Nascondigli
Quando il freddo ci punge nelle ossa,
siamo in cerca di un posto per proteggere
la nostra pelle dalle insidie delle sferzate,
che non ci danno tregua,
per il vento, che ha una vittoria da mostrare.
Nella nostra superba ignoranza si cela
l’ingegno di avere la nostra isola di salvezza
sulla quale ci possiamo riparare,
per trovare la nostra via di agiatezza.
Se la paura di non saper sopravvivere
alle brutte intemperie del tempo,
ci porta ad indossare un altro indumento,
per poterci coprire senza far vedere
la vera identità da ostentare,
si nasconde il volto dallo spavento di capire,
che il male si deve esibire.
Dietro il velo della falsità si scopre la faccia,
che non ha una chiara figura,
ma solo una grigia forma da chiusura,
che non lascia segno per nessuno,
ma si trasforma in un lamento
senza voglia di alcun commento.
Colori autunnali
E’ l’autunno la stagione dei colori,
che ci danno la gioia nei cuori,
da accendere la voglia di far l’amore
nelle tane dei nostri sacri altari.
Non si possono descrivere i sentimenti,
quando tra i prati coperti di foglie camminiamo
e tante forti emozioni proviamo,
da farci nascere la commozione
di meraviglia e vera adorazione.
Sotto gli alberi, che stanno spogliandosi
del loro manto estivo,
scopriamo il cielo azzurro chiaro,
che fa passare lente nuvole spostate dal vento,
come un carro, che dà il cambiamento.
Svolazzando tra le poche chiome,
gli uccelli cercano un riparo dal freddo,
che li farà nascondere tra le coltri della terra
in attesa di una nuova calda primavera.
Il silenzio regna nella pace e nella speranza,
che si apra di nuovo una vita di accoglienza,
per ricominciare a trovare
una fresca e avventurosa strada per camminare
Il riccio della castagna
Dentro il riccio si protegge la castagna bene chiusa
e stretta insieme come da un lucchetto,
che si deve forte staccare,
per poter la sua natura mostrare.
Con le spine fine ed aguzze si difende
dalle mani, che con invidia la pretende
e vorrebbero agguantarla con il desiderio
di averla come un piccolo tesoro.
Con la buccia dura e liscia è difficile da mangiare,
se non si sa ben bene tagliare
e sul fuoco scoppiettante far arrostire
fino a quando si apre da poter scoppiettare.
Dentro è anche buona , dolce e saporita,
ma a volte viene da pochi digerita,
perché la sua polpa è abbastanza appesantita
e diventa secca se non è ben inzuppata.
Dentro il riccio si riposa tranquilla,
e il suo frutto è da raccogliere con attenzione,
per la sua speciale protezione,
che la mette nei boschi riservata
e la tiene in autunno maturata.
Dalla sua farina si preparano dolci speciali,
che danno al gusto raffinato
un piacere unico e prelibato,
da far nascere la voglia di trovare
una cucina, che sia buona da presentare.
La melagrana
Dura si mostra all’esterno con la sua buccia,
che la protegge come una corteccia,
per difendersi dagli assalitori,
che la vorrebbero cogliere con violenza.
Così si protegge dalla prepotenza
e da ogni forma di arroganza,
perché dentro contiene il suo tesoro
di chicchi rossi e preziosi,
che sono saporiti e succosi.
Come il corallo rosso e purpureo
sono i suoi grani dentro i tasselli,
che li tengono ben stretti,
da serrarli come in uno scrigno.
Hanno i valori della purezza,
che non si apre con una carezza,
ma hanno bisogno di un forte coltello,
che sappia incidere la sua buccia.
Non tutti hanno la forza di apprezzarla,
perché il suo gusto è piccante,
ma è ricca di vitamine,
che ci danno succo denso e nutriente.
Sembra regale con la sua corona in testa,
che la fa diventare la regina,
per la sua forma schiacciata viene considerata
la padrona di tutta la frutta autunnale
e si offre in occasioni speciali,
per chi ha il piacere di stare con i commensali.
Foglie al vento
Volano le foglie in terra soffiate dal vento,
che le spinge dolcemente con un soffio leggero,
mentre il freddo le fa appassire
ed il sole tiepido le fa rabbrividire.
Strusciano i piedi sulle foglie,
mentre cammino su di esse
e mi sembra di calpestare le mie voglie,
che sono cadute come tante di loro,
per aver dimenticato la propria vita.
