi non ha vedute,

che sappiano  capire le diversità,

è il danno che ci reca all’esclusione

di tante  vite nella sua identità.

La cecità degli occhi occlusi

dalla superstizione di individui,

che non capiscono la realtà

di quelli, che si mostrano nella quotidianità 

come naturali esseri viventi,

che vengono nascosti  dalla loro incapacità

di osservare con cosciente oculatezza.

Gli esclusi della nostra società 

sono  il marchio di una sordità,

di chi non ha orecchie per ascoltare

coloro che non sanno mentire,

ma vogliono onestamente dire.

Rimangono alla deriva degli eletti,

che si credono di essere protetti,

aspettando la soluzione dei detti

per venire nel centro inseriti.

Esclusi sono anche questi dai precetti,

che valgono sopra  le semplici parole,

perdendo il senso del testimone,

si chiudono negli scuri portoni

i versi di insensati cialtroni.


FOGLIE   CADUTE

 

Siamo  come le foglie cadute,

che  non  sanno  prendere il  volo

e  scendono giù a terra

nell’attesa  della  eterna  consumazione.

Come  le  bugie le foglie  si  macerano

e si decompongono  in  minuscoli  organismi,  

che   si trasformano in  letame  per  concimare

la  nostra  pigrizia  d’indifferente  indugiare.

Inutile  è  ripetere  i soliti  ritornelli  stonati,

che  non  suonano  e non  battono i ritmi,

ma  scendono  nelle  consuete  sciocchezze

di  chi  non ha  voglia  di prendere  un  posto.

Le  parole,  che  non  danno  la  verità,

finiranno  nell’immondizia delle  carte  riciclate

e  verranno  all’estinzione  destinate.

L’indugio  alla  scelta e all’accettazione  di ogni responsabilità

reca  ad  una  fermata della  nostra  strada,

da  cui  è difficile  ripartire

e  ritornare  alla  giusta  posizione.

La  caduta  delle  idee  di  chi  non  vuol credere,

giunge  ad una irreversibile  decadimento,

fino  alla  cessazione  dell’esistenza.

Come  foglie cadute  i  nostri corpi,

privi  di  sentimento vitale,

periranno  senza  alcuna  rinascita

e  andranno  nell’aldilà   in  eterno.


 

L’AUTUNNO  DELLA  VITA

 

Alla  fine  del  nostro  giovane  cammino

le  membra stanche  cedono agli sforzi

e si adagiano  lentamente  al riposo.

Come gli alberi  sentono  il  tempo  incerto,

aspettando  il  calar  del  sole  

nelle  giornate, che si accorciano

e  inevitabilmente  si  scuriscono,

riempendo di  ombre i nostri  ricordi.

Come  la  nostra  vita  arrivata  alla  sua  meta,

dopo  un lungo  periodo di  lavoro,

la  natura  si  sente avvolta  dal  silenzio

e  ingrigisce, perdendo la sua  fioritura.

Le  nebbie  della  nostalgia del  bel tempo  passato

velano  i cieli sui  nostri  volti  sbiaditi,

languendoci  nella  speranza  di  riprendere

i  bei  momenti di  felicità.

Nulla  può  fermare il  nostro ciclo vitale,

non  si  può  tornare  indietro nella nostra giovinezza.

Certo  questo  ci  reca  molta  tristezza,

ma  è  inutile  piangere  sull’inesorabile  susseguirsi

di  naturali  avvicendamenti!

La  ruota  non  ha  fine,

ma  gira  continuamente come la terra:

mentre si  muore  si rigenera

in  infinito ripetersi  nell’universo.

Nel  riposo  c’è  la ripresa  per  un  mondo  migliore,

che  aprirà  le porte  ad un  sentiero

di  sana  verità  sulla  fede.


 

 

SILENZIO  MISTERIOSO

 

Ci guardiamo  fisso negli occhi,

non abbiamo parole  da  dirci,

basta  il pensiero, che ci attira per  ammirarci

in  un  estasi  incantati  ad  osservare

i nostri   volti, che  si riflettono

in  uno specchio  di  meditazione.

Le  nostre  labbra non si  muovono,

mentre  è  il  cuore, che sussurra dolcemente,

battendo  i ritmi  di una  melodia  desiderosa,

all’anima  contagiosa.

Nelle  nostre  orecchie  arriva  un  bisbiglio  lento,

che  mi  fa udire  il tuo  petto  pulsante  d’amore,

fino  ad  infiltrare  il tuo respiro  affannoso

nel  mio  seno  rimbalzando  in  gola

la  saliva, che  mi inumidisce  la  lingua.

