Ricordi
Sono i fantasmi dell’infanzia
che avanzano guerrieri
Sono smeraldi dolci e pungenti
come i cactus delle steppe.
Sono il trucco
Che nasconde l’acne del viso
Sono armi contro la paura
Che fanno abbozzare un sorriso
come spicchio di luna addormentata.
Gridano
e stordiscono
Ti sorridono
e ti feriscono
Restano impigliati al cuore
Fanno male
e fanno bene
e poi ancora
Fanno bene
e fanno male.
Come stelle
che rischiarano le tenebre
Come porte
che tornano ad aprirsi
Come il carillon della felicità.
La felicità ha la forma dello zucchero filato
Da bambina lo adoravo
forse perché era dolce
forse perché era bianco
forse perché me lo comprava la mamma.
Una sera al termine di uno spettacolo del circo
lo guardavo leccandomi i baffi e
lo difendevo dalla folla che si accalcava all’uscita
Quando ad un tratto lo vidi andar via
attaccato alla pelliccia di una distinta signora.
Mi restò in mano solo il bastoncino e
fu un attimo la tristezza di averlo perso
perché presto cominciai a ridere
E poi a ridere ancora nel vedere la scena così buffa:
vederlo volteggiare su quella pelliccia
come un batuffolo nuvoloso.
Da quel momento appresi
che la felicità non è difficile da raggiungere e
che ha la forma dello zucchero filato.
La più bella sinfonia della mia vita
Il primo giorno che venni da te
Fu la più bella sinfonia della mia vita
Ti parlai di me
e tu mi sussurrasti forte
Come fragore di cascata
Come una musica mai udita
né prima né poi.
Con uno sguardo
di alghe riempisti le tue sponde
e di conchiglie danzanti
mi offristi una corona.
Poi il silenzio
per dar tempo alle emozioni
ebbre di salsedine
di stiracchiarsi
Le tue onde zittirono i loro vagiti
e alzandosi maestose
restarono immobili
come statue di ghiaccio
improvvisando un inchino.
Mai un benvenuto fu più caro
né un abbraccio più avvolgente
di quello per me
del mare.
La ninna nanna
Si accende lo scenario sulla grotta
le stelle fanno a gara per essere le più vicine
e riprendere il primo atto dello spettacolo:
gli angeli suonano al Bambino, facendo il girotondo.
L’immagine si riflette sul ruscello
mentre la danza emana il profumo dei biscotti di pan di zenzero.
I riflettori si spostano sul secondo atto, tanto atteso:
il Bambino nelle braccia accoccolato
ascolta la ninna nanna estasiato
la Madre ancora non lo posa
del suo sguardo bisognosa
I loro occhi di zaffiri splendenti
illuminano più di mille stelle rilucenti
Con il dito sfiora il naso: il Bambino si è addormentato
Fate piano!
Ogni sguardo silenzioso
fa corona al suo viso delizioso.
Mi avvicino al Bambino che dorme
chiudo gli occhi con una paura enorme
dei suoi sogni di aprir le porte
Lui saluta con la manina paffuta
lasciando ogni parola muta
Mai un gesto fu più potente
del saluto di un bimbo innocente.
Il giorno dopo
Un buio di fiato mozzato
Un dolore soffocato
Un cambiamento complicato
Ti trova impreparato
La mattina dopo
è una mattina come tutte le altre
tiri fuori i piedi dalla coperta
e indossi le calde pantofole rosa
restando silenziosa.
Ti lavi i capelli ricci e ribelli
impigliati al pettine
che fa da nastro per fermacapelli
Non si sbrogliano e non mollano
Come acquarelli che dipingono castelli
chiusi tra cancelli.
Così il giorno dopo
fa ingresso senza permesso
lasciandoti sottomesso.
Ma il vero giorno dopo
nasconderlo non oso
è se hai fatto pace col tuo passato
e i suoi conti hai regolato.
