Rossana Ida Di Paolo

L’agenda del poeta


Io sono un poeta

 

Accarezzo l’anima della vita,
Le emozioni si accoccolano nel mio cuore
E si impossessano di me.
Regalo colori, sensazioni, umori
e tutti i sapori e le essenze
di ogni portata nella tavolata dell’esistenza.
Plano sul brusio del mondo
Osservo, mi incanto,
e poi penetro e mi beo
di appagata commozione.
Mi struggo anche il cuore, a volte,
lo proteggo di silenzi, altre,
ma spesso lo faccio gridare
urlare e andare in estasi,
annacquato e beato dei fumi che esalano dal mondo.

 


 

Ehi, papà

 

Perché non esci?
Voglio tanarti!
Conto, conto….
Ho sperato sempre che improvvisamente ti scoprissi
e che mi dessi l’onore di far tana!
Invece sei rimasto al buio
Nascosto
E io a cercarti inutilmente
Amaramente
Però se ti facessi solo vedere
Non ti chiederei troppe cose
Ti racconterei di me.
Delle mie ginocchia sbucciate
di quante volte la mamma mi ha tagliato i capelli e io non volevo,
delle mie amicizie
delle mie conquiste
delle cose di cui mi beo.
Ti guarderei per bene
ti chiederei se i miei occhioni sono i tuoi
E se anche tu sorridi come me.
Ma sei rimasto nell’ombra
e se solo uscissi vedresti quanto è accecante la mia luce.

 


 

A te donna

 

A te che ti insinui come l’olio, senza far rumore
A te che lasci lo starnazzo delle piazze e ti ritiri nella discrezione della tua anima
Che corri, e rallenti
Che piangi e gioisci
Che urli e poi taci
Che lotti e poi soccombi
Che cammini sugli specchi ma non scivoli
Tu donna che ti accorgi che c’è un mondo intorno a te
Anche quando non ti considera e non ti coccola e non ti ama.
A te donna
Che hai speso i tuoi silenzi a riflettere che puoi gioire e cantare e amare
Indipendentemente dal mondo
Senza l’aridità dell’esperienza
Nutrendoti della ricchezza della vita.

 


 

Estate e inverno

 

L’estate e il suo sole imperiale
Il caldo mi accarezza,
mi avvolge,
mi coccola,
mi inebria.
Mi beo di quiete,
di buon umore,
di cibernetico impulso al nuovo,
di propositi,
di progetti,
di calma,
di libertà.
E poi l’inverno.
Mi impigrisco al grigiume,
mi violento per energie fioche e spente,
parcheggio emozioni,
ricordo colori,
e sensazioni,
ristagnano progetti.
Scorre lentamente il tempo
soprassede ai colori,
rubacchia sensazioni,
trattiene momenti,
perché con garbo cederà il posto
e si scrollerà di dosso
le ataviche malinconie.

 


 

Rallenta un momento

 

Fermati un attimo,
rallenta la tua corsa,
distogli lo sguardo dalla traiettoria proiettata solo avanti a te.
Recupera invece spazi intermezzi,
insenature del tempo,
sfumature e tonalità
che nella fretta avevi confuso con i colori primari,
nitidi ma forvianti.
È cinetica la tua andatura
Riconsidera il riposo
Riascolta il silenzio.
Sbriciola la polvere del tempo tra le tue mani,
riconquista il lento passo della vita,
la meravigliosa essenza della sua lentezza.

 


 

Migrano

 

Migrano,
migrano gli uccelli
in spazi senza confini.
Attraversano orizzonti
Salpano mari
Sovrastano vette
Assecondano venti
E maree,
E la nebbia del vuoto orizzonte,
Colmo di silenzi,
Di malinconiche storie,
Abbandonate in posti
Lontane da ricordi,
Lontane da emozioni.
Spossessate dai cuori.

 


 

Quell’alba

 

Percorro quella strada in discesa,
sospeso nel tempo
senza più dimensione.
Varco l’arco del tempio dei sogni, lì, proprio lì,
dove nel chiaroscuro dell’alba, c’è il mare.
Riconcilio la vita
mentre planano i miei sogni e,
in quel sodalizio,
albeggia il sole e si alza!
Regna sovrano sull’immensità
il mio attimo.
Beo fino all’ultima lama di luce,
e senza aspettare altro,
al passo col sole…
risveglio emozioni.
In quel viaggio della luce,
diventata così penetrante da sospendere il mio cuore,
ricompongono l’essenza,
e ricucio, in questo orizzonte della vita,
l’alba dei miei sogni.

 


 

Suono e canto

 

Osanno la vita
mi rotolo tra i giorni
rattrappiti da dissonanti umori
versi strani interpongono il silenzio
Incurante la mia musica
salpa il dolore
ormeggia la mia felicità dissonante,
non è un lamento la mia musica
ma un’ode al tempo,
raggiunge l’orizzonte e lo penetra,
si confonde
salpa i confini del brutto e del bello
danza e corre e vola
e mi ruba la tristezza
con liturgico incanto.