Sento passare la stagione del calore,
che mi ha fatto arrossire la pelle,
mentre ora ritorna pallida e chiara
come la luna, che scende presto alla sera.
Piangono gli alberi per il grigio cielo,
che li ricopre di tristezza,
mentre si abbassano le nebbie fumose
sulle chiome, che si stanno appassendo.
Le foglie indicano la stagione della caduta,
per la natura c’è solo la speranza
di rivedere il nuovo risveglio,
che faccia rinascere con buon consiglio
la vita, che ci teniamo in grembo.
Parole chiave
Ci sono tante parole nelle nostre frasi,
che compongono un testo,
sia in versi che in prosa,
fanno per noi una melodia,
che alla lingua grazia e dolcezza intona
e come chiavi ci aprono la mente.
La parola non è una bugia,
che si dice per scortesia,
ma una forma da rispettare
come il codice della polizia,
che ci indica la dritta via.
Siamo degni di menzione,
se il significato del nostro nome
conosciamo alla perfezione
e gli diamo il senso della direzione
mettendolo nella giusta posizione
con attenta e sapiente discrezione.
Se da sola viene usata,
spesso viene dimenticata
e si trova dispersa per le strade,
senza trovare la sua compagnia,
che un appoggio sano le dia.
Quando viene insieme accoppiata,
certo dà una vera vena da scaricare,
che ci fa il cuore allargare
e la mente dalla gioia rallegrare.
Quindi siamo pronti a cercare
con la mano e con il cuore le parole,
che ci sappiano affezionare
alle numerose emozioni da provare.
INCONTRI
La vita è fatta d’incontri,
che ci aiutano a superare
le difficili prove del cammino,
che dobbiamo avviare,
per arrivare alla meta sognata.
Le occasioni per conoscersi sono necessarie,
per aprire i nuovi sentieri
e giungere a relazioni durature,
che siano la chiave della speranza
per una nuova alleanza.
Per la strada si possono trovare
le persone care da rispettare,
perché il mondo, che forse ci ha allontanato,
poi di nuovo ci ha avvicinato.
Aspettando con pazienza ci vedremo
in un luogo terreno,
per poterci riabbracciare
e per sempre innamorare.
Siamo polvere sparsa al vento,
se non abbiamo il vero amico,
che ci consola in un momento
della perdita del distaccamento.
Se ci veniamo incontro con passione,
ci sarà gioia a profusione,
tanto da regalarci un affetto così grande,
che potrà rimanere nell’intimo cuore,
da farci vincere la nostra missione.
SOSPIRI
Nella notte scura di pensieri
si alza l’anima con sospiri,
che ci risvegliano i sentimenti
con la forza degli ardimenti
e l’angoscia dei desideri,
che non si sono spersi nei solitari sentieri.
Ci appaiono le scene delle passeggiate,
che facevamo per i prati verdi
ed aspettiamo con speranza,
che la vita vinca il male
di questa strana circostanza.
La fantasia ci porta con le sue ali
a rivedere le nostre abitudini,
per ripensare a quello che sarà domani,
se non potremo più rivederci
e un nuovo futuro costruirci.
Volando salgono i sospiri
nelle nuvole del cielo fino al celeste sito,
dove si ascoltano i bisogni,
per soddisfarci con beati segni.
Se siamo buoni a rispettare le regole
delle maniere con fare piacevole,
saremo certo premiati in modo gradevole
ed avremo una condotta agevole,
che ci darà un premio lodevole
per la rivincita di una scalata perfetta.
La notte passa più velocemente,
sospirando teneramente,
fino a che il mattino arrivi
e di buona luce ci illumini.
CONNESSIONI
Tra le tante vie di connessione
ci sono i mezzi di trasmissione,
che sono sicuramente potenti,
ma lasciano alcuni in aree pendenti.
La connessione più veloce è quella,
che si sente alla diretta presa
di una persona da tanto attesa,
che spera di rivederci,
per poter strettamente toccare
la mano, che ci fa riscaldare
con un cordiale saluto da imprimere
nella palma un segno di vita eterno.
Non solo voci eterei sono i sentimenti,
ma veri e duraturi accenti,
che legano con sincerità
una cinta intorno alla vita,
che si attorciglia sorprendente
fino alla nostra mente.
