Sabrina Pellegrini

Poesie


Assenza

Cielo che ignora l’assenza
sfida col suo blu la luce del sole,
oceano che nasconde la sua veemenza
si vanta con i suoi riflessi e la sua mole,

culla la terra col suo moto infinito,
come un manto invisibile
occulta un rimorso mai svanito
e spegne un lamento intangibile.

Le lacrime evaporano
ma lasciano solchi nel cuore,
i ricordi si raggruppano
e fanno leva sul dolore.

Tutto continua a scorrere
senza pause né blocchi,
il sole torna a sorgere
indifferente al buio dei tuoi occhi.

Continueró a camminare
sotto la luce del tuo sorriso
senza mai dimenticare
ogni attimo condiviso.

 


 

Mahin

Il fruscio dei sogni
stride con il suono delle imposizioni
e leva il canto disperato
dal fragore degli occhi silenziosi.

Sparge la fame del sapere
sul deserto dei divieti
e trema alla luce dell’anima
indebolita da un bavaglio d’acciaio.

Nuota nel mare della disillusione
una lanterna flebile
ma inestinguibile,
impermeabile alle onde più veementi.

Naviga, piccola Mahin,
contro le correnti più irruente,
stringi i remi dei diritti
verso l’approdo che meriti.

Se ti diranno ti tacere tu urla,
se ti ordineranno di voltarti
tu guarda intensamente,
se cercheranno di inaridirti
tu ama vigorosamente.

Il cuore e il corpo sanguineranno
per dare inchiostro alla storia,
ti intrappoleranno sotto
il peso delle convenzioni.

Ma tu non piegarti,
non arrenderti al destino,
fissa il nero di quegli occhi
e cerca lo sguardo delle tue sorelle.

Marcia sicura sotto
la bandiera della dignitá
e quando saremo tante
quanto le gocce d’acqua nell’oceano
nessuno più ci calpesterá,
fiumi di giustizia si uniranno
e un unico grido esonderá,
quello più ispido e dolce
che dice: “libertá”.

A tutte le donne libere, perché non smettano mai di lottare per quelle che urlano senza voce.

 


 

Respiro

Turbine incandescente
pulsione pressante
voce soffusa
piacere dimenticato, cancellato

tentazione attraente e spaventosa
gusto pastoso di un frutto intoccabile
che giace nelle curve dell’anima

si nasconde negli angoli della vita
si sporge dalle trincee dei ricordi
preme sull’argine dell’inconscio
silenzioso e pungente

ulula di malinconia
si dimena nell’astinenza
piange lacrime di disillusione

si affanna, scalcia, implora, sprofonda,
combatte, attacca e finalmente….riemerge

Torno a scrivere
Torno a vivere

 


 

Bohdan e Svitlana

Aspettavamo la primavera,
gli alberi in fiore e la vita che torna.
Dipingevamo il futuro
sulla tela dei nostri sogni.

Il blu profondo dei tuoi occhi
faceva luce al tuo sorriso
quando mi guardavi di nascosto
e sussurravi sulla mia anima.

Ci giurammo amore eterno
alla vigilia della fine
ubriachi di felicitá
e ignari del domani.

Le bombe non ascoltano
né urla d’amore né di dolore,
arrivarono nella notte
e ti portarono via da me.

Che me ne faccio ora
di questo cuore frantumato
che cade a pezzi come le case di Mariupol?
Chi scalderá i miei giorni
senza i tuoi grandi occhi blu?

A tutte le vittime della guerra in Ucraina
e di tutte le guerre del mondo.
A tutti i sogni spezzati
dalla follia umana.

 


 

Roma

Ancora torni
eterea e sensuale
a trovarmi nei sogni.

Sfili indifferente
sulle sponde del Tevere
risplendi di bellezza millenaria
senza rughe a sfiorar i tuoi occhi.

Fascino arrogante
ed ingenuo ad un tempo
custodisce storie
di gladiatori e di re.

Non ti curi del tempo,
scrolli dalle spalle
la polvere degli anni
e riveli rovine
che parlano della tua gloria.

Con pini solenni
a far da corona,
gerani e ciliegi
a decorar i tuoi vicoli.

Tra edifici e cortili
giocano i bambini,
i venditori levano la voce
da Campo Dei Fiori.

Bella e complicata,
seduci con le labbra della storia,
inebri con tramonti arancio,
confondi tra modernitá e antichità,
tra sacro e profano,
infine cadi nel caos
come una divinitá capricciosa.

Lacrime di nostalgia
scivolano nella notte
e posso udire la tua voce
che mi sussurra soave
questi versi per te.