Il  tuo  alito  mi  fa  annusare  il  tuo odore

fin  dentro  le  narici,

facendomi  girare  le pupille,

che  si chiudono  sotto  le  palpebre.

Poi  un  unico  dialogo  di  baci  e carezze,

susseguendosi  senza  stancarci!

La  musica  ci  inebria  di  gioia e  piaceri,

spronando il  corpo  ad  unirci in un amplesso,

che  ci  fonde  nella  pulsazione  veloce

e  ci  fa  riscaldare  come  in  una  scalata,

per  raggiungere  la  cima desiderata.


 

 

IL  CICLO  DELL’ACQUA

 

Sotto  la pioggia  il  terreno si rinfresca,

assorbendo  le gocce, che  penetrano  tra le crepe

della  pelle  seccata  al sole,

diventando  molle  e  soffice.

Dal  terreno  le  radici  delle  piante  succhiano

l’acqua  e crescendo si allungano,

per  reggersi  meglio  sull’alto fusto,

dando  vita ad  un  albero più robusto.

Dalla  fonte  possiamo  dissetarci,

bevendo  l’acqua pura che sgorga chiara,

purificando  il nostro  organismo

e  abbellendo  la  nostra corporatura,

acquistando  una figura  snella e  tonda,

composta con forma lineare  e di alta statura.

L’acqua  è  il bene supremo,

che  non  viene  mai  sprecato,

dai  fiumi  scende fino  al mare,

per  riempire  gli  oceani  immensi,

ma  non  si  disperde  in vani  luoghi,

ma  ritorna  in  alto  evaporando,

fino  al  cielo  nuvole  diventando.

Dalla  nostra  pelle  si eleva  il  vapore,

che  si  dissolve  dal sudore,

disperdendo  in  miriadi  di  microscopiche   particelle,

l’essenza  della  nostra  vita,

che  sul  l’altrui  corpo  discende

e  in  energia  si trasforma.

Sulle  nuvole  si  condensa la  sostanza  invisibile

della  nostra  interiore  consistenza,

bagnata  dal  perpetuo  ciclo dell’acqua,

che  ci  ripete  il  rito  sacro della vita  benedetta.


 

 

MEDITAZIONE

 

La  vita  ci  fa  correre troppo,

subendo  degli  sbalzi  violenti,

il  corpo  si  stanca  sotto  gli incidenti

e  la  mente  cade  nel  male oscuro

di  un  giorno  passato  in  modo  duro.

Bisogna  fermarsi  per fare  la riflessione

e  dedicarsi  alla  meditazione,

che  toglie  la  paura  e l’ansietà

di  una  vita  trascorsa  senza  libertà.

Le  sofferenze  patite  per  le  perdite subite

sono  la  causa  d’invecchiamento,

per  colpa  del  vecchio  tradimento.

Sopportare  tutto  ciò  in  silenzio

non  è  certo  un  bel  divertimento,

nella  solitudine  si può  pensare

un  nuovo  modo  per  affrontare

le  dispersioni  e  le  ingiustizie

di  un  fratello  Giuda  con  pregiudizi.

La  mente  ricicla  i  ricordi,

per  riempirci  il  cuore  di  affanni,

portandoci  mille  malanni,

senza  mai  trovare  rimedi  ai  nostri  danni.

La  calma  e la  pazienza  si  può  raggiungere,

se  siamo  in  relazione  con  noi  stessi,

diventando  veri  testimoni  professi.

Di  fronte  al mondo  possiamo  riscattare

la  nostra  anima,  che  si  può  salvare

dalle  calunnie  dell’inumano errare.

Si  può  vincere  l’esistenza  con  la  costanza

di  credere in  una  eterna  sostanza.  


 

 

COME  L’AGNELLO

 

Sulla  croce  dei  suoi  persecutori

Gesù  Cristo è stato immolato,

perché in  Lui  non  hanno  creduto

e  in  falso  lo  hanno  scambiato.

La  sua  vita  non viene  perduta,

con  il  volto di un  agnello  sgozzato,

si  riflette  il  suo sguardo  agognante

nelle  colpe  di  un  venditore ambulante.

Su  di  Lui  hanno  fatto  condanne

del  meschino, che  si  nasconde codardo,

fino  a  quando  la  legge  non  sorga

a  punire  quel  vile  inganno.