Connessi così tanto forte,
da aprire tutte le porte,
sfondando muri e pareti
di ogni tipo di segreti,
saremo la via di partenza per la meta,
che ci fa guadagnare la salvezza.
Saranno i legami della storia,
che sapranno unirci per la gloria,
congiungendo i nostri cuori
e realizzando i nostri pensieri,
ci toglieranno tutti i dolori,
che avevamo nei disgiunti cuori.
LACRIME
Scendono tra le palpebre socchiuse
le lacrime per amore concluse,
mentre lui mi pensa desideroso
di possedermi nel seno orgoglioso.
Rigano solchi di felicità
come perle di gioia
sulla mia faccia bagnata,
dalla fronte sudata
fino alla bocca appassionata.
Sfoghi di vita assorbita
dalla sostanza assimilata
con la sua forza incoraggiata,
mi sento nel corpo in pieno toccata.
Spinta violenta ed assaporata,
vengo dal suo fluido inalato,
dal suo alito penetrata,
che mi annebbia lo sguardo
e mi assale nelle narici
con un unico afflato.
Lava il mio pianto la mia anima,
che si solleva nel firmamento
e si compie in un momento
la rinascita dell’attimo,
che riscatta la personalità
nella mia vera identità.
SODDISFAZIONI
Nella vita ci sono posche soddisfazioni,
perché si deve fare tante azioni,
che non vengono riconosciute
dai prossimi nelle situazioni
provate con scarse consolazioni.
Si tenta spesso con l’intenzione
di arrivare alle conclusioni,
invece non ci si presenta
la via per la dritta destinazione
finendo con una interruzione.
Le difficoltà ci fermano in un paradosso
senza avere una soluzione,
per ricondurci alla meta
della nostra prima ispirazione.
Versando il nostro lamento
sugli altri con sgomento,
ci manca il coraggio
di proseguire nel giusto raggio,
che ci dia l’illuminazione
togliendoci l’insoddisfazione,
che ci lascia nel vuoto
di un oscuro tunnel,
da cui non si può uscire,
senza alcun benedire.
ESCLUSIONI
Il modo di esistere per chi non ha vedute,
che sappiano capire le diversità,
è il danno che ci reca all’esclusione
di tante vite nella sua identità.
La cecità degli occhi occlusi
dalla superstizione di individui,
che non capiscono la realtà
di quelli, che si mostrano nella quotidianità
come naturali esseri viventi,
che vengono nascosti dalla loro incapacità
di osservare con cosciente oculatezza.
Gli esclusi della nostra società
sono il marchio di una sordità,
di chi non ha orecchie per ascoltare
coloro che non sanno mentire,
ma vogliono onestamente dire.
Rimangono alla deriva degli eletti,
che si credono di essere protetti,
aspettando la soluzione dei detti
per venire nel centro inseriti.
Esclusi sono anche questi dai precetti,
che valgono sopra le semplici parole,
perdendo il senso del testimone,
si chiudono negli scuri portoni
i versi di insensati cialtroni.
FOGLIE CADUTE
Siamo come le foglie cadute,
che non sanno prendere il volo
e scendono giù a terra
nell’attesa della eterna consumazione.
Come le bugie le foglie si macerano
e si decompongono in minuscoli organismi,
che si trasformano in letame per concimare
la nostra pigrizia d’indifferente indugiare.
Inutile è ripetere i soliti ritornelli stonati,
che non suonano e non battono i ritmi,
ma scendono nelle consuete sciocchezze
di chi non ha voglia di prendere un posto.
Le parole, che non danno la verità,
finiranno nell’immondizia delle carte riciclate
e verranno all’estinzione destinate.
L’indugio alla scelta e all’accettazione di ogni responsabilità
reca ad una fermata della nostra strada,
da cui è difficile ripartire
e ritornare alla giusta posizione.
La caduta delle idee di chi non vuol credere,
giunge ad una irreversibile decadimento,
fino alla cessazione dell’esistenza.
Come foglie cadute i nostri corpi,
privi di sentimento vitale,
periranno senza alcuna rinascita
e andranno nell’aldilà in eterno.
L’AUTUNNO DELLA VITA
Alla fine del nostro giovane cammino
le membra stanche cedono agli sforzi
e si adagiano lentamente al riposo.
Come gli alberi sentono il tempo incerto,
aspettando il calar del sole
nelle giornate, che si accorciano
e inevitabilmente si scuriscono,
riempendo di ombre i nostri ricordi.
