Salvatore Seguenzia

Biografia


fot

Seguenzia Salvatore, nato ad Augusta (SR) il 19 maggio 1969: sposato, padre di due figli, e laureato. Da qualche anno si diletta a valorizzare le sue qualità letterarie che, fino a qualche tempo fa, erano celate. I suoi versi poetici sono disseminati nella perlustrazione del reale attraverso una sua forma definitiva e nella tensione espressiva della ricerca – porto nel quale trovare un approdo sicuro. Da alcuni critici letterari è stato definito come un novello Ulisse, perché nello scrivere si muove liberamente, senza limiti nel testare metri stilistici e contenuti.
Riconoscere il valore nella vita è un fattore rilevante e potenzialmente modificabile, che mira a migliorare il benessere della propria coscienza. Gli accadimenti quotidiani hanno un valore ed un significato che, al raggiungimento degli “anta”, si tramuta nella consapevolezza di scoprire sé stessi. Per quanto riguarda la sua forma poetica, la stessa è molto semplice – nella sua natura – ma quello che desidera trasmettere è il pensiero libero di essere interpretato come una poesia propositiva, ovvero una poesia moderna e contemporanea che lo scrittore – in genere – manifesta con le proprie idee, appunto con la parola, con alla base un principio fondamentale: la libertà del pensiero sebbene si ritiene un novello scrittore. La poesia, infatti, suscita diverse emozioni che variano in ognuno di noi; infatti, essa non si inventa poiché nasce dal proprio animo. Per lui, la poesia è la necessità di esprimere sentimenti che nascono dalla spinta del suo ego che lo invita a prendere una penna tra due dita e scrivere su un foglio ciò che gli viene sussurrato. Il primo impatto non sempre sembra aver un senso ma quelle natie parole gli servono per riflettere, per pensare e per immaginare. Una volta posto in essere una base lirica, l’obiettivo è quello di colpire lo stato emotivo del lettore. Dev’essere quella emozione che, per un attimo, nell’attuale vita terrena deve permettere di sognare e, nel sogno, far trasparire i valori della realtà, del sincerità, della trasparenza, della coesistenza e della condivisione. Valori che necessitano di avere la profondità in uno sguardo che va oltre il conoscibile; un viaggio all’interno delle contraddizioni e delle virtù che caratterizzano l’animo umano tali da suscitare una melodia che permette al lettore di forgiarsi di un’emozione che non viveva da tempo. È una fotografia istantanea; ogni sentimento produce quell’immagine immediata che consente di cogliere l’essenza, ossia l’emozione delle cose perché essa si manifesta nel momento in cui capita qualcosa, un avvenimento improvviso, quindi si ha l’esigenza di scrivere: questa è la differenza. Quando il sentimento e l’emozione s’incontrano nell’intento, la poesia ha sua sinteticità ed originalità. La sfera emozionale e dell’istinto percorrono la strada, a braccetto, con l’aspetto razionale perché la parte creativa della poesia fa emergere l’aspetto spirituale di ognuno di noi. Oggi, però, insiste una crisi culturale perché si leggono e si scrivono poche poesie. L’attuale mondo virtuale non produce nessuna scissione dal cellulare, dal televisore o dal computer; di conseguenza, col passare del tempo, l’allontanamento dalla cultura, nel futuro, con l’incrementarsi dell’invasione tecnologica, non lascerà spazio alla cultura stessa e quindi anche alla poesia. Hafez Haidar, nei suoi vari saggi, ha ribadito che giorno dopo giorno, l’amore è alimentato da uno sguardo, un bacio, una carezza o una dolce parola, ma se lo trascuriamo, i frutti di quell’albero diventano marci, preda del male. L’amore è il linguaggio di coloro che amano la vita e che parlano a cuore aperto senza timore né fatica. L’amore non si fa preannunciare da squilli di tromba, ma penetra silenzioso nel cuore dell’uomo.