Sara Ciampi - Poesie

Il pianto

Nel corso dei secoli
la storia d’ogni uomo
sin dal suo primo vagito
è sempre stata scandita dal pianto.

Quante volte noi, miseri uomini,
governati da un patrigno Dio
alimentiamo tristemente
quell’immenso e profondo oceano,
versando lì le nostre lacrime
di commozione, di gioia,
d’amore, di rabbia,
di dolore e disperazione,
di rimpianti e di grandi sofferenze
fisiche e interiori!

Ma niente è più straziante
dell’inconsolabile e mesto pianto
scaturito dall’atroce perdita
dei nostri affetti più cari,
che solo l’eterno sonno con pietà
riuscirà finalmente a placare
nel perituro e infinito riposo
del dolce nulla del non esistere.

 


 

 

Innocenti vittime

Quel giorno di metà agosto
un violento nubifragio
e un forte temporale
imperversavano su Genova

D’un tratto s’udì un boato,
un allucinante fragore
e mentre la pioggia cadeva incessante
confondendo la vista,
il Ponte Morandi si spezzò
inghiottendo innocenti vittime.

Sguardi attoniti e grida strazianti
di
involontari testimoni
accompagnarono quella scena
surreale e apocalittica
di quel ponte crollato
che provocò numerose vittime
dividendo il capoluogo ligure.

Ancora oggi nessuno
riesce a dimenticare
quella mattina tanto buia,
dove in quell’imbuto di cemento
senza Dio e senza vento
la sofferenza e la morte
regnarono sovrane e implacabili
in un inferno d’immenso dolore.

 


 

 

La morte nel cuore

Nella nostra vita quotidiana
quant’è bello osservare
teneri fanciulli felici
che ridono spensierati,
mentre giocano tra loro
o vengono baciati e accarezzati
dai loro parenti più cari!

E com’è piacevole riflettere
su quant’è amena e confortante
la vita di tutti quegli individui
che hanno conservato nell’animo
lo
spirito tipico dei pargoli!

Ma invece com’è straziante pensare
a tutte quelle tristi persone
che vivono la propria esistenza
con la morte nel cuore,
ormai mestamente invecchiato
e privo d’ogni gioiosità,
e che attendono la propria fine
senza nessuna serenità!

 


 

 

Bomba atomica

In quest’afoso giorno d’agosto
tutto il mondo commemora
le vittime giapponesi
della città di Hiroshima,
distrutta un dì dalla bomba atomica.

Quanti innocenti morti ci furono lì
e pochi giorni dopo
nella vicina Nagasaki,
anch’essa annientata
da quella bomba nucleare
con la forma d’un fungo
sganciata dagli americani,
entrambe però così determinanti
nel sancire la fine
della Seconda Guerra Mondiale!

Ma niente su questa Terra è più crudele,
straziante e devastante
della bomba atomica
capace di lacerare il nostro cuore,
dilaniato dall’atroce perdita
dei familiari più cari,
ghermiti senza pietà
dalla falce della Nera Signora,
con la quale tutte le creature
vengono prima o poi inevitabilmente
stroncate a qualsiasi età
per la sola ragione d’esser nate.

 


 

 

L’ultimo San Valentino

Quel freddo giorno di metà febbraio
ovunque veniva celebrata
la ricorrenza degli innamorati,
la romantica festa di San Valentino.

In un’atmosfera gioiosa
piena di passione e sentimento
teneri amanti di qualsiasi età
si scambiavano ogni tipo
di dolcezze e affettuosità.

Improvvisamente una fitta pioggia
cominciò a cadere incessante,
lavando le vie della città
ancora ricoperte
dai colorati coriandoli
dell’allegro carnevale ormai trascorso.

Anche il cielo copiosamente piangeva
tutte le sue lacrime di dolore
nel vedere tristi amanti solitari,
che pensavano ai loro perduti amori,
rispecchiando una muta,
atroce e lacerante sofferenza
in limpide pozzanghere d’acqua,
in quel malinconico e mesto
ultimo San Valentino.

 


 

 

A Giacomo Leopardi

O Giacomo Leopardi,
infelice poeta marchigiano,
quali mirabili componimenti
sei riuscito a scrivere
grazie al tuo incredibile genio
nella tua breve vita!

O grande recanatese,
quanti atroci dolori
fisici e morali
hai patito a causa
di gravi e numerose malattie
e di amori mai corrisposti!

O triste e solitario cantore
della natura e della sofferenza,
che accomuna tutta l’umanità
in un malinconico abbraccio cosmico,
le tue opere di straordinaria bellezza
verranno ricordate nei secoli
ed eternate nei libri
di Letteratura di tutti i tempi!