Pia Castaldo - Poesie

CARA ITALIA

Sentiamo solo nomi
non ricordiamo i volti
di povere persone
di una giustizia informe
di gente che lavora
e per lavoro viene uccisa
percosse sopra un corpo di un innocente Giulio

Ma si, c’è la divisa
a proteggerci da tutto
famiglie con il lutto
un manganello rotto
un vicolo un po’ stretto
la divisa agisce sempre ma contro chi non deve
tre uomini e una donna
un corpo sull’asfalto
un forte pianto storpio
un altro bimbo morto
Salutate Federico.

C’è sempre la divisa
che ha ucciso un altro uomo
però è uno strano caso
quello lì è caduto
e gli altri gli han creduto
il volto tumefatto
un corpo stanco sfatto

una sorella combattente
che non crede al tenente.
Cosa è successo figlio mio,
perché non hai parlato?
Ti avrebbero aiutato
non saresti stato un caso.
Quando la gente dice
che crede nel paese
qualcuno esce e beve
e non ricorda dove
non trovo più parole
in testa solo un nome,
Stefano e la sua voce.

Parliamo di casi italiani
di quei ragazzi morti
condannati dalle menti
di un’uniforme scura
c’era pure Uva
ma nessuno lo conosce
qua non si sa niente e quello non si pente.
Siamo tutti loro, Stefano, Fede, Beppe
siamo tutti loro, siamo tutti Giulio
perché nessuno ammette che qua siamo corrotti
in questo bel paese
che aggiunge pene a pene.
In un posto molto lontano
lontano da questo, lontano da tutto

c’è una ragazza che dice
“i soldi non comprano la pace”.


 

SENZA FAR RUMORE

Guardo la neve che cade leggera
dalla finestra della cucina
colora di bianco anche una rosa
pure se rossa sopra si posa
scende leggera sopra il terreno
lo colora di bianco, non è più nero
è un bianco candido come la vita
e mi ricorda una margherita

e forse sei tu che fai nevicare
perché solo tu sai quanto bene può fare
mi sale ai ricordi una di quelle sere
quando cadevo come la neve
se pure lei casca senza far rumore
perché solo io dovrei far tante storie?
La vedo cadere serena, leggera
riesce a cambiar tutta l’atmosfera
mi fido di lei che non ha paura
di incontrare il terreno dopo la caduta
ho imparato da lei a non sentir dolore
lei che cade senza far rumore
dalla piccola finestra cacciavo fuori il braccio
mettevo neve in tasca e si scioglieva come ghiaccio
ho capito che a volte non si può toccar con mano
l’essenza di una cosa, ma per questo l’amiamo.


STAZIONE RADIO

Ti sembra normale
che guardiamo il tg
mentre la gente muore
e noi cambiamo canale?

Ti sembra normale nascondersi
far finta di nulla
un nulla che è un’onda
continuare, continuare a perdersi
fucile puntato
colpo partito
sangue che è uscito
cervello attutito

Ma no, non ho sentito niente
come del resto tutta l’altra gente
e non abbiamo visto nessuno
siete sicuri ci fosse qualcuno?
Forse hanno usato l’invisibilità
parlo di quella cosa che inizia per C e finisce per A
ti sembra normale
non poter neanche guardare
che poi diventi un testimone
e fanno fuori il testimone per tenersi il timone.

Ti sembra normale
che guadiamo il tg mente la gente muore
e cambiamo canale
tanto non siamo noi ad affogare.


 

 SONO SOLO FATTI TUOI

A volte dimentico le cose
non so se è perché sono distrutta, sono altrove o è demenza senile precoce
forse basterebbe andare in terapia
proverà a convincermi che non è colpa mia
“non sei stata tu,
sono stati i tuoi
se ora sei nei guai
e sono solo fatti tuoi”
è impressa nei miei geni
questa specie di pazzia
e se non è così non so proprio cosa sia
mi diranno allora forse che è colpa di mia madre
che non c’entra mio padre
le donne sono state
è solo colpa loro e di quello che sono
uomini perfetti che no, non fanno sbagli
che se ti toccano e non vuoi
sono solo fatti tuoi
se passano sei mesi e sei pronta a fare il passo
mi dispiace ma non puoi, non serve ora il coraggio
dovevi forse prima, ora è troppo tardi
quelli fuori a festeggiare, sono sani e salvi
a che serve la giustizia se poi non ti tutela?
Mi guardo intorno e penso “io qua la vedo nera!”
Questo è il bel paese, questa è la mia città,
io intanto vado a comprarmi una pistola.