La fine è un nuovo inizio
un pettine che diventa un fermaglio
un ciò che fai che diventa un ciò che vuoi
La Musa ispiratrice
O Musa ispiratrice
Non voglio sapere se hai cose importanti da dire
Ma se posso cantare
Non voglio sapere se la storia che m hai raccontato sia vera
Mi interessa se sai vedere la bellezza
anche se non è bella tutti i giorni
La bellezza al suo apparire
non alza la voce
ma bisbiglia
Riempie il cuore di sospiri
gli occhi di colori
la mente di note musicali
Le sue parole nel canto
prendono ali
di tutte le farfalle
Le sue melodie nel vento
spuntano come fiori
su tutte le colline
E se tu non parli
sopporterò il tuo silenzio
Aspetterò
come la notte attende l’aurora
Paziente.
Incancellabile
È difficile risalire
Quando si è troppo in fondo
Si resta in apnea
per paura di vedere chiaro
che se qualcosa si è rotto
non si aggiusta
Resta un segno
profondo, incancellabile.
Non puoi marcire nel rimorso
Devi risollevarti e lo sai
E devi smetterla di credere al
“facciamo finta di niente”
No, non funziona così, mai!
Non si può cancellare una parola, un gesto
Non si torna come prima.
Il dolore fa risalire
quando lasci la paura in un angolo
per un attimo
anche se ti ha straziato il cuore
e cominci a ballare.
Un passo di danza sono due mosse:
Dolore- amore,
Amore- dolore.
E di nuovo
senza fine.
E non dico dolore – gioia
ma amore
perché il dolore resta
E l’amore lo supera ogni volta
ad ogni passo
Profumo di mamma
9 mesi di te
accovacciato
col cuore attaccato al cuore
coccolato dal tuo battito d’amore
Il mondo è in attesa del mio arrivo
e mi prepara insieme al corredino
un comodo lettino
Ecco il giorno di uscire allo scoperto
con brividi di freddo inesperto
lontano da quel grembo ricoperto
di calore
soffice culla d’amore
Piango affamato
guardo estasiato
Questo mondo mi sembra un pallone gonfiato
con la sua luce mi lascia abbagliato.
Mi attira con odori e sapori,
suoni di mille colori
tutti adulatori
ma non mi convince
come una fiamma che non infiamma
perché non ha il profumo di mamma.
Ma tu non smetti di stupirmi
e riempirmi d’amore
E sapendo il mio timore
Mi doni le mani di papà
che per sempre mi amerà.
Ho guardato in faccia questo pallone gonfiato
E ho capito di essermi sbagliato:
mi è bastato poco per scoprire
che anche qui in pace posso dormire:
mani calde come un grembo d’amore
mi hanno abbracciato il cuore.
E quando è tornata la calma
Ho sentito il profumo di mamma.
Di corsa
senza un briciolo di fiato
e lo sguardo addolorato
con occhi di lacrime appannati
come cuccioli abbandonati
Mi fermo
e respiro profondo
con la musica di sottofondo
appiccicata alle orecchie
del cuore
Basta una piccola ombra
scaltra
A coprire una scintilla che si accende
Come su una giostra
Che sale e che scende
I denti stringono il labbro screpolato
mostrando un sorriso accennato
Ma cos’ è quello che sento?
Un cuore sepolto dal dolore
O un battito d’amore?
Di corsa
Non mi va
di sudare dolore
nella mia pelle profumata d’amore
Posso allora guardare il sole
Al mattino con le sue aurore
Allontanare le paure
le voci della gente
Che mi ingombrano la mente
E ascoltare una sola voce
la tua
che mi consola.
Giro giro tondo
Non è una filastrocca per bambini
ma la musica che indosso tutti i mattini
avvolte mi sta larga
avvolte mi sta stretta
ma non c’è scelta:
non me ne posso liberare
e la devo assecondare.
Giro giro tondo
salgo e scendo e poi ritorno
salto e ballo tutto intorno
non mi stanco neanche per sogno
quando sono in girotondo.
E se avvolte mi confondo
e che amo troppo il mondo!
Giro giro tondo
Io non smetto di sognare
finché continuo a girare
E a chi si stanca di guardare
dico: grazie, non ti preoccupare
da sola me la so cavare!
Ma se tu mi vuoi aiutare
insieme a me devi girare
e il mondo di risate contagiare!
Non dico che sia facile
continuare a girare
e a me stessa dico: Non mollare!
Giro giro tondo quanto è bello il mondo!!!