Roberta Iachi-Bretto - Poesie

MAX e TIGRE

Un giorno tornando da lavorare
Vidi un cartone per strada ondeggiare
Fermandomi attenta sul bordo del fosso
Spostai le alette con gli occhi tuoi addosso

Un batuffolo di pelo grigio e bianco
L’occhio arzillo non sembravi stanco
Un “miao” amorevole verso di me
Innamorata all’istante fui di te

il tuo nome era scritto in pennarello
qualcuno ti abbandonava, quel monello
scriveva il tuo nome con incerta calligrafia
forse un bambino, doveva darti via

ora sei con me mio dolce amore
tra braccia amorevoli e tanto calore
hai mostrato da subito il tuo caratterino
decidi tu quando vuoi quel bacino

della casa sei padrone
hai la stoffa di un leone
ma di coccole sei ghiotto
proprio come un orsacchiotto

e per farti compagnia
ecco Tigre, l’allegria
vi azzuffate giorno e notte
vi ho sentito anche stanotte

ma vi amate, è evidente
ogni zuffa è divertente
qualche scherzo, tanti agguati
due micini scalmanati!

 


 

Immobile

Le altalene ondeggiavano al vento
I fiori danzavano allegri in quell’oceano di prato
Il gatto saltellava rincorrendo una cavalletta
I passerotti cinguettavano insistenti
I panni stesi godevano del sole e del pacato dondolare
Il sole sorgeva e tramontava ogni giorno
la luna compiva il suo ciclo ogni mese
Le onde del mare continuavano a infrangersi sugli scogli
Solo lei se ne stava immobile sul dondolo azzurro senza dondolare
a osservare la vita andare avanti senza di lei
sperando in un sogno che non avrebbe mai abbandonato

 


 

Vacanze

Le vacanze son tornate
Sono sempre apprezzate
in montagna o in collina
sembro sempre una bambina

son tranquilla e rilassata
mi organizzo la giornata
attività a piacimento
purché sia divertimento

con gli amici e la famiglia
c’intendiamo a meraviglia
le risate in abbondanza
che non sono mai abbastanza

non manca di certo qualche pazzia
l’estate è fatta per qualche follia
una pizza in spiaggia, un grande falò
la luna riflessa e un bel pedalò

amori impazziti, amori roventi
amori finiti, amori nascenti
tante amicizie e conoscenze
su sabbia accaldata si apron le danze

musica sport e animazione
or tocca a me cantar la canzone
bar karaoke e gelateria
luoghi affollati, tanta euforia

finisce veloce la bella vacanza
ricordi, risate già in lontanaza

 


 

Coraggio delle lacrime

Mi sono soffermata a guardarmi dentro
Ma il volo di un aereo lento e l’abbaiare di un cane mi confondono
Torno ai miei pensieri…chiudo gli occhi per ascoltarli
Ma una farfalla fa capolino solleticandomi le ciglia
Apro gli occhi, una chiocciola si arrampica sullo stelo di un fiore

Di nuovo tento di scoperchiare il mio cuore
Ma un’ape ronza, un ragno tesse la sua tela e un uccellino vola.
Forse non voglio, forse non è il momento, forse non devo farlo.
Lacrime…di gioia o di dolore, ma scendete vi prego!
Almeno tentate di lavare quell’immobilità di emozioni ..

 


 

Il caffè

Non mi sveglio la mattina
Se non sento il tuo profumo
Mi scateni adrenalina
Mentre lenta ti consumo

Sei nero, bollente, mi piaci perché
Sei dolce sei forte questo amo di te
Sai darmi la carica
Piacevole arabica

Sai darmi tepore
Se cerco calore
Abbracci i miei momenti
Tra spire di fumo accoglienti

Tra le mani stretto sei intimità
con tramonto vista mare sei beltà
una pausa meritata
una sorpresa inaspettata

Vuoi essere il massimo?
Ascolta me
Su un vassoio un fiordaliso
servito con te

A letto ancora
un po’ scompigliata
Mi fai sorridere,
mi rallegri la giornata

 


 