VENT’ANNI

Ora sono qui, sto parlando a te
tra vent’anni capirai
quando mi rileggerai
scrivo a te perché tu possa continuare a lottare
ad usare la parola per diffondere un pensiero
con un’arma che è letale
con la tua penna puoi fermare.
Parlo a te che ora sei stanca e non ci speri più
che volevi cambiare il mondo e hai fallito pure tu
che hai perso le battaglie e pure le persone
le rughe che ora hai sono sogni, sono prove
pagina bianca, continua il racconto
sono ora le rughe che hai sul tuo volto.
Parlo con te che negli anni hai vissuto la guerra
che hai ferite che fanno male
riprendi la penna, continua a lottare
questa non sei affatto tu
io non ti riconosco
negli anni sei cambiata in questo mondo sporco
ora alzati e combatti, non piangerti più addosso
come vent’anni fa: te contro tutti, non è solo un ricordo.
Questa parte di me
io so che ancora c’è
è solo un po’ di polvere, basta spazzarla via
forse l’hai dimenticato: ma tu ti chiami Pia.


AIUTA A FAR CADERE PURE ME

Basta zitti tutti, sto per darvi una lezione
ovunque io guardi vedo solo socializzazione
quello ride e sembra un automa
quell’altro non ride, nemmeno ci prova
stona
in tutto questo il sorriso di un bambino
aspetteranno un po’ e gli metteranno il guinzaglino
come fa l’uomo col cane e poi l’uomo con l’uomo
siamo liberi di scegliere in fondo non è poco
liberi,
ma dove?
Liberi incatenati
violentati, violati
liberi caduti.

Oh ma a proposito
ma è omicidio o suicidio?
Uno si è buttato dal balcone
era uno importante, ma non uno del girone
in realtà era una finestra
è volato in modo strano
si, si, lo so che si è suicidato
però mi sa che quello sapeva tante cose
di persone pericolose
ma non è che per caso, ma parlo da ignorante
quel furfante
sapeva troppo e voleva parlare?
Dicono che in quel periodo non stesse troppo bene
si, lo so, l’hanno aiutato,
aiutato a cadere.
E dopo questa forse aiuteranno pure me.


 Margherita pt.1

C’è un piccolo fiore
cresciuto nel marmo
rinato nel sole
morto sull’asfalto
l’ho soffrire, morire, appassire
l’acqua non c’era
ho provato con una carezza
ha ripreso colore ed è tornato a fiorire.

La tua dolce tenerezza
la mia mano gelida che ti dava calore
volevi la vita e hai trovato la forza
la morte precoce non ha più valore
non ha bisogno dei raggi del sole
solo d’amore
in un pomeriggio di maggio, riconosco l’odore.
Ti ho ascoltato e son rimasta qua
che di lasciarti oggi non mi va
tu sei rimasta a terra
come un soldato ferito dalla guerra
dai miei occhi lo capisci, non ti lascio andare
sarà la mia maledizione, ti prego, lasciami fare.

Chi l’avrebbe mai detto che tanti anni fa
una ragazza si sarebbe innamorata di una Margherita.


 

 MARGHERITA PT.2

 

In base poi a cosa, chiesi alla vita

prendi chi vuoi e la fai finita?

Come lo sai che è quella giusta

che è lei che tu cerchi

che la vuoi morta?

Metti il caso sbagliassi persona

dimmi, che fai

la rimandi a casa?

Proprio non mi spiego perché sia così

mi è già successo di farti domande

e ancora oggi non ho risposte

non ho fatto in tempo, non sono arrivata

io ero lì e tu già svanita

come la luna che lascia il posto al sole

hai dato vita ad altre persone

è stata strappata dal suo terreno

ho provato a tenerla con la forza del pensiero

ma non ce l’ho fatta e si è alzata verso il cielo

ora se lo guardo vedo lei che è sparita

sulla pelle impressi sedic’anni di una Margherita.

