Roberta Bianchi Lusardi - Poesie

Preghiera

 

Che bello, Signore !

Fa che non passi,

che non scompaia in fretta

questo giorno al tramonto,

questo verde cuscino,

questa pioggia intrigante

di rami vellutati,

questo fresco fogliame

proteso su me

in carezza di luce,

in fierezza e meraviglia

e quest’ultimo abbaglio

della mia nuova Estate.


Le mie spalle

 

Ormai sto in attesa.

Qualcuno arriverà.

E salverò me stessa

E quelli che ho molto amato.

Nessun altro salverò.

Non mi salveranno

l’abbraccio dei miei alberi

né i riccioli neri di ferro battuto

sul portone del mio giardino.

Qualcuno arriverà.

Potrò gettare a terra

il mio zaino di dolore

e riconoscere, alla fine,

le mie spalle.


Aprile

 

A caviglie incrociate,

alla finestra amata,

sto avvoltolata in me

sul tavolino antico

abbracciandomi tutta

all’Orso Bruno dei miei sogni

sotto i ripari eterni

della magnolia

e del mio vecchio cedro,

frondosi e cari paterni tetti

a questa pioggia

muschiosissima e fragile

d’erba nuova odorosa

e di nascoste primavere.


Dalla parte della corte

 

Dalla parte della corte

soffia il vento, tuona forte,

goccia e scroscia la grondaia;

ma t’inebbria il gelsomino

col suo incenso mattutino

quando il sole, foglia a foglia,

fa brillare la magnolia

e il ciliegio e il melograno

sembran tendersi la mano.

Dalla parte della corte

c’è un palazzo a nove porte.

Nove giorni, nove anni:

non traspaiono gli inganni

mentre ardita le traversi

e i tuoi sogni van dispersi.


 

Vorrei morire

Vorrei morire

come fa il tramonto

a fine luglio

dentro la chioma

verde oro

di un ippocastano.


 

Non ho tempo

Non ho tempo per scrivere.

Credi ch’io possa alzarmi e dire:

ora scrivo?

Qui c’è sempre una guerra,

un agguato,

un temporale,

un arcobaleno alla finestra.


 

Nessuna Estate

Nessuna Estate,

prima,

somigliò

ad un pesante Inverno

che non sa

morire bene.


 

Come sono belli

Come sono belli

i cedri verdineri

nel cielo bianco di zinco

pieno di neve

che non c’è.


 

Chi mi porterà via

Chi mi porterà via

scavalcando

balconi e cancelli,

guizzando a filo

sull’acqua piovana

che stagna e ribolle

nell’orto, sul prato

e dentro le aiuole

del nostro giardino?


 

Che cosa c’è

Che cosa c’è

alla fine della strada

di foglie gialle

e rosso fuoco,

tappeto alle radici stanche

di questi lisci e pigri

e magri pioppi d’Inverno?