Roberto Cara - Poesie

L’amore da lontano

 

Brucia la notte con i suoi sogni

riprendon fiato tra i troppi impegni.

Tornano le favole ed i piccoli segni,

con fiumi colmi ed i tramonti lontani.

 

Qualcosa conta, qualcosa canta,

nelle pozzanghere con un riflesso,

vaga l’innocenza racconta,

che c’è sempre stato ed è ancora ammesso.

 

Solitario, stava li ad aspettare un momento,

guardando da lontano e con sospetto,

con sguardo cupo ed accigliato,

se qualcuno si fosse accorto prima…

 

che non se n’era mai andato.



Lontano

 

Aprendo gli occhi guarderai, lontano.

Abbastanza da immaginare un orizzonte diverso,

la strada ai piedi di una montagna,

una canzone con un ritornello non ancora ascoltato.

 

Scapperai, lontano.

Per chi non ha mai detto che lo avresti dovuto fare,

quando sentirai il bisogno di prendere tempo e,

buttare giù i muri che dividono, ancora.

 

Resisterai, lontano.

Quanto basta per vedere un’altra prospettiva,

imparare ad apprezzare chi hai davanti e,

regalare un sorriso con un sorriso a chi, da te, lo aspettava.

 

Tremerai un istante avvicinandoti, lontano.

Per incrociare nuovamente il suo sguardo,

quando, regalandoti un giorno nuovo,

ti farà scoprire nuovamente l’amore.

 

Solo allora sarà il momento giusto per tornare.



Sempre e comunque

 

Notti insonni a cercare un posto,
chiamare qualcuno con un pretesto 

pur conoscendo il pensiero opposto.

 

Protagonista il dolore si immergeva nella passione,
osservava qualcosa in evoluzione.
Sapeva che sarebbe arrivata, prima o poi, la redenzione.

 

Ma, con un giorno in più tra le mani,
con il quale bagnarle, poi dipingerle,
cosa potremo fare di più noi umani?

 

Ma non è solo una questione di tempo,
che di quello d’altronde c’è ne in abbondanza,
non per chi però è davvero spento.

 

Li si che sei fottuto, perso.

 

E’ più una questione di opportunità,
fiduciosi che qualcuno avrà giudizio,
mentre però sei ancora fermo, a metà.

 

Ancora a metà strada, 

metà cuore, metà anima, metà respiro,

metà uomo, metà bambino, metà animale, per metà incisivo,
ma, sempre e comunque, con il desiderio.



Vecchie scarpe

 

Non fu certamente una cosa istantanea,

ma quando ripresi un pochino di fiducia, riuscii a mettere a fuoco. 

Era stato un poco come mettersi un paio di scarpe vecchie dopo tanto tempo.

Sei convinto siano sempre le stesse, e forse apparentemente è così.

 

Ma una volta indossate, non sono comode come ti aspettavi.

 

Mi capitò poi, per caso, di prendere in mano una vecchia foto.

In quel momento, solo per un istante, fu come ritornare in dietro nel tempo.

Un bagliore, risate, abbracci, il tepore. Ero li. 

Ma il secondo dopo, solo una luce tenue e le quattro mura della stanza.

 

Per qualche tempo, non ebbi più il coraggio nemmeno di mettere un profumo.

Non c’era più la forza di respirare quella sensazione, rivivere quei ricordi.

Poi però, un giorno, feci un respiro profondo e lo spruzzai sulla pelle,

come se fosse nuovo, come se non lo avessi mai fatto, come se io fossi nuovo.

 

Ma tu, oggi, di quelle scarpe sporche cosa ricordi? 

In quella fotografia rovinata cosa ci vedi?

Ed infine, in quel profumo cosa senti?

 

Niente, nulla, assolutamente nulla.

 

Solo il tempo leva, solo il tempo lava,

anche l’anima più sporca. 



L’universo in tre righe

 

Un giorno una persona mi disse:

‹‹Ogni volta che una persona muore, una nuova stella brilla alta e luminosa in cielo››.

Oggi ho capito perché l’universo è infinito.