Come la nostra vita arrivata alla sua meta,
dopo un lungo periodo di lavoro,
la natura si sente avvolta dal silenzio
e ingrigisce, perdendo la sua fioritura.
Le nebbie della nostalgia del bel tempo passato
velano i cieli sui nostri volti sbiaditi,
languendoci nella speranza di riprendere
i bei momenti di felicità.
Nulla può fermare il nostro ciclo vitale,
non si può tornare indietro nella nostra giovinezza.
Certo questo ci reca molta tristezza,
ma è inutile piangere sull’inesorabile susseguirsi
di naturali avvicendamenti!
La ruota non ha fine,
ma gira continuamente come la terra:
mentre si muore si rigenera
in infinito ripetersi nell’universo.
Nel riposo c’è la ripresa per un mondo migliore,
che aprirà le porte ad un sentiero
di sana verità sulla fede.
SILENZIO MISTERIOSO
Ci guardiamo fisso negli occhi,
non abbiamo parole da dirci,
basta il pensiero, che ci attira per ammirarci
in un estasi incantati ad osservare
i nostri volti, che si riflettono
in uno specchio di meditazione.
Le nostre labbra non si muovono,
mentre è il cuore, che sussurra dolcemente,
battendo i ritmi di una melodia desiderosa,
all’anima contagiosa.
Nelle nostre orecchie arriva un bisbiglio lento,
che mi fa udire il tuo petto pulsante d’amore,
fino ad infiltrare il tuo respiro affannoso
nel mio seno rimbalzando in gola
la saliva, che mi inumidisce la lingua.
Il tuo alito mi fa annusare il tuo odore
fin dentro le narici,
facendomi girare le pupille,
che si chiudono sotto le palpebre.
Poi un unico dialogo di baci e carezze,
susseguendosi senza stancarci!
La musica ci inebria di gioia e piaceri,
spronando il corpo ad unirci in un amplesso,
che ci fonde nella pulsazione veloce
e ci fa riscaldare come in una scalata,
per raggiungere la cima desiderata.
IL CICLO DELL’ACQUA
Sotto la pioggia il terreno si rinfresca,
assorbendo le gocce, che penetrano tra le crepe
della pelle seccata al sole,
diventando molle e soffice.
Dal terreno le radici delle piante succhiano
l’acqua e crescendo si allungano,
per reggersi meglio sull’alto fusto,
dando vita ad un albero più robusto.
Dalla fonte possiamo dissetarci,
bevendo l’acqua pura che sgorga chiara,
purificando il nostro organismo
e abbellendo la nostra corporatura,
acquistando una figura snella e tonda,
composta con forma lineare e di alta statura.
L’acqua è il bene supremo,
che non viene mai sprecato,
dai fiumi scende fino al mare,
per riempire gli oceani immensi,
ma non si disperde in vani luoghi,
ma ritorna in alto evaporando,
fino al cielo nuvole diventando.
Dalla nostra pelle si eleva il vapore,
che si dissolve dal sudore,
disperdendo in miriadi di microscopiche particelle,
l’essenza della nostra vita,
che sul l’altrui corpo discende
e in energia si trasforma.
Sulle nuvole si condensa la sostanza invisibile
della nostra interiore consistenza,
bagnata dal perpetuo ciclo dell’acqua,
che ci ripete il rito sacro della vita benedetta.
MEDITAZIONE
La vita ci fa correre troppo,
subendo degli sbalzi violenti,
il corpo si stanca sotto gli incidenti
e la mente cade nel male oscuro
di un giorno passato in modo duro.
Bisogna fermarsi per fare la riflessione
e dedicarsi alla meditazione,
che toglie la paura e l’ansietà
di una vita trascorsa senza libertà.
Le sofferenze patite per le perdite subite
sono la causa d’invecchiamento,
per colpa del vecchio tradimento.
Sopportare tutto ciò in silenzio
non è certo un bel divertimento,
nella solitudine si può pensare
un nuovo modo per affrontare
le dispersioni e le ingiustizie
di un fratello Giuda con pregiudizi.
La mente ricicla i ricordi,
per riempirci il cuore di affanni,
portandoci mille malanni,
senza mai trovare rimedi ai nostri danni.
La calma e la pazienza si può raggiungere,
se siamo in relazione con noi stessi,
diventando veri testimoni professi.