Guardo sempre il cielo e mi rivolgo alla vita:

“ti prego, ridammi indietro la mia Margherita!”


Margherita pt. 3

 

Erano scale di cemento di una chiesa un po’ cadente

illuminate dalla luce di un lampione fulminante

ho visto una ragazza seduta che parlava sola

in una mano una sigaretta, l’altra sulla scala che si consumava

sorrideva e parlava tanto, si girava alla sua destra

incurante delle auto e la gente alla finestra

si sentiva sollevata ed ho pensato “guarda questa”

lei guardava il vuoto, non era più la stessa

Era felicità che pulsava dai suoi occhi

era malinconia urlata a denti stretti

doveva solo trovare il coraggio ed esser pronta a dirgli addio

ci aveva messo tempo, urlando contro Dio

capiva che per vivere avrebbe dovuto lasciarlo andare

non c’era altra cosa che potesse fare

ma gliel’aveva giurato, non l’avrebbe mai dimenticato

questo addio era un nuovo inizio, ora l’aveva capito

sussurrava al vento “grazie per avermi salvato”

una lacrima si è fatta sentire, non ha più parlato

ha messo le mani in tasca e senza voltarsi indietro

è andata via così alle spalle un passato tetro

Su quelle scale malandate una ragazza era tornata in vita

con stretta tra le mani il ricordo di una Margherita.


A MIO PADRE

 

Penso e ripenso ai pomeriggi al parco

quando sorridendo volavo con un solo salto

ero solo una bambina che odiava la realtà

una bimba che non voleva star lontano dal papà

ricordo le scatole infinite, i pianti soffocati

tu eri lì immobile con gli occhi spalancati

non volevo andare via e lasciarti tutto solo

ma tu non ci hai fermato e siam salite nella polo

Avevo solo quattro anni, ma avevo visto il mondo

attraverso i tuoi occhi e il respiro profondo

grazie per avermi trasmesso la passione per i testi

quando in macchina mettevi le canzone di Battisti

aspettavo la Domenica solo per poterti rivedere

fingere che andasse tutto bene solo per sentirti ridere

vivere si, certo, ma solo con te accanto

mentre lo pensavo tu ricominciavi il canto

mi distrugge dovertelo dire

ma una parte di me ti ha odiato fine alla fine

alla fine del giorno quando avrei dovuto dormire

ti odiavo tanto da volerti vedere morire.

Ringrazio Dio per averti salvato

tutte le volte che hai deciso e sbagliato

resta, non lasciarmi mai, accetta la mia libertà

io che al posto tuo non avrei voluto nessun altro papà.


 IL CUORE LO SA

Il cuore lo sa
ne sente il richiamo
ascolta la voce
che il cervello non sa.
Però ora non parla, non sa cosa fare
si sente smarrito senza un po’ d’amore
forse perché hai sempre avuto qualcuno nel tuo cuore
ed ora che non c’è non sai cosa farne
a che ti serve?
Però tu vuoi quell’amore strano
che ti stravolga, che ti ricomponga
che mette in ordine quei pezzi sparsi
che credi di aver perso
un amore come quello dei film ma pure meglio
che compaia all’improvviso dalla porta
in punta di piedi
senza bussare
perché vuoi qualcosa di speciale,
altrimenti ti chiedi
che ce l’ho a fare?


 

FERRAGOSTO

Dimmi che estate è
se piove in continuazione
e per le strade sento sempre quel tuo odore
di grasso sporco e di sangue sulla faccia
se ti guardo tu continua, spalanca quelle braccia
non mi frega se oggi è ferragosto
e dovrei stare tra un bel mucchio di persone
non me ne frega, no, non me ne frega molto
sento la pioggia cadere e farsi male
sorrido e penso che tra poco è Natale.
Dimmi che estate è
se non mi abbronzo
se vado al mare e lo amo, ma poi non lo sopporto
c’è uno steso al sole ma sembra morto
con la ferita sulla pancia, stasera mi sbronzo.
Dimmi che estate è se scrivo ancora di te
che balli con quei deficienti dei tuoi amici
che non vorresti esser lì ma non lo dici.
Dimmi che estate è
un’estate se non sono con te
se poi hai iniziato a odiare il mare
se poi hai iniziato a odiare pure me.