Figli

Quando nascesti, figlio mio
Pensai subito “Dono di Dio”
Tanto piccino, un poco paffuto
Tra le mie braccia, il primo saluto

con occhi curiosi guardavi sorpreso
il mio volto sereno, ora disteso
il dolore per me non esisteva più
nel mio dolce mondo ora c’eri tu

tre giorni accudita e dopo di che
in carrozzina a casa con me
insieme abbiamo imparato
cosa vuol dire stracoccolato

il tuo fratellino un bell’uragano
nacque deciso, un vero vulcano
non aspettò un minuto di più
voleva mostrarci gli occhi suoi blu

voi insieme eravate
una banda di risate
una giostra di sorrisi
e di giochi condivisi

una gioia per il cuore
un bel tocco di colore
siete gioia, siete amore
allietate le mie ore

 


 

Paura di amare

Qualcuno una volta disse “chi comincia ad amare , deve essere pronto a soffrire”
Molte persone si frenano, si bloccano, si pietrificano di fronte all’amore
Sono tentate sì, l’amore è una calamita… ma poi fuggono, si allontanano a tal punto che nemmeno la calamita più potente potrebbe attrarre quell’amore.
Ma le due metà della mela per quanto lontane siano prima o poi si ritrovano, non esiste coincidenza, no… non esiste il caso. Si incontrano e basta e allora ricomincia la danza, un passo avanti e uno indietro, ci si riavvicina per poi provare di nuovo quel terrore della delusione, e la paura che quell’amore non sia eterno…
Questa è la follia più grande… non amare per paura.. sarebbe come non vivere per la paura di morire…
Ma la paura di innamorarsi non è forse già un po’ amore?

 


 

Il sole

Mi sveglio al mattino
E tu già sei qui
Tu fai capolino
Per me ogni dì

Caldo raggiante
assai luminoso
tu sei appagante
ma mai altezzoso

baci la pelle
con tocco leggero
spunti ribelle
coi tuoi raggi, fiero

estate e inverno
sei sempre con me
il tuo caldo eterno
fa proprio per me

sei energia per le creature
sei fonte di luce nelle radure
ti specchi nei mari
e poco dopo scompari

da sempre ogni sera
Lasci il posto alla Luna
Diversa atmosfera
Ma qualcosa vi accomuna

 


 

Il nonno

Nato il giorno di san Valentino
Avevi fretta di nascere, settimino
Lui proteggeva gli innamorati
Tu facevi sorridere i tuoi nipoti
Raccontavi con aria sognante
Della tua infanzia, ormai distante
Delle guerre che avevi passato
di amici persi o che avevi trovato
La nonna, tua moglie, amava di te
Il voler ballare senza un perché
Allargavi le braccia, un dolce invito
Lei sorrideva intrecciando le dita
Volteggiando leggeri nella cucina
La trasformavi in ballerina
Cercandovi gli occhi con calore
Raccontavate una vita d’amore
Dodici anni di differenza
Non contavano per la confidenza
Vi capivate con sguardo d’intesa
Benedicendo la strada intrapresa
Raccontavi fiero il primo incontro
Tu soldato, lei bimba, di contro
facesti un favore
a una zia preoccupata
Dalla Francia portasti
una lettera incartata
destinataria la tua dolce metà
ma ancora piccina, un domani chissà
L’avvenimento finito così
Trovò un proseguo in un certo dì
Lei ormai donna, tu uomo vissuto
Vi rincontraste per un saluto
Il futuro eccolo qua
In un monolocale di felicità

 


 

