Rosario Quagliana - Poesie

La strada è lunga
Il caldo attraversa il vetro
Brucia le mie gambe
Il deserto di paglia
Delinea i contorni
Sarà faticoso
Ma non importa
Noi non sentiamo fatica
Io e tu
Un altro viaggio
Un’altra avventura
Un altro pezzo di vita
Un altro concerto
Un’altra condivisione
Vissuta intensamente
Vissuta fino allo sfinimento
Vissuta come se non ci fosse un domani
Perché quello che viviamo
Resti unico
Resti marchiato a fuoco nel nostro cuore nella nostra mente e nella nostra anima
Perché siamo io e tu!


 

Ripenso a quel silenzio
Calato nell’assenzio
ripenso a quel momento
A quel grande sentimento
Quelle corde di metallo
Suonate con l’arpeggio
La sua voce celebrante
In un canto devastante.


 

Non importa
Che la tua notte
Sia il mio giorno
Non importa
Che il tuo animo leggero
Abbia un peso sulle mie braccia
Non importa
Che la tua dolce bocca
Abbia bisogno del mio seno
Anche quando vuoi solo giocare
Non importa
Che il tuo pianto
Arrivi nel momento del mio riposo
Non importa
Mi importa che sono passati sei mesi
È il tuo primo giro di mezzo
Sei cresciuta dentro di me
E attraverso il nostro cordone ombelicale
Che nessuno ha osato toccare
È cresciuto il nostro amore
E adesso
Quando ti guardo
Posso vedere
Che mi ami
Quando ti guardo
Possiamo scambiare
La nostra gioia
Quella di poterci
Guardare
Toccare
Accarezzare
Sorridere
Parlare
Perché abbiamo ancora
Molto
Molto
Tempo
Per poter coltivare
Questo nostro
Grande grande amore.


 

E così
Un altro viaggio
Un’altra esperienza
Un’altra volta
Verso il lavoro che amo
Quello fatto di giornate lunghe
Di mani sporche
Di sudore all’aria aperta
Di risate all’aria aperta
Di problemi su cui sbattersi
Di birre per divertirsi
Di telefonate
Di pensieri
Di messaggi
Di buongiorno lontani
Di un altro sacrificio
Che fai per me
Perché ti lascio sola
Perché ti lascio un pensiero
Perché mi lasci fare quello che amo
Perché hai fiducia in me
Perché nella mia vita
Non ho conosciuto donna che abbia più palle di te
Perché questa estate ci siamo
Ritrovati
Abbiamo stretto un legame diverso
Bello
Perché la tua immagine di Ibla
Resta nella mia mente
Ed è entrata nel mio cuore
Più in profondità
Perché sono stato libero
Di essere me stesso
Con te che sei sempre stata
Te stessa
Perché ho visto in te
Ciò che non ho mai guardato!


 

Tre giorni
Il tempo è biblico
Biblico come Firenze
Tre giorni
Vissuti intensamente
Istante per istante
Io e te insieme
Uno scandire emozionante
La notte ad iniziare
La notte a finire
Nel mezzo la vita
L’amore
Tenersi per mano
Tutto in uno slow motion
Degno di Bill Viola
I ricordi si affollano
Diventano pensieri
Quadri
Sculture
Architetture
Il medioevo
La birra
La tua prima birra
A stomaco vuoto
Ridere
Abbracciarsi
A notte fonda
Cercare la pizza
E mangiarla per sfinimento
Dormire poco
E poi ripartire
Nel caldo
Nell’afa soffocante
Ma noi respiravamo
Vita
La nostra vita!


 

Ho respirato
Per ore intere
Il calore
E l’aria senz’anima
Di ventole elettroniche
Installate per asciugare
Il sudore artificiale
Di microchip eccezionali
Installati per portare
Immagini spettrali


 

E mi ritrovo
Dopo una giornata di lavoro
In questo angolo
Un tavolino
Due sedie
Un posacenere
In mezzo
A due bungalow
In questo piccolo angolo
Di un posto
Dove
Il lusso mortifica i sensi
Dove la luce soffusa
Dei corridoi esterni
Vorrebbe dare un’intimità
Che non esiste
È tutto falso
Dove
Girato l’angolo
Incontri una cameriera
Che sovrappensiero
Si mette paura
E ti chiede scusa
E io le rispondo
Non mi deve chiedere scusa
Anzi mi scuso io
E lei insiste
E dice che non lo avrebbe dovuto fare
Non avrebbe dovuto avere quella reazione
E io
Ma è stata solo umana è normale
E lei
No, se i miei superiori lo sanno mi rimproverano
E io
Ma no, cosa dice accade, è umano, essere colti di sorpresa e di avere paura
E lei
No le chiedo scusa non avrei dovuto.
E io resto sgomento
Il lusso mortifica i sensi!


E così, sono arrivato
È stato un viaggio
Un viaggio dalla luce bianca
Si perché il cielo
In tutta la Sicilia
Emana una luce bianca
Abbagliante.
Un viaggio che per colonna sonora
Ha avuto i Pink Floyd
Partendo da
The Piper at the gates of dawn
Con le colline delle Madonie
A definire contorni offuscati
E quando queste, diventano monti,
Attraversando, su questa macchia malforme di asfalto e cemento la valle,
l’orizzonte diviene una nube bianca e giallastra,
La sabbia nell’aria ci ricorda che anche noi siamo africani
Come lo sono i fratelli che dall’altra sponda, annegano una vita migliore.
E su questa strada
Che ascolto, il lato oscuro della luna
E su questa strada, i monti sono tornati collina, adesso sono brulli, adesso sono verdi, adesso diventano terreni che danno ancora frutto per vivere, da macchia diventano figure geometriche ben definite, come nelle foto dall’alto nei libri di geografia elementare, il loro colore cambia, verde, giallo, rosso, marrone, adesso è tutto ben definito, ma l’orizzonte è sempre bianco e non delineato.
Le colline degradano e divengono piana, e a questo punto le terre attorno a me iniziano ad essere terre di frutta e nonostante il cielo, maestosi, si ergono i contorni dell’Etna.
Approdo nella città di Catania
Mentre le mie orecchie approdano in
Meddle
L’industria e la mano incivile dell’uomo la fanno da padrona, fin quando sulle note di Echoes, vedo la natura attorno, ritornare quasi trionfante, si perché lì, è difficile fermare ciò che cresce sulle lacrime rosse della terra.
Arrivo a Taormina, con tutto questo, ma una sola cosa è rimasta sempre uguale, la tua immagine, quella con la linguetta in punta di labbra, quella che ci fa capire che sei troppo simpatica, quell’espressione che appaga e da gioia, che emoziona per la sua verità e per il suo candore.