Sebastiano Natale - Poesie

Credo

Oggi libertà di pensiero
non restrizione
siamo decisi
lottiamo l’ inutilità, la superficialità
Qui c’è di tutto…
non diviene ,stagna
E che dire di tanti personaggi ignoranti
solo personaggi
Quanto fastidio avverto
Quanto vorrei…

 


 

Realtà

Non si sa il perché
tutto è importante
E’ giusto dubitar
talvolta è opportuno,
ma difficile diventa poi accettare.
Non è forse così?
a tutto c’è un poi ,
a tutto c’è un ma ,
a tutto la soluzione sempre se si trova
ma la realtà è più amara si sa.

 


 

Il contadino

L’abete con i suoi frondosi rami
Irto si ergeva
un gigante pareva alla mia vista mentre a lui si adagiava
stanco il vecchio contadino
Era felice e lo sguardo poneva all’orizzonte
E tra se diceva della giornata
ormai trascorsa
Pensava ho tanto lavorato , sono un po’ stanco ma felice
Pensava ormai è sorto il tramonto
bisogna incamminarsi
per l’irta china della verdeggiante collina
Pensava di trascorre la notte tra le domestiche mura
col pensiero ormai al domani rivolto verso il verdeggiante campo
che era più di un amico

 


 

Guerra

La guerra continua
Tanti vogliono una via migliore
Essere resi liberi
Tutti lo desiderano
Ed ecco la buona notizia
Pace

 


 

Fanciullezza spensierata

Splendeva il sole ed i suoi luminosi raggi
colpivano le gote rosse dei fanciulli che gioiosamente
nel cortile ghiaiato saltellavano
era la loro età dominava lo scherzo
distanti i loro genitori
mesti in viso pensavano al loro domani
scrutando in quelli occhi
colmi di felicità
Il cortile lo dico era
quello della scuola
e le finestre del vecchio edificio
ponevano ombra, un pochino…forse

 


 

Giochi degni

Giochi d’arte
Giochi bene il giocatore
Tenga il cappello ed il mantello
Non violi le regole
Questo è tuo, questo mio
Son pronto
Nessun scrupolo
Avanti amico

 


 

26-1-2017

Mesto pensiero

Il tempo scorre gaio
anche quando fuori piove
mentre il vecchio pensieroso e triste
lancia lo sguardo al caminetto
ove arde ancora
l’ultimo trancio di legna

 


 

Quiete della foresta

Il verde scuro della foresta
offriva ristoro al peregrino stanco che all’ ombra
della plateale quercia si stendeva sul tenero e verdeggiante prato
Intanto un usignolo solitario
additava mesto l’ardir fiero di due contendenti
Il re sovrano con criniera aura
e la scaltra iena

 


 

Risveglio

Al sorgere del sole
Colori verdi e brillanti dei campi fertili si mostrano
In tutta la valle
Io guardo all’orizzonte
la nostra città si risveglia
e le persone del luogo si destano
dal riposo notturno.

 


 

Natura

La primula nel prato
vive e si protegge
Fior vermigli fan
capolino alla regina
L’inchino è plateale
guidato dal maestrale
Il fungo indossa il suo mantello e
spera
Ecco di nuovo il caldo scirocco
è innato il desiderio di
poter custodire così
Il suo plateale e variopinto
cappello.