L’ombrellino

Quando mandi un messaggio d’amore ti aspetti come  minimo che l’altro risponda come te, qualcosa tipo “anche io”, oppure “la penso come te”, o un semplice “idem” o meglio ancora “ti amo”…
Ma quando non risponde…visualizza, legge, e non risponde…allora vai nel pallone…o almeno… io vado nel pallone..
Come sempre quando succede così cerco un segno, qualcosa che mi dica che sto facendo bene, che devo continuare per la mia strada, con il mio sogno, con la realizzazione del mio destino, qualcosa che mi confermi che Lui c’è,  e che devo perseverare. L’unica che mi dà segni precisi è la natura.
Scendo dalla macchina, percorro un sentiero tra l’erba verde. Mi addentro fino ad arrivare a una radura con un cerchio di cemento in terra forse un’area pic-nic
Mi scende una lacrima,  è  la stanchezza,  la spossatezza, lo so, poi mi passa. Cade sul cemento grigio , proprio lì accanto un ombrellino…Io li chiamo così…quelli che si staccano e svolazzano dappertutto quando il fiore giallo del tarassaco appassisce. Mi hanno sempre affascinato molto, da piccina sognavo spesso di appendermi a uno di quelli e volare via lontano..
Ok… deciso! è lui che mi darà il segno!
Chiudo gli occhi e formulo la mia domanda interiore, la sento così intensamente da assentarmi dalla realtà  per un momento indefinito. Riapro gli occhi..l’ombrellino è  lì in balia della brezza del mattino. La sua forma tipica lo fa muovere roteando..non ha una traiettoria ben definita ma è  proprio questo il punto: se si avvicina fino a toccare la punta delle mie scarpe vuol dire che Lui, l’amore della mia vita,  arriverà  da me..
Respiro a fondo…Comincia la danza, lo guardo roteare, si muove su traiettorie curve un po’  verso destra, e poi torna indietro, ecco… proprio come fa Lui, prima si apre e poi si chiude a riccio… prosegue la sua danza  sempre roteando,  è confuso non sa dove andare e anche qui trovo la connessione con la realtà. Chiudo gli occhi e gli chiedo di venire verso di me senza paura,  e l’ombrellino si avvicina lentamente, molto lentamente,  con cautela. Chiudo di nuovo  gli occhi, lo chiamo,  lo imploro di fidarsi di me. Riapro gli occhi, ha cambiato posizione, ora è  più  vicino, forse si fida? Ma una folata di vento lo fa roteare su sé stesso e lo sposta di nuovo verso destra così lontano  che mi cade un’altra lacrima, mentre penso che non tornerà  più  da me, ormai e  così tremendamente distante…
Mi si annebbia la vista, troppe lacrime cominciano a sgorgare. Respiro, asciugo gli occhi  e osservo di nuovo la sua terribile danza con coraggio e forse un po’ di rassegnazione. Ora sta tornando indietro, proprio al punto di partenza. Gira vorticosamente in un ballo sfrenato accompagnato dal vento, raccoglie un piumino dei pioppi..ecco adesso è pure più  pesante. Ha un fardello con sé…Giusto! Lui deve risolvere i suoi mille problemi, non puo’ imboccare questa strada con me, almeno per ora! Eccolo  stanco e appesantito, la sua traiettoria ancora più  irregolare.. Non arriverà  mai, troppo difficile da guidare questa nave in tempesta. Vira verso sinistra e poi verso destra, rotea su sé  stesso e poi con un colpo di vento improvviso piomba dritto sulla punta delle mie scarpe con tanto di fardello.
Stupita e stordita sorrido tra le lacrime…lo porteremo insieme quel fardello…

 


 

Il dono della scrittura

Un camino acceso, una tazza di cioccolata,

Una grande finestra, e una gatta acciambellata,

Un foglio bianco, una penna e un po’ di magia,

Ciò che occorre a fuggir lontano… andare via…

Il viso tra le mani e lo sguardo all’insù,

La nascita di un sorriso nei miei occhi blu.

Sta germogliando, sta sbocciando, prende forma lentamente,

Come fiamma che si accende, quella pagina già attende.

Osservo le idee, come fossero ampie spire di fumo,

Salgono, scendono, cambiano direzione, ne sento il profumo.

Si diradano, si snelliscono, sono ancora indefinite,

In un soffio diventan inchiostro, la bellezza di Afrodite.

Corre veloce la piuma leggera, zigzagando tra le righe,

Salta ostacoli, aggira barriere, abbatte i muri delle dighe.

Come cascata di spruzzi e di schiuma bagna la tela bianca,

Come un fiume impetuoso raggiunge il mare e mai si stanca.

Pagine come candide lenzuola svolazzano al vento,

Costellazioni di immagini e pensieri, un brillante firmamento.

Cinguettio di uccellini, sbatter d’ali di farfalle,

Note, colori e arcobaleni, praterie nella valle.

Mi sento Regina, mi sento onnipotente,

Sto creando una realtà, o un mondo inesistente?

Trampolino per chi ama tuffarsi nelle fantasie,

Unicorni alati, che si lanciano in acrobazie.

Un racconto, una poesia, allegorie della vita,

Attraggono pensieri, ne sono calamita,

Più scrivo, più mi avvicino ad ogni mio deìo,

Lo raggiungo pur immobile, dietro a quel leggìo…

 


 

Le parole che non ti ho detto

Se potessi rivederti un solo minuto,

Non sprecherei tempo per un normale saluto,

Non fa per me questo autocontrollo,

Ti abbraccerei emozionata saltandoti al collo. 