Da  millenni  la  porta  non  si  apre,

per  colui  che  non  ha fede,

mentre  nel  buio si  rimangia

la  parola  della  sua  ingannevole  bugia.

Non  c’è  vita  né  speranza,

per  chi  non vede e  tace

nell’ombra  di  una  incredula  stanza,

dove  non  si riposa  in  pace.

Su  di  quello  cadranno  le  colpe

della  sua  testarda  ingiustizia,

senza  avere  né punizione né  pentimento,

finiranno  le  sue  membra  nella  tomba senza  sentimento.

L’agnello  si eleverà  in  cielo,

per  mostrare  a  tutti  il  suo  vero,

esaltando  la  sua  memoria,

perché  annuncerà  la  sua  vittoria.


 

 

LA  NEVE

 

Con  l’inverno  cadrà  la  neve

ed  avremo  fame  e freddo,

ma  se  noi  avremo   fede,

non  patiremo  nessun  dolore,

per  la  vita  del nostro  amore.

Su  di  noi  la  neve  si  scioglierà,

quando  insieme  ci  troverà,

per  scaldarci  nel  nostro  nido,

dove  nasce  l’emozione col  calore

di  un  affetto  sicuro  e di  cuore.

Fra  di  noi  il  gelo ci separerà,

ma  la  forza  del  sentimento

ci  darà  ancora  il  movimento,

per   rompere  il  duro  strato

di  un  giorno  disgraziato.

Attaccati  l’uno  all’altro,

come  l’edera  al  suo  alto  fusto,

cresceremo  sempre  più  robusti,

generando  altri  forti  arbusti.

Scalderemo  i  nostri prossimi

con  il  fuoco  della  costanza,

per   aprire  i  loro  animi

alla  vita  fin  nei  minimi  attimi.

Nella  nostra  comunità  l’inverno  non ci sarà,

ma  l’estate  al  sole  lucente in eterno  regnerà.


 

GRANDINE

 

Dense  nubi  oscurano il cielo,

s’intravede  appena  il  sereno,

che  scompare  sotto  il  bluastro

di  nuvoloni  carichi  d’acqua.

Lampi  e tuoni  si  arroventano,

scrosci e  fulmini  si  rovesciano

sulla  terra  arida e  assolata,

come da  un  strega incantata.

Scende  giù  furibonda

con  violenza  la  grandinata,

spargendo  sopra  il  verde  giardino

un  denso  strato  di  gelo  fino.

Si  rapprendono  le  foglie,

si  ritirano  i fiori,

si  restringono  i  cuori,

rabbrividiscono  gli  umori.

Sbattono  e  oscillano i  rami,

fuggono  via  gli  uccelli,

non  c’è  scampo  di  salvezza,

sono ormai  succubi  della  sveltezza

di  quell’orribile  destrezza.

Picchiano  sui vetri  come  sassi,

i  granuli  di  gelo  incrinano  le  finestre  maledette

dei  tiranni  condannati  a dover  subire  le  vendette.

Tutto  tace  nella  corrente del  flusso magnetico,

costretti  a  lasciare  il  luogo  contaminato,

se  ne vanno  via come  l’acqua  del  fossato.


 

RIPRESA

 

Dopo  il  dissesto  dell’uragano

la  quiete   ritorna  nell’ambiente,

cercando  di  riprendere il  rimanente,

salvando  l’anima  e  la  mente.

Dai  rami  rotti  e  pendenti,

caduti  sopra  ai  poveri  indigenti,

si  tolgono   via  i  pezzi  rimasti,

liberando  la  via  dagli  intralci

per i  poveri  miseri  derelitti.

Con  il  coraggio  della  fede

e  l’aiuto  del  Signore,

si  ha la  forza  per  allenarsi

e  la difficoltà  può  essere  superata.

Dalla  brutta  vicenda  passata  

si  può  una  nuova  speranza  avere

e  un  nuovo  cammino  raggiungere,

salendo  sulla  scala  dei  valori

e  conquistando  nuovi  onori.

Il  brutto  tempo  deve  essere  dominato,

con  saggezza  deve  essere  controllato,

per  arrivare  a prevenire

il  peggio  che  sarà  ad  avvenire.


 

ATTESA

 

Nella  vita  c’è  sempre  una  lunga  attesa,

con  il  desiderio di  un  buona  ripresa,

per  intraprendere  un  viaggio,

che  ci  porti  in  posto  senza  miraggio.

Durante  l’attesa  si  pensa  e si ripassano

i  ricordi delle  stagioni  trascorse,

a giocare  spensieratamente

per  divertirci  allegramente.