 

CORPO SMONTATO

C’era lo strazio in quel corpo smontato
il classico dolore di un sorriso mancato
però tu mi hai salvato
il passo spedito
un movimento indeciso
la luna lì in alto mi ha sempre un po’ intimorito.
Pezzi di corpi sparsi per terra
c’è stata una guerra
una testa staccata
un viso tranquillo e pacato
con un sorriso stampato
odore di carne
odore di morte
qui c’è stata una strage
ora ho perso le tracce
le mani gelate fuori dalle tasche.
Immagini, solo immagini nella mia testa
di una terra vicina, troppo lontana
di una bambina che non trova la sua mamma
sento pure le voci, anche se in lontananza
guardo lo schermo, è il tg
spengo, ma questa storia non finisce qui.


 

Margherita pt.4

Ho disegnato un fiore, era una Margherita
su una lavagnetta nera come una bambina
ho iniziato dal sole giallo e l’ho colorato
e poi le nuvole bianche come petali sull’asfalto
faceva anche un po’ schifo ma ero contenta
di poter vedere te su quella lavagnetta
non mi sono fermata ed ho continuato
uno stelo un po’ fragile su un campo minato
non finiva più, non finiva mica
come la sfiga e la felicità non è tua amica
ora che ho finito il mio bel disegno
faccio una foto per non dimenticare questo giorno
anche se fa schifo pure questa è arte
per te che sei un fiore, vivi anche su martedì
e già lo so che mi verrà da singhiozzare
quando sfogliando tra le foto vedrò un pezzo di me
e sei te.
Sarà che qui è quasi Natale, ma dove sei?
In quale Galassia, su quale stella?
Oppure in un fiore che mi ha sempre ispirato
che nessuno guardava, io l’ho salvato
dalle macchine impazzite che sfrecciavano
dal quel branco di lupi che pisciavano
l’ho coperto con le ossa del tuo cranio

contro il tempo che sbiadisce i ricordi
ma io sbaglio e l’amo
e parlo a lei che so mi ascolterà, le dico
“vola Margherita, vola via di qua”.
Questa è l’ultima parte di una vita stracciata
l’ultimo grido d’odio e d’amore ad una Margherita
è un capitolo vecchio ma non è mai passato
tra qualche anno dirò “no, non t’ho scordato”
presto ci rivedremo e so già come sarà,
ti dirò
“voliamo Margherita, voliamo via di qua”.


INTRA

Questo carattere dove ti porterà?
Quando ti arrabbi
quando guardi e non passi
quando piangi,
chi ti salverà?


 

Ascolta il silenzio

Non sento niente e forse mi va pure bene
è solo strano ma lo posso accettare
io che sento il doppio e neanche mi basta
che quando piove chiudo gli occhi sola in questa stanza
non sento più niente e forse è meglio così
le mie cicatrici ieri erano lividi
dimmi che succede se pensi alla morte
io mi sento morta dentro è questa la mia sorte?
Forse è questo che si sente prima di agire
un vuoto dappertutto, il nulla totale
vorrei chiederlo a qualcuno ma sono tutti morti
vorrei solo sapere se come Cristo son risorti
ma non sento niente, penso mi vada bene
sembra strano perché è la prima volta che succede
da troppo tempo troppe cose in questa mia testa
il mostro che c’ho dentro lo sento, mi sventra
infondo va bene così
non sentire niente
passare inosservata tra la folla che mi spinge
non cerco una risposta, sarebbe innaturale
come chiedere a un uomo di comportarsi da animale
eppure ne ho visti tanti essere pure peggio
ma non sento niente e penso che ora svengo
ché tanto non ci sono, non vi parlo né vi sento
oggi non sento più niente,
do retta al mio silenzio.