Il tuo profumo sarebbe di certo,

Antidoto, pozione, per il distacco sofferto,

Mi accoglieresti felice, le braccia tue aperte,

Protettive e avvolgenti come calde coperte.     

Ti direi tra le lacrime e immensi sorrisi:

“Mi sei tanto mancato, non possiam star divisi,

I tuoi occhi come specchi che riflettono il cuore,

Son per me dolci conferme, traduttori di amore.

Sei il cassetto ormai aperto, sei il sogno realizzato,

Come oasi nel deserto, sei fontana per l’assetato,

Sei pennello per il pittore, sei scalpello per lo scultore,

Siamo opera d’arte, un quadro d’autore”

Ti direi che quel libro a cui ho tanto aspirato,

Lo sto scrivendo con te, mio giovane innamorato,

Ci sono i ricordi, ci sono i pensieri,

Ci sono i vissuti e i nostri desideri.

Ogni parola è un nostro respiro,

Ogni capitolo emozioni da capogiro,

L’indice le tappe di un’intrecciata vita,

L’epilogo la dimostrazione della nostra riuscita. 

Non ti ho mai detto quante volte ho pensato,

Che eri troppo per me, un regalo immeritato,

Sei stato per anni illusione e chimera…

Ora sei qui… magica atmosfera.


 

La musica dell’anima

In questi giorni lo sai mi sento un po’ sola,

Ma lei dolcemente il mio cuore consola,

Con cuffie, con casse, o in radiofonia,

Raggiunge l’essenza dell’anima mia.

Canzoni stupende ma assai dolorose,

Scatenano in me emozioni silenziose,

Lacrime nere di mascara tinte,

Cacciate in gola, son state respinte.

Canzoni di contro del dolor sono ignare,

Se ascolto a occhi chiusi mi par di sognare,

Fuggo d’un tratto, non sono più qua,

Immagino e creo che cosa accadrà.

Canzoni gioiose e dal timbro un po’ estivo,

Mi fanno ballare, l’umore è esplosivo,

Non bado più a nulla non voglio pensare,

Sento il vestito e i capelli ondeggiare.

Melodie dedicate a chi mai ascolterà,

O scritte e cantate da celebrità,

Colme di amore e un po’ di empatia,

Di dolci pensieri sono acrobazia.

Un motivo che chiamano tormentone,

Riconosci immediato all’accensione,

Passa spavaldo su ogni frequenza,

Ti entra nell’anima con insistenza.

Ho provato a comporne una mia sinfonia,

Ma poi mi son detta “lascia che sia”,

Le scelgo con cura o scelgono me,

Non riesco nemmeno a spiegarmi il perché…


 

La chiocciola

Un pensiero strano il mio, 

Mi vergogno un po’ a dirlo,

Potrei chiederlo a Dio,

Lui potrebbe capirlo.

Vorrei nascer lumachina,

Senza fretta lenta, lenta,

Sulla schiena la mia casina,

Sempre in viaggio e assai contenta.

Mi difendo dai nemici,

Mi difendo dal mal tempo,

I miei occhi attenti e felici,

Scruto il mondo con fare attento.

I cornetti lunghi e stretti,

Si ritraggono immediati,

Se li sfioran o fan dispetti,

Pur per tocchi delicati.

Ma la cosa a cui più ambisco,

È la traccia sua argentata,

Che mi affascina, ribadisco,

Una lunare scia fatata.

Di magia e stelle brillanti,

Sembra coda di cometa,

O Via Lattea di diamanti,

Lei sa sempre la sua meta. 

Con pazienza e perseveranza,

i suoi sogni inseguirà…

Non c’è dubbio, va ad oltranza,

I suoi obiettivi raggiungerà.

 


 

 

Luna misteriosa

Questa sera un po’ pensosa,

Ti osservavo, ero ansiosa,

La tua luce, ero perplessa,

Non è tua, è riflessa.

Nonostante il mio pensiero,

Sei bellissima davvero,

Dai sostegno e comprensione,

Sei oggetto d’ammirazione.

Tra le stelle del firmamento,

Sei palloncino color argento,

Ascolti ricordi e dolci pensieri,

Vorresti esaudire quei desideri.