Adesso  che l’età  della  giovinezza è  finita,

ci  rimane  di  attendere  il  limitare

del  nostro ormai  consueto  sognare.

Ritornano  dall’inconscio  soppresso

i  sentimenti  di  un  destino  represso,

che  ancora  persiste  nell’umana  volontà

di  rinverdire  la  gioia  e la libertà

di  incontrarci  come  allora vicini,

come  una  volta  da  vecchi  amici.

Per  questa  attesa soggiogata dalla  noia,

si  può  già  prevedere  il  futuro

e  ci  si può  preparare ad un  incontro più  maturo,

che  si  potrà  realizzare in  un  porto sicuro.

Con  l’attesa  di  un  mondo  migliore

si  può  arrivare  ad  uno  punto  maggiore,

concludendo  nel  traguardo dell’amore.

PATRIZIA   PIERANDREI  


 

CON GLI OCCHI DEI BAMBINI

 

Con gli occhi dei bambini si può vedere

tutto il mondo,

come un grande girotondo,

che si abbraccia intorno

ad un albero gigante,

che si attacca alla terra,

con una brillante stella

alla sua chimera.

Nel viso dei bambini si scopre

la bellezza della natura,

che crea senza paura

la vita in silenzio,

anche se c’è il vizio.

Nelle mani dei bambini c’è

tutto il tesoro,

che vale più dell’oro,

quando ci donano il gesto

dell’abbraccio cordiale

e ci toglie ogni segno mortale.

Dentro il cuore dei bambini

cresce il seme dell’amore,

come una grande speranza

di un futuro migliore.

Per la vita dei bambini conosciamo

immense terre nascoste,

con la speranza di essere scoperte

vivendola per la loro forza di capire.


ANGELI NEL CIELO

 

Nel cielo celestiale dimorano

nella pace eterea

il gruppo dei nostri figli,

che stanno a guardare

il nostro consueto travagliare.

Si sentono bisbigliare tra le nuvole

dolci e gentili parole,

per invitarci ad ascoltare

la nostra voce del cuore.

Ci consigliano cosa fare

nei momenti difficili,

per trovare soluzioni semplici.

Ci invitano a perdonare

chi ci ha ferito nel cuore

e ci danno dolore,

per attendere con pazienza

l’arrivo di una lauta ricompensa.

Ci guidano per la giusta via

e ci aiutano a continuare

nel nostro desiderio di amare,

con il senso di dare la vita

per il bene di tutti.


 

STELLE FILANTI

 

Nel cielo scuro si accendono

mille stelle che brillano

e i nostri sogni illuminano,

guidando i pensieri nell’infinito,

dove non si contano le distanze

e non appaiono le lontananze.

La stella più brillante ha le punte

aguzze come aghi,

che spiccano nei miei occhi

la luce di un segno distante,

ma sempre in me presente.

La stella più piccina è la più lontana,

ma è la più cara,

perché mi scrive nell’anima

il suo vivace pulsare d’ardore.

La stella più bella ha la coda,

che ci consola nella notte buia,

quando si arriva alla mangiatoia

e si ammira la sorpresa della nativa gioia.

Quante sono le stelle nel cielo

non si sanno contare,

forse un migliaio e mille ancora,

sopra di noi sanno ogni ora

della notte conoscono i tesori

e durano più di tanti fiori.


L’APE

 

Ronza intorno l’ape laboriosa,

quando il sole ci acceca dorato,

sembra voler fare l’innamorato

per alzare il suo stato malato.

Si sente avvicinarsi silenziosa,

ma poi si infila misteriosa

nella tuba del fiore sbocciato,

per succhiare il nettare prelibato.

La sua fina e lunga proboscide

s’insinua come un ago pungente

nel centro dell’anima sognante,

fendendo i petali colorati.

Del suo immenso profumo

si sente estasiato

e non vorrebbe mai uscirne,

per meglio il ristoro goderne.

Infine colto il seme,

ritorna dove si può riposare,

per la pace ritrovare

e il dolce miele gustare.


LA TRUFFA

 

Sogna dolce l’amica ingenua,

che si crede di averla vinta,

ma non vede che non può esser finta

quella mossa da sgualdrina

da smascherare la sua voce fina.

Dopo un certo tempo avvenuto

si sente il verso caduto,

quando poi si accende la disputa

che ti fa sputare la verità,

di aver tradito per infedeltà.