Di fronte al mondo possiamo riscattare
la nostra anima, che si può salvare
dalle calunnie dell’inumano errare.
Si può vincere l’esistenza con la costanza
di credere in una eterna sostanza.
COME L’AGNELLO
Sulla croce dei suoi persecutori
Gesù Cristo è stato immolato,
perché in Lui non hanno creduto
e in falso lo hanno scambiato.
La sua vita non viene perduta,
con il volto di un agnello sgozzato,
si riflette il suo sguardo agognante
nelle colpe di un venditore ambulante.
Su di Lui hanno fatto condanne
del meschino, che si nasconde codardo,
fino a quando la legge non sorga
a punire quel vile inganno.
Da millenni la porta non si apre,
per colui che non ha fede,
mentre nel buio si rimangia
la parola della sua ingannevole bugia.
Non c’è vita né speranza,
per chi non vede e tace
nell’ombra di una incredula stanza,
dove non si riposa in pace.
Su di quello cadranno le colpe
della sua testarda ingiustizia,
senza avere né punizione né pentimento,
finiranno le sue membra nella tomba senza sentimento.
L’agnello si eleverà in cielo,
per mostrare a tutti il suo vero,
esaltando la sua memoria,
perché annuncerà la sua vittoria.
LA NEVE
Con l’inverno cadrà la neve
ed avremo fame e freddo,
ma se noi avremo fede,
non patiremo nessun dolore,
per la vita del nostro amore.
Su di noi la neve si scioglierà,
quando insieme ci troverà,
per scaldarci nel nostro nido,
dove nasce l’emozione col calore
di un affetto sicuro e di cuore.
Fra di noi il gelo ci separerà,
ma la forza del sentimento
ci darà ancora il movimento,
per rompere il duro strato
di un giorno disgraziato.
Attaccati l’uno all’altro,
come l’edera al suo alto fusto,
cresceremo sempre più robusti,
generando altri forti arbusti.
Scalderemo i nostri prossimi
con il fuoco della costanza,
per aprire i loro animi
alla vita fin nei minimi attimi.
Nella nostra comunità l’inverno non ci sarà,
ma l’estate al sole lucente in eterno regnerà.
GRANDINE
Dense nubi oscurano il cielo,
s’intravede appena il sereno,
che scompare sotto il bluastro
di nuvoloni carichi d’acqua.
Lampi e tuoni si arroventano,
scrosci e fulmini si rovesciano
sulla terra arida e assolata,
come da un strega incantata.
Scende giù furibonda
con violenza la grandinata,
spargendo sopra il verde giardino
un denso strato di gelo fino.
Si rapprendono le foglie,
si ritirano i fiori,
si restringono i cuori,
rabbrividiscono gli umori.
Sbattono e oscillano i rami,
fuggono via gli uccelli,
non c’è scampo di salvezza,
sono ormai succubi della sveltezza
di quell’orribile destrezza.
Picchiano sui vetri come sassi,
i granuli di gelo incrinano le finestre maledette
dei tiranni condannati a dover subire le vendette.
Tutto tace nella corrente del flusso magnetico,
costretti a lasciare il luogo contaminato,
se ne vanno via come l’acqua del fossato.
RIPRESA
Dopo il dissesto dell’uragano
la quiete ritorna nell’ambiente,
cercando di riprendere il rimanente,
salvando l’anima e la mente.
Dai rami rotti e pendenti,
caduti sopra ai poveri indigenti,
si tolgono via i pezzi rimasti,
liberando la via dagli intralci
per i poveri miseri derelitti.
Con il coraggio della fede
e l’aiuto del Signore,
si ha la forza per allenarsi
e la difficoltà può essere superata.
Dalla brutta vicenda passata
si può una nuova speranza avere
e un nuovo cammino raggiungere,
salendo sulla scala dei valori
e conquistando nuovi onori.
Il brutto tempo deve essere dominato,
con saggezza deve essere controllato,
per arrivare a prevenire
il peggio che sarà ad avvenire.
ATTESA
Nella vita c’è sempre una lunga attesa,
con il desiderio di un buona ripresa,
per intraprendere un viaggio,
che ci porti in posto senza miraggio.
Durante l’attesa si pensa e si ripassano
i ricordi delle stagioni trascorse,
a giocare spensieratamente
per divertirci allegramente.