Sembra impossibile, dico davvero,

Sei la stessa che vide Romeo,

Quando Giulietta lo rimproverò,

“Su Lei non giurar!” e un po’ s’imbronciò.

Ti disse “incostante famosa perché,

Muti la faccia ogni mese” ahimè,

Ma tu, dolce Luna, non ti crucciare,

È la tua natura, un rotondo andare.  

Io adoro il tuo essere di muta cangiante,

Sei rossa sei gialla o bianca e distante,

Sei piena e lucente e assai luminosa,

Se nuova sei nera sei tonda o sinuosa.

Se ti fotografan giorno per giorno,

Sai come appare del ciclo il contorno?

Appare un Otto, il segno Infinito…

Dall’Universo, da sempre, ben custodito.


 

IL VOLO DELL’OMBRELLINO 

 

 

Lo chiamano Tarassaco o fior della cicoria,

Ma io vorrei soltanto raccontarvi una storia,

L’affascinante metamorfosi del Dente di Leone,

Dai petali allungati, al soffice soffione.

Lui dei prati è il Re indiscusso,

Spunta alto, sembra un watusso,

Con la gialla sua criniera,

Lui non ama la fioriera.      

Nasce nei prati, un ciuffo assai vistoso,

Spunta impertinente, il suo giallo coraggioso,

I suoi petali impavidi protendon verso il sole,

Mai addomesticati, non sono nelle aiuole.     

Impertinenti, spavaldi e dal fare un po’ selvaggio,

Non si adattano alle mani dell’esperto in giardinaggio,

Crescono ovunque non puoi comandarli,

Sono liberi e felici puoi solo ammirarli.

Con le rose con i gigli non han nulla in comune,

Semplice e grazioso dalle invidie lui è immune,

Non esiston varietà, lui è unico e originale,

Sa farti compagnia nella gita domenicale.

Amato dai bambini per esprimer desideri,

Son famosi, conosciuti, di leggende son forieri,

La sua sfera piumosa, con un soffio si disperde,

Il pon pon ormai famoso, che svanisce in mezzo al verde.   

Io da piccola sognavo di afferrare l’ombrellino,

Di volare spensierata in quel cielo argentino,

Di vertigini non soffro, di paure non ricordo,

Sa far pur da paracadute, “Dai salite tutti a bordo!”    


 

LA NASCITA DI UNA FARFALLA  

 

 

Sono morbido, cicciottello e delicato,

Mi accorcio e mi allungo nei miei spostamenti,

Di verde di giallo arancione chiazzato,

Attendo paziente i miei cambiamenti.

Mi nutro di foglie, mangio a non finire,

Mi appendo su un ramo, a testa in giù,

Se qualcuno mi osserva sembro dormire,

di sicuro così non mi sveglierò più.

Il duro lavoro nel bozzolo appeso,

Non vede nessuno, è solo per me,

Sto bene e protetto e rimarrò illeso,

Fino a che sboccio, sorpresa per te.

Mi guardi con occhi stupiti e curiosi,

Paffute manine san tener le distanze,

Osservi il mio stato con gesti affettuosi,

Attendi con ansia le nuove sembianze,

Mi guardi ogni giorno tornato da scuola,

Aspetti impaziente, non vedi l’ora,

“Chissà se ha bisogno la dolce bestiola?

Non esce, non nasce, ancor niente finora “

Ma ecco che il dì, finalmente è arrivato,

Mi stiro, mi allungo e un po’ mi sgranchisco

Tra i rami e le foglie mi sento osservato,

Non sono più io però…non capisco.

Allargo le ali nuove e splendenti,

Polvere magica, colori sgargianti,

Scuoto le ali con far celestiale,

come sbatter di ciglia di donna fatale.

 

 


 

IL MIO LAGO  

 

Il mio Lago mi abbraccia, mi accoglie,

Come barche di carta ci ondeggiano foglie,

Sa leggere tra le pagine dell’anima mia,

Sa guarirmi dai pensieri con temporanea amnesia.    

Protettore di pesci e anatre affezionate,

Protagonista di fiabe e storie incantate,

Casa per cigni dai colli fluttuanti,

Capanna di canne per ninfee galleggianti.