Non sa nascondere la sua calunnia,

non sa che sarà una brutta sfortuna

aver lottato contro una falsa luna

per dover retrocedere nel fosso,

scendendo nel fondo dell’abisso.

Il male che ha fatto

non verrà mai lavato,

neanche col sangue sarà purificato

e dovrà sopravvivere nell’oscurità

fino a scivolare nelle assurdità.

Forse la morte ti aiuterà

a continuare nella irrealtà,

che sulle nuvole ti porterà

quando nel vuoto tutto finirà.


PASSATO

 

Il tempo passato non ritornerà,

ma nel mio cuore resterà

il tuo dolce ricordo,

per avermi amato con sincerità.

La tua ombra mi seguirà

anche nell’aldilà,

dove tu dimori con onestà

e per la tua carità.

La tua figura rimarrà nei miei occhi,

per avermi guardato

e con perseveranza guidato

verso un cammino di fede.

La tua anima crescerà dentro di me,

dandomi ogni giorno di più

la forza di continuare la strada,

che hai intrapreso

con vero senso di comprensione,

senza darmi delusione.

Il tuo amore materno mi aiuterà

a capire chi non ha avuto

la fortuna di poter nascere

come sono nata io

nella sicurezza della tua natura.


FRUTTO PROIBITO

 

Hai mangiato il frutto proibito,

nel giardino tutto fiorito,

non hai resistito alla tentazione

di assaporare con vera intenzione

di quel raro esempio di creazione

il gusto del suo sapore.

Purtroppo il piacere ha tradito

l’aspettativa di un sogno incognito,

perché non ha creduto

alla regola della giustizia.

Cacciato dal vento arrabbiato,

nel peccato sei caduto

e non hai avuto la possibilità

di risalire dalla scura assurdità.

Ormai la tua testarda ostinazione

non può liberarti

dalla tua possessione,

che ti tiene legato come un prigioniero

ad un muro di cecità,

con l’assenza della sordità.


CORSA

 

Si rincorrono le nuvole con il vento,

che le spinge lontano alla ricerca

di uno spazio nel cielo,

dove possano riposarsi in eterno.

Si inseguono gli sguardi nelle strette vie,

piene di malinconie

per non aver creduto alla parola

di un amico sincero.

Si ripetono gli sbagli degli umani,

che camminano ciecamente

tra i fossi colmi di acqua stagnante

in un incubo di sofferenza.

Un’esistenza senza scopi,

bieca ed ottusa a sottendere

fili contorti ed intrecciati

di una tela bucata,

non ha buona fine,

ma si consuma all’esaurimento.

La fretta di arrivare al successo

non da un futuro vero,

solo apparenze che si dissolvono

nella nebbia dell’inconsistente.


OMBRE

 

La sera allunga le ombre delle nostre menti

e ci ricordano il passato,

quando si giocava con poche cose

lasciate abbandonate nelle scatole.

Le ombre si schiariscono con la luna,

che cresce su di noi

con una luce giallastra

e ci apre la memoria

alla nostra infanzia di bambini.

Come quando eravamo piccoli,

ci viene voglia di divertirci,

senza pensarci troppo

per godersi un po’ della vita rimasta.

Nostalgia di spensierata vivacità…

Le ombre ci coprono come nuvole nere

i nostri sentimenti ingenui

e ci nascondono meschine

l’emozioni delle prime mattine.

Svaniscono all’alba,

nascondendosi con il sorgere del sole,

dietro un asfalto pieno di macchine,

per la corsa della frenesia di partire.


 

BISBIGLIO

 

Tra le pareti dell’antica casa natia

si odono bisbigliare le voci dei nonni,

che sono ancora presenti

nelle vecchie cose messe da parte.

Gli armadi cigolano nell’aprire

le ante sagomate

e si sente l’odore di stantio,

per il tempo che hanno aspettato.

Le sedie scricchiolano sotto il peso

dei nostri corpi stanchi,

mentre le tavole sono coperte di polvere.

Dalle finestre sussurra una voce di donna,

che attende di prendere uno spiraglio di luce,

per continuare il lavoro consueto.

I piatti ingialliti mostrano il viso pallido

di un bimbo ammalato,

che non è mai ritornato.

Ricordi affogano nella musica

di un ancestrale rito di vita contadina

e riappaiono le note di una radio ancora funzionante.

Tutto sembra rivivere come allora,

quando il lavoro era la prima occupazione

di tutta la famiglia unita.

Assorti nei nostri momenti di ascolto,

passano le giornate in un vetusto modo

per non voler lasciare il nativo nido.