Adesso che l’età della giovinezza è finita,
ci rimane di attendere il limitare
del nostro ormai consueto sognare.
Ritornano dall’inconscio soppresso
i sentimenti di un destino represso,
che ancora persiste nell’umana volontà
di rinverdire la gioia e la libertà
di incontrarci come allora vicini,
come una volta da vecchi amici.
Per questa attesa soggiogata dalla noia,
si può già prevedere il futuro
e ci si può preparare ad un incontro più maturo,
che si potrà realizzare in un porto sicuro.
Con l’attesa di un mondo migliore
si può arrivare ad uno punto maggiore,
concludendo nel traguardo dell’amore.
PATRIZIA PIERANDREI
CON GLI OCCHI DEI BAMBINI
Con gli occhi dei bambini si può vedere
tutto il mondo,
come un grande girotondo,
che si abbraccia intorno
ad un albero gigante,
che si attacca alla terra,
con una brillante stella
alla sua chimera.
Nel viso dei bambini si scopre
la bellezza della natura,
che crea senza paura
la vita in silenzio,
anche se c’è il vizio.
Nelle mani dei bambini c’è
tutto il tesoro,
che vale più dell’oro,
quando ci donano il gesto
dell’abbraccio cordiale
e ci toglie ogni segno mortale.
Dentro il cuore dei bambini
cresce il seme dell’amore,
come una grande speranza
di un futuro migliore.
Per la vita dei bambini conosciamo
immense terre nascoste,
con la speranza di essere scoperte
vivendola per la loro forza di capire.
ANGELI NEL CIELO
Nel cielo celestiale dimorano
nella pace eterea
il gruppo dei nostri figli,
che stanno a guardare
il nostro consueto travagliare.
Si sentono bisbigliare tra le nuvole
dolci e gentili parole,
per invitarci ad ascoltare
la nostra voce del cuore.
Ci consigliano cosa fare
nei momenti difficili,
per trovare soluzioni semplici.
Ci invitano a perdonare
chi ci ha ferito nel cuore
e ci danno dolore,
per attendere con pazienza
l’arrivo di una lauta ricompensa.
Ci guidano per la giusta via
e ci aiutano a continuare
nel nostro desiderio di amare,
con il senso di dare la vita
per il bene di tutti.
STELLE FILANTI
Nel cielo scuro si accendono
mille stelle che brillano
e i nostri sogni illuminano,
guidando i pensieri nell’infinito,
dove non si contano le distanze
e non appaiono le lontananze.
La stella più brillante ha le punte
aguzze come aghi,
che spiccano nei miei occhi
la luce di un segno distante,
ma sempre in me presente.
La stella più piccina è la più lontana,
ma è la più cara,
perché mi scrive nell’anima
il suo vivace pulsare d’ardore.
La stella più bella ha la coda,
che ci consola nella notte buia,
quando si arriva alla mangiatoia
e si ammira la sorpresa della nativa gioia.
Quante sono le stelle nel cielo
non si sanno contare,
forse un migliaio e mille ancora,
sopra di noi sanno ogni ora
della notte conoscono i tesori
e durano più di tanti fiori.
L’APE
Ronza intorno l’ape laboriosa,
quando il sole ci acceca dorato,
sembra voler fare l’innamorato
per alzare il suo stato malato.
Si sente avvicinarsi silenziosa,
ma poi si infila misteriosa
nella tuba del fiore sbocciato,
per succhiare il nettare prelibato.
La sua fina e lunga proboscide
s’insinua come un ago pungente
nel centro dell’anima sognante,
fendendo i petali colorati.
Del suo immenso profumo
si sente estasiato
e non vorrebbe mai uscirne,
per meglio il ristoro goderne.
Infine colto il seme,
ritorna dove si può riposare,
per la pace ritrovare
e il dolce miele gustare.
LA TRUFFA
Sogna dolce l’amica ingenua,
che si crede di averla vinta,
ma non vede che non può esser finta
quella mossa da sgualdrina
da smascherare la sua voce fina.
Dopo un certo tempo avvenuto
si sente il verso caduto,
quando poi si accende la disputa
che ti fa sputare la verità,
di aver tradito per infedeltà.
Non sa nascondere la sua calunnia,
non sa che sarà una brutta sfortuna
aver lottato contro una falsa luna
per dover retrocedere nel fosso,
scendendo nel fondo dell’abisso.