Comprensivo come un padre, sa capirmi,

Le sue deboli onde sanno rapirmi,

Avanza lento e tranquillo verso la me che lo fugge,

Mi tende la mano quando il mio cuore si strugge.

Il lento frusciare sulla riva sabbiosa,

Calma la mia mente tormentata e pensosa,

Le montagne che si stagliano sul pallido orizzonte,

Si riflettono nelle acque, tra di Noi fan da ponte.

Mi specchio nelle sue acque guardandomi dentro,

Cerco la causa del dolore, il crudele epicentro,

Le dita titubanti cercano il bagnato contatto,

Al tocco un cerchio si allarga, pare quasi astratto.

Ad un tratto affogo nelle sue acque scure,

Ma è solo rinascita, prosciuga le mie paure,

Mi prende, mi affonda, mi cela nell’oscurità,

Mi riporta a galla, mi cura, mi dona stabilità. 

È un ciclo doloroso, ma a volte necessario,

Lo posso raccontare soltanto al mio diario,

Mi porta alla deriva, dopo aver toccato il fondo,

Mi salva dai vortici e mi riporta al mondo…


 

IL SIGNIFICATO DI UNA LACRIMA

 

Gocce di sale, gocce di dolore,

Precipitano sulle guance di un pallido candore,

Calde come l’amore che le fece scaturire,

Umide come un bacio, un tenero sentire.

Crescono, rotolano veloci sul mio viso,

Come palle di neve per pupazzi dal buffo sorriso,

Bagnano il cuscino, inondano cuori infranti,

Lavano l’anima se scendono abbondanti.

Per ginocchia sbucciate in bicicletta son copiose,

Ma terminano con un bacio di mamme assai affettuose,

Scendon di rabbia per un tiro di trecce dal compagno di scuola,

Si placano nel momento in cui lo stesso burlone le consola.

Come fiumi in piena, o cascate fragorose,

Accompagnano singhiozzi o risate strepitose,

Per ogni emozione c’è una lacrima diversa,

Di rabbia, di rancore per la sorte a noi avversa.   

Non mancano le lacrime, quelle commoventi,

Fan luccicare gli occhi in magici momenti,

Un film romanticone o un dono inaspettato,

Le fan piovere abbondanti, lo sguardo un po’ abbassato.

Non me ne vogliano le altre, ma quelle che più amo,

Sono quelle di sorpresa per quello che non pensavamo,

Quando sogni qualcuno, che in fondo non ti aspetti,

Invece ti si presenta, con tutti i suoi adorabili difetti.

Le mani sul viso per nascondere l’emozione,

Gli occhi celati dalle dita in attesa della dichiarazione,

Fintanto che il tuo Lui con tocco dolce e comprensivo,

Ti scopre lo sguardo, il cuore, l’anima, strappandoti il sorriso.


 

Angelo mai nato

Eri solo un pensiero nella mia immaginazione,

Un sogno, un mistero, una dolce sensazione,

Nel mio immaginario avevi gli occhi turchesi,

Color di zaffiri dai toni un po’ accesi.

Un semino piantato in grembo diventasti un bel dì,

Sentivo il batter d’ali di un piccolo colibrì,

Una bollicina che vagava nel mio corpo amorevole,

Dell’affetto che per te provavo, eri anima inconsapevole. 

Cominciai a viverti nei miei più segreti pensieri,

T’immaginavo tra le braccia sotto i miei occhi fieri,

Dolce, tenera e graziosa in alcuni momenti,

O testarda e capricciosa, mettevi tutti sull’attenti!

Ogni tuo sorriso una festa per il cuore,

Ogni tuo pianto attirava abbracci di puro amore,

La poppata di notte, un intimo appuntamento,

Tutto taceva e le stelle incise nel firmamento.

La tua manina afferrava i miei biondi capelli,

Una carezza sul cuore, un quadro di Botticelli,

I tuoi occhi socchiusi si godevano il momento,

I miei occhi amorevoli fotografavano l’accadimento.

I riccioli impertinenti ti incorniciavano il viso,

Sembravano accendere il tuo dolce sorriso,

Due labbra color ciliegia e morbide come velluto,

Regine indiscusse del tuo volto paffuto.

Non fu destino, Gloria, l’averti con me…

Una forza suprema ti volle con sé.

Vegli sui tuoi fratellini, ormai fratelloni,

Dall’alto dei cieli e mai ci abbandoni…