Vento freddo

 

Mi ricordo soltanto che in quel giorno,

soffiava un vento forte,

e, davanti al mare in burrasca,

tenevo in mano un mucchio di sabbia.

 

Lentamente quel vento, respiro dopo respiro, 

iniziò a spazzare via tutti quei granelli di sabbia.

 

Granelli tanto, troppo leggeri.

 

Passò qualche tempo e, riguardando la mano,

mi resi conto che era ancora li.

Era rimasto un solo granello poco più pesante degli altri.

Anche lui volle di resistere a quel forte vento.

 

Decisi solo allora di chiudere la mia mano.



Tu

Diventerà chiaro,

non dovrai più aspettare,

e, forse,

sarai tu a non volerlo più fare.

 

Spinto da un vento che ha riniziato a soffiare,

verrai spinto dove, sempre saresti dovuto essere.

 

Quel cuore che, in una scatola un giorno hai dimenticato,

di pietra non sarà, ma inizierà a battere, a prendere fiato.

 

I tuoi occhi avranno spazio solo per lacrime di gioia,

ti sentirai amato,

e capirai che, l’unico limite, per te,

sarai tu. 


 

Senza tempo

 

Banale ma,

più tempo passa, il mondo cambia ma, alcune cose, restano immutate. 

Li ti ho rivisto, una grande piccola bimba,

senza avere la certezza del perché tu fossi, cosi.

 

Sembrava quasi come se non avessi mai vissuto,

fuori da quel vetro era tutto nuovo o quasi,

ti vedevo guardare fuori dalla cornice in silenzio, 

mentre immagini troppo veloci ti scorrevano davanti agli occhi.  

 

Forse era davvero tutto nuovo oppure, a distanza di tempo, lo avevi dimenticato.

 

Era stato qualcuno a toglierti la libertà? Ma a che prezzo.

Volevi davvero guardare tutta la tua vita come una spettatrice? Ma a che prezzo?

 

Ci sono nuvole che urlano anche quando non urli,

giornate che piangono quando non piangi, 

e occhi che non vivono anche se vivi.



Aspettando il tuo arrivo

 

Ho sempre cercato di capire l’amore, 

ma lui non si è mai fatto capire.

A volte è stato vicino a me per qualche tempo per poi ripartire,

 salutandomi con un bacio e sussurrandomi all’orecchio:

“Aspettami, non ti lascerò solo”.



Al matrimonio del mio migliore amico

 

Quella non sarebbe stata serata come tante.

Avrei dovuto parlare o, spendere almeno due parole, per una coppia di cari miei amici che in quel giorno avrebbero celebrato il loro amore… Lui vestito di nero, lei vestita di bianco.

Mi affannavo per trovare le parole giuste ed adatte a descrivere quella sensazione, quell’emozione senza voce… Quella del cuore.

La sera del matrimonio, dopo qualche bicchiere di buone bollicine presi un poco di coraggio ed il microfono in mano:

“sa, sa, sa, uno, due, tre, mi sentite?!? Sa, sa, sa, prova…” Tra il reverbero che echeggiava nella stanza.

“Oggi festeggiamo un evento importante. Un evento che tutti sognano ma che quasi tutti temono. Perché infondo amare fa paura. Però, miei cari che ascoltate queste poche parole, non è sempre così.

Capisci che non ti può spaventare più nulla quando, una giornata insieme alla persona che ami vola via in un battere di ciglia ed una giornata che passa fino a rivederla è una eternità. Queste non sono parole a caso…”

Poi continuiai ed in quel momento mi divetarono gli occhi lucidi e la voce mi si spezzò:

“Queste sono le parole che mi disse qualche tempo fa lo sposo poco prima di chiedere a Barbara di sposarlo… Queste sono le parole che ogni donna vorrebbe sentirsi dire ogni giorno della sua vita… Vi voglio bene, davvero tanto. Auguri agli sposi!”.

Il giorno stesso, poco dopo le mie parole, mentre li vedevo ballare, ridere, baciarsi, guardarsi negli occhi e perdersi, decisi che anche io avrei avuto prima o poi il mio momento così. Ma non avrei aspettato che fosse il mio testimone a parlare per me. 

Lo avrei fatto io.