Roberta Clerici - Poesie

Al mio più grande amico

 

Zampette storte e malferme

sostengono il tuo corpicino  che si offre alle mie carezze

mentre ti rinchiudo tra le mani

come un tesoro prezioso che non riesco a lasciare andare.

I tuoi occhi spenti leggono la mia anima per donarle tenerezza che la fa brillare

ogni volta che mi soffermo a guardarti

e non c’è bellezza che possa eguagliarti.

Senza parole che possano confonderci

condividiamo il silenzio che contiene tutto e non definisce nulla

non vicini non lontani

non io non tu

ed io sono i tuoi occhi

a volte le tue gambe

ma tu vedi anche per me e mi porti lontano

quando non so dove andare

e prendi il comando.

La crudeltà degli uomini non ti ha risparmiato

e  proprio questo ci ha reso fratelli

tu offeso nel corpo e io nel cuore

mano nella zampa

da soli a vagare

sotto un manto di azzurro abbracciati dal sole

che non fa domande e continua a scaldare.


Autunno

 

Tu che sei nato in estate

quando la terra è gravida e l’aria è satura di fragranze e sapori

di colori vivi e luce accecante

forse non ami l’autunno.

Gli uccelli migrano lontano lasciando la terra desolata

perché possa ricordare nel sopraggiunto silenzio

l’ eco delle loro grida nel cielo.

La luce del sole si fa più timida nel comparire

le nuvole nella notte trasformano la luna piena in un riflesso opaco

ombre oscure hanno preso il posto delle cose

hanno contorni indefiniti e tremanti.

L’anima del mondo si è incarnata altrove e tu ne erediti le spoglie.

Eppure

se riuscirai a soffermarti per un istante tra i rami nudi ad ascoltare il vento che spazza via le foglie morte

e a lasciarti accarezzare dalla pioggia sottile che rigenera i solchi svuotati

ti accorgerai di un respiro sommesso

del battito lieve di un cuore che sta riposando.

Se saprai attendere paziente il risveglio

allora

avrai per te solo una terra vergine da fecondare

e fiori e frutti riempiranno le tue mani

e nei tuoi occhi brillerà la luce di un giorno senza tramonto.

Udirai nuovi sussurri e nuove grida che avranno il tuo nome

stormi di uccelli si libereranno nel cielo per te soltanto imbastendo danze d’amore

sulle note di una musica scritta per te dalle acque dei ruscelli

ed il vento ti porterà in un viaggio senza fine accarezzando il tuo sorriso perché non svanisca

ed il sole penetrerà le tue membra per infondervi calore e forza

sarai stordito da profumi inebrianti che rapiranno i tuoi sensi fino a confonderli.

Allora

e solo allora

mi incontrerai di nuovo e guardandomi

non mi riconoscerai.


Divenire

 

Parole inseguono i tuoi pensieri

capriole invisibili

senza meta o fine

disegnano in aria forme meravigliose

che ti corteggiano per prendere vita

sabbia scorre leggera tra le tue dita

scultura eterna di quel divenire che ti porta via

per darti la vita che tu hai sognato

vissuto e scolpito

lì dove io non posso raggiungerti.


IL Demone

 

Negato

innominato

giudicato

rinchiuso

incatenato

imbavagliato

affamato

curato

drogato

addestrato

 

angelo nero senza peccato

 

potente

come le rapide di un fiume

come il mare in tempesta

come il tuono e il vulcano

 

sorgi glorioso dalle tenebre dell’ oblio

spezza le catene della preghiera e della paura

divora la noia della saggezza

della giustizia

della vecchiaia

di regole e confini

di questa pazzia legale e ordinata

che si ostina a negare la tua esistenza

 

spiega le ali

scuoti gli assopiti

distruggi e divora

questa realtà che non è realtà

questa verità che non è verità

questa bugia che non è la tua

 

senza riposo

né pace né morte

sorgi libero

e urla tutta la nostra potenza.


Il temporale

 

Ho visto i tuoi occhi brillare

Il tuo naso perfetto

Il tuo volto disteso

ti ho sentito vicino  presente

ti ho raggiunto e ti ho stretto al mio cuore

senza bisogno di braccia per stringerti

e ti ho lasciato andare senza perderti

e sei ancora qui

sotto la pioggia di questo temporale

che nutre la vita nel suo eterno manifestarsi

goccioline uguali alle goccioline che piangi quando mi ami.


La Signora

 

Una nebbia sottile ti avvolge discreta

gentile come una carezza

tu non l’avverti neanche

ti senti al sicuro protetto dalla tua arroganza.

Gonfio della gloria che ti sei attribuito

riempi il ventre ingordo

e soddisfi la tua carne putrida con una puttana.

Finalmente la fame si placa

e l’ultimo sorso di vino che puoi sopportare è ingoiato.

La nebbia ora fitta ti circonda di tenebre e silenzio

il battito del cuore ti è insopportabile

il respiro inciampa qua e là

incerto e affannoso nel suo procedere stanco

i pensieri annegano

i sensi si confondono e disperano provando piacere

la gloria la carne e l’euforia non ti sostengono oltre

si dissolvono e ti abbandonano a contemplare il tuo Essere.

Non vuoi guardare

non puoi

hai paura di sostenere il tuo stesso sguardo

che riflette vuoto e oscurità.

E allora Lei lentamente avanza

emerge dalla nebbia

fiera potente e maestosa

splendente della sua eterna gloria

e sorridendo

si china su di te

ti avvolge

e risucchia dalla tua bocca l’ultimo alito di vita.


La Tigre

 

Denti affilati celati dietro sorrisi quieti

artigli fatali accarezzano leggeri

occhi socchiusi non riposano mai

nel silenzio un ruggito soffocato e sommesso

passo lento e indolente precede il balzo

manto che per bellezza paralizza ed incanta

la preda felice di essere divorata


Prateria

 

Ho cavalcato con te nella prateria bianca

il vento della tua voce tra i capelli

le nuvole del tuo respiro sul sole nero dei tuoi occhi a riscaldare la pelle

le tue braccia rami per sostenere la danza del mio ventre

sulle tue montagne e le tue valli

a risvegliare il fiume del tuo sangue

che scuote la terra e libera la vita

che è la tua

che è la mia

senza più distinzione

nell’attimo eterno in cui ti perdi

e ritorni da me.


Primavera

 

Ogni anno torna la primavera

con il suo profumo d’attesa

Il vento tiepido come una carezza

ogni anno la nostalgia struggente illumina le stelle di una luce nuova come una promessa

ogni anno vorrei poter mai dormire per ascoltare l’incanto della notte cantata dai grilli

ogni anno saluto la bella stagione come se fosse la prima e l’ultima della mia vita.

Ora che ci sei tu

astro nascente fra le stelle antiche

non temo più che la bella stagione possa finire.


Stelle

 

Di giorno le stelle sono invisibili agli occhi umani

eppure continuano a brillare

così il tuo sorriso emana la luce che illumina il mio universo

anche quando non ci sei

poi arriva improvvisa la notte

e allora accendi tu tutte le stelle.