Il male che ha fatto
non verrà mai lavato,
neanche col sangue sarà purificato
e dovrà sopravvivere nell’oscurità
fino a scivolare nelle assurdità.
Forse la morte ti aiuterà
a continuare nella irrealtà,
che sulle nuvole ti porterà
quando nel vuoto tutto finirà.
PASSATO
Il tempo passato non ritornerà,
ma nel mio cuore resterà
il tuo dolce ricordo,
per avermi amato con sincerità.
La tua ombra mi seguirà
anche nell’aldilà,
dove tu dimori con onestà
e per la tua carità.
La tua figura rimarrà nei miei occhi,
per avermi guardato
e con perseveranza guidato
verso un cammino di fede.
La tua anima crescerà dentro di me,
dandomi ogni giorno di più
la forza di continuare la strada,
che hai intrapreso
con vero senso di comprensione,
senza darmi delusione.
Il tuo amore materno mi aiuterà
a capire chi non ha avuto
la fortuna di poter nascere
come sono nata io
nella sicurezza della tua natura.
FRUTTO PROIBITO
Hai mangiato il frutto proibito,
nel giardino tutto fiorito,
non hai resistito alla tentazione
di assaporare con vera intenzione
di quel raro esempio di creazione
il gusto del suo sapore.
Purtroppo il piacere ha tradito
l’aspettativa di un sogno incognito,
perché non ha creduto
alla regola della giustizia.
Cacciato dal vento arrabbiato,
nel peccato sei caduto
e non hai avuto la possibilità
di risalire dalla scura assurdità.
Ormai la tua testarda ostinazione
non può liberarti
dalla tua possessione,
che ti tiene legato come un prigioniero
ad un muro di cecità,
con l’assenza della sordità.
CORSA
Si rincorrono le nuvole con il vento,
che le spinge lontano alla ricerca
di uno spazio nel cielo,
dove possano riposarsi in eterno.
Si inseguono gli sguardi nelle strette vie,
piene di malinconie
per non aver creduto alla parola
di un amico sincero.
Si ripetono gli sbagli degli umani,
che camminano ciecamente
tra i fossi colmi di acqua stagnante
in un incubo di sofferenza.
Un’esistenza senza scopi,
bieca ed ottusa a sottendere
fili contorti ed intrecciati
di una tela bucata,
non ha buona fine,
ma si consuma all’esaurimento.
La fretta di arrivare al successo
non da un futuro vero,
solo apparenze che si dissolvono
nella nebbia dell’inconsistente.
OMBRE
La sera allunga le ombre delle nostre menti
e ci ricordano il passato,
quando si giocava con poche cose
lasciate abbandonate nelle scatole.
Le ombre si schiariscono con la luna,
che cresce su di noi
con una luce giallastra
e ci apre la memoria
alla nostra infanzia di bambini.
Come quando eravamo piccoli,
ci viene voglia di divertirci,
senza pensarci troppo
per godersi un po’ della vita rimasta.
Nostalgia di spensierata vivacità…
Le ombre ci coprono come nuvole nere
i nostri sentimenti ingenui
e ci nascondono meschine
l’emozioni delle prime mattine.
Svaniscono all’alba,
nascondendosi con il sorgere del sole,
dietro un asfalto pieno di macchine,
per la corsa della frenesia di partire.
BISBIGLIO
Tra le pareti dell’antica casa natia
si odono bisbigliare le voci dei nonni,
che sono ancora presenti
nelle vecchie cose messe da parte.
Gli armadi cigolano nell’aprire
le ante sagomate
e si sente l’odore di stantio,
per il tempo che hanno aspettato.
Le sedie scricchiolano sotto il peso
dei nostri corpi stanchi,
mentre le tavole sono coperte di polvere.
Dalle finestre sussurra una voce di donna,
che attende di prendere uno spiraglio di luce,
per continuare il lavoro consueto.
I piatti ingialliti mostrano il viso pallido
di un bimbo ammalato,
che non è mai ritornato.
Ricordi affogano nella musica
di un ancestrale rito di vita contadina
e riappaiono le note di una radio ancora funzionante.
Tutto sembra rivivere come allora,
quando il lavoro era la prima occupazione
di tutta la famiglia unita.
Assorti nei nostri momenti di ascolto,
passano le giornate in un vetusto modo
per non voler lasciare il nativo nido.