L’angoscia
In mente inizia confusione
non riesci a connettere
il cuore lo senti
stretto da morsa
ti viene di scoppiar in pianto,
non hai più voglia
non hai ne meta ne traguardo
ne punto di riferimento
da raggiungere per credere in qualcosa.
Vorresti che tutto finisse
ti senti stanco, inconsolabile, distrutto,
senza volontà,
se ti parlano
scherzi come se nulla fosse
hai messo solo una maschera
che nasconde il tuo vero volto
la tua vera identità
nessuno comprende
nessuno capisce
credendo che tutto sia facile per te
e che nulla ti possa scalfire.
Quel bambinello
O bambino che aspettavi il Natale
sapendo che era cosa speciale
non pensando ciò che doveva capitare
il cammino che dovevi affrontare.
Sei nato povero
per simile a uomo poter sembrare
non hai avuto superbia nel far vedere
che non ti facevi regale
misero e semplice
ti sei voluto dimostrare.
In pochi han capito
cosa eri venuto a fare
donando tutto il tuo amore
per ogni vita poter salvare.
Dopo più di duemila anni
nel giorno che il tuo compleanno
si dovrebbe ricordare
tutti fanno regali ad amici, parenti
e a tanti altri si possa pensare,
senza nemmeno una preghiera a te intonare
o regalo farti per poterti festeggiare.
Ti saresti immolato
per le porte del cielo far spalancare
a chi nel tuo padre avrebbe creduto
e capito cosa aveva con te voluto dimostrare.
Un delicato alito
Custodisci questa essenza
nella tua mano non stringerla
accarezzala pian piano
lei dona serenità
basta osservarla
col battito d’ali
alimenta speranza
coi suoi colori sostiene il cuore
donando sensazioni rassicuranti
qualcosa che di bello c’è
anche se non si può veder
e par non ci sia,
sostienila dolcemente
non ti chiede nulla
pur sapendo che la sua esistenza
dura ben poco tempo
ma in tutti i suoi attimi
ne trae linfa vitale
sperando di poterla donare
a chi crede nella vita
e non ci sia nient’altro in cui sperare.
Lama a doppio taglio
La vita è un doppio gioco,
come un coltello
con doppia lama.
Se non ti tagli
in un modo,
ti ferisci in un altro.
Stanne pur certo
prima o poi
ti farei sempre male.
Potrà essere ferita
che sanguinerà all’infinito,
oppure si rimarginerà
lasciandone cicatrice
visibile per sempre.
Uno strano gioco
che lascerà i segni
più o meno indelebili
dipende dalle situazioni.
Cosa sicura
soffrirà sempre chi verrà colpito.
A mia madre
Non sempre il tempo la bellezza cancella
o affanni e stanchezza la sfiorano
mia madre ha più di settant’anni
più la guardo più bella appare.
In ogni modo di fare
in ogni attimo che la sto a guardare
mi tocca e mi accarezza il cuore.
Se sapessi pitturare
la dipingerei
in ogni suo attimo
ed in ogni suo istante,
il suo ritratto vorrei poter fare.
Ritrarla nei momenti particolari
quando nasconde le sue sofferenze
o negli istanti che gioia sente in cuore.
Se ne avessi il potere
al Signore chiederei quel pennello
per ritrarla nel momento più bello.
Scambierei vita
donando la mia
prendendo la sua
donandogli il vigore dei miei anni
e prendere la stanchezza dei suoi.
Vorrei vedermi io invecchiato
con capelli bianchi ed occhi ormai stanchi
e col mio sacrificio
vedere lei di nuovo ringiovanita.
O augel
O augel che cinguetti su quel ramo
cosa vedi guardando lontano?
Ammira la bellezza della natura
che si sveglia pian piano con molta cura.
Ho raccolto un fiore
non facendolo soffrir
desidero che lo consegni
a chi lo voglio mandare.
Vai al suo balcone
donalo con rispetto
anche con tanto affetto
inchinandoti al suo cospetto.
Guardala negli occhi
vedi se ridono, piangono
o sono angosciati,
spero riesca a farla felice
e gioire con questo fior.
Dille che la penso
che la stimo
che gli voglio bene tanto
e sarò sempre al suo fianco.
Un magico rito
La luna sussurra
parole incantate
e magici riti
di maghi e di fate.
Son frasi speciali
son frasi d’amore
son balli sfuggenti
che allietano il cuore.
Nell’infinito orizzonte
il tempo a celato
questo rito incantato
per poi conservarlo
nei meandri dei cuori.
Adesso, con vero stupore
il grande incantesimo
è stato spezzato
quando il tuo nome
è stato pronunciato.
Per così far sbocciare
dai monti sino al mare
l’eterna passione
che ogni cuore saprà conquistare.
Cupido
O cupido cosa hai fatto
con quell’arco un po’ rifatto
hai tirato un tuo dardo
proprio quando ero distratto
m’hai colpito dritto al petto
con davvero poco rispetto
ero sempre riuscito
a non esser mai colpito
tu contento e soddisfatto
credevi fosse tutto fatto
non hai rimembrato
che quel dardo tirato
a un altro doveva esser indirizzato
tu l’hai fatto per affetto
non pensando cosa avrebbe provocato
visto che amor avevo sempre allontanato
per motivo manifesto
nella forma e nell’aspetto
ti ringrazio te l’assicuro
ma di quello che ho provato
sol dolor m’ha lasciato
nel cuor lo ha riversato
cosa resta di quel dardo
che il cuor ha trapassato
ha stravolto il passato
spero tanto abbia lasciato
un affetto smisurato.
Giovin donzelletta
In un tempo ormai passato,
dove dame e cavalieri riempivano il creato
una damigella passeggiava
sulle rive di un bel lago
circondata da un immenso e verde prato
tutto quanto ammantato da fior delicati
dai color più svariati.
La donzella così soave
su quel lago
si soleva andar a specchiare,
c’erano due bei cigni
che al vederla arrivare
incontro correvano sembrava l’andassero a salutare.
La bellezza della donzella
abbagliava chi si soffermava a volerla guardare
man mano che lei passeggiava
una fronda di farfalle una corona le intrecciava.
Stupenda più del sole lei brillava
il volto così fine e delicato
al candor della neve poteva esser paragonato
la natura al suo passaggio s’inchinava
una sinfonia intonava
per così giubilare la bellezza celestial.
In un quadro la vorrei immortalare
così ogni giorno soffermarmi a poterla ammirare
perché più che ad una dea non si può paragonare.
Fior di prato
È nato
un fiore nel prato
“grande evento”.
Il sole del mattino
lo riscalda coi raggi dorati,
la brezza lo dondola dolcemente,
l’azzurro del cielo lo festeggia,
le farfalle gli fan la corte
volteggiando intorno
sfiorandolo delicatamente
donando amore,
come mamma stringe il figlio al petto,
le coccinelle lo solleticano
camminando sui suoi petali,
il grillo canterino
si mette vicino
intonando un canto soave
che gioia nel cuore
gli fa entrare.
O fiore ti senti felice
per l’immensità che ti circonda,
come fossi al centro di tutto,
ma tu con semplice umiltà
porgi un inchino,
ringraziando Dio
per questo dono soprafino
e tutte le cose che ti ha posto vicino.