 

IPERBOLE

Mi ricordo che mi hai detto che ognuno fa i suoi errori
ma io non farò gli stessi errori dei miei genitori
eppure qualcuno l’ho già fatto
per esempio il fatto
di voler a tutti i costi essere diversa da loro
mi ricorda un suono
nel muro un buco
ci nascondevo i soldi, come in un salvadanaio
come nella sfera terrestre un altro strato
e un altro ancora
così funziona la memoria
sarà che sono tutto troppo
e qui dicono che il troppo storpia
ho provato ad esser meno
ma il cielo era veleno
e sembrava strano
andare piano
non fa per me
io che mi schianto a cento all’ora
io che immagino il mio futuro ancora
che c’ho dei sogni così grandi che fanno rumore
che credo sempre in un valore
il valore delle parole.


 

PAESELLO

Camminavo per le strade della mia città
con mia nonna per la mano, tanto tempo fa
guardavo intorno e mi piaceva, ero piccola
ed era tutto rose e fiori ma capivo già
una storia molto strana in quella mia città.
Ora che sono grande, addirittura una donna
e non cammino più per la mano con mia nonna
queste strade enorme ora si sono ristrette
la mia città ora è un Paesello e io sono in manette.
Da dove vieni, mammamia, che brutto posto è..
un tempo qui abituava un uomo, un cavaliere e
tutti lo salutavano, lui si sentiva un Re
ma senza l’armatura lui dettava un ordine
e non andava di persona, c’era chi per sé.
Perché non vieni anche tu in questo posto di matti
per le strade vedrai uomini che sembrano ratti
ma dai, non è tanto male, ascolto ‘sto ritornello
pensavo fosse una città e invece era un Paesello.

Sono tornata nelle strade della mia città
il Paesello ora è tranquillo, ma scappa via di qua!


 

PHILOFOBIA

È che non ho voglia
proprio non c’ho voglia
di vedere che ‘sta gente parla ma poi non ascolta
che è okay se non sai leggere il pensiero
ma un volto scuro
e lacrime amare
come fai a non vedere il dolore?
È più semplice se non ascolti
se tiri indietro e non ti volti
se ti fa paura la paura di un altro
una debolezza detta tra sospiri
quindi cammini, cammini e non ti giri.
E non ricordi più dei volti
non ricordi manco gli occhi
che si voltavano sconvolti
dall’assenza di rumore
volti stravolti
dalla presenza del silenzio
dal vuoto e dal suo impatto.
Com’è che non vuoi vedere il dolore?
Che lo urlo dagli occhi
un po’ lucidi, un po’ sfatti
ma mai stanchi
come i pezzi che ho perduto e non ritroverò
come un film che ho già visto e mai più riguarderò.
Dimmi cosa vedi se guardi fino in fondo
senza tirarti indietro
guardami dritto negli occhi
siamo uguali io e te
abbiamo un cuore distrutto dai sogni.


 

TI SVELO UN SEGRETO

Voglio diventare madre lo so da tempo
da quel cicciobello nero che amavo tanto
ma la vita a volte sceglie strade diverse
non trovo cicciobello forse l’ho perso.
Sogno una famiglia grande, tanta gente e un cane
ma come faccio a cambiare? Ferma non so stare.
Un giorno forse leggeranno queste righe
capiranno che li ho amati forse più delle rime.
Ho un sogno nel cuore scritto su fogli di carta
ma li tengo per me sennò qualcuno li straccia
forse sarò proprio come quelli che ho odiato
aspetto ancora qualcuno che mi sfiori la mano
immagino che un giorno voi sarete tutti qui
a leggere le pagina che ho scritto un qualsiasi lunedì
allora scrivo in fretta, le mie dita senza sosta
ti aspetto come il mare che aspetta ritorni la sua onda.
Vorrei una famiglia grande con tanti figli
non gli dirò mai di stare fermi e stare zitti
li incoraggerò, gli indicherò la strada
li aiuterò, sarò qui comunque vada.
Ho un sogno nel cuore scritto su fogli di carta
ma li tengo per me sennò qualcuno li straccia
immagino che un giorno voi sarete tutti qui
a leggere le pagine che ho scritto un qualsiasi lunedì

allora scrivo in fretta, le mie dita senza sosta
ti aspetto come il mare che aspetta che ritorni la sua onda.
Ti svelo un segreto, ascolta con attenzione
appoggerò sicuro la tua ribellione
ma scegli con cura la tua lunga battaglia
sarò in prima fila a dire “quella è mia figlia!”