Dalla raccolta intitolata:”Saveyourself” di
Serena Michelagnoli
Adesso lei
Lei che, sorseggiava emozioni
come fossero vini d’annata
ma per la sua anima
toglieva l’apostrofo
Lei che, miscelava cocktails
di calma glaciale
e passione primordiale
come dosi di un Manhattan
Lei che, immaginando quell’istante
era capace di trasformare
in piacere fisico
il profumo di un caffè
Adesso lei..
Aveva chiaro che dal vortice
non doveva farsi inghiottire
ma sfruttarne la spinta
Intrecci
Lenzuola che odorano
di respiri
ricordi imbavagliati
deliri
viscere come note
su un pentagramma
melodia di convulsi battiti e
di assordante calma.
Il vento soffia via le nuvole
ma non le stelle
tracce di vita già vissuta
con scambi di pelle.
Intrecci di trame
maglie ritorte
intessuti di desiderio
befferemo la sorte.
Il Re
Conosceva la fine anche dove
non c’era stato mai inizio,
la considerava una virtù
ma era vista come un vizio.
Si chiudeva nel silenzio
per ascoltare il suo bisogno,
gestiva il suo caos
senza perdere di vista il sogno.
Abdicava, aprendo al sole
Il suo castello,
preservava il trono al Re
ma per i passanti,
non aveva neanche uno sgabello.
Soltanto adesso
Adesso che è tangibile
ciò che non ho mai detto…
Adesso che ho vinto in appello
Ed ho capovolto il verdetto…
Adesso che volteggio
tra i colpi a vuoto che
la vita sferra…
dopo ogni volo
mi gusto la terra.
Crepe
C’ho una frase in testa
che non ho mai detto,
rumore di rottura
senza taglio netto.
C’è un balzo
che non ho mai fatto,
forse non esiste il volo
ma soltanto l’impatto.
Il silenzio
Lei ne ignorava il motivo..
Lui entrava nei suoi pensieri
prepotentemente, senza bussare,
scuotendoli e facendoli cadere a terra
come perle di una collana rotta.
I vestiti seguivano i pensieri
divenendo argilla tra le sue mani,
poi, il silenzio…
Si salutavano come per
non rivedersi mai più.
Lei raccoglieva le sue perle,
lui il suo cappello di silenzi
restando immobili, di spalle.
Lei ne ignorava il motivo..
E quella ne era la spiegazione.
Catene
Groviglio di catene,
immagini di destini
agganciati a pesanti massi..
Incontro i tuoi occhi,
abisso in cui cammino
nel deserto dei miei passi..
Vicini,
solo per immergersi nell’odore..
Lontani,
solo per non trattenerne il sapore..
Tra le mani,
si sgretolano le parole..
Sulla pelle,
cicatrici di fatti privi d’amore..
Frastuono di catene,
immagini di caviglie nude…
Legami creati
da ciò che la testa elude..
Ciò che non puoi
La pioggia dietro ai vetri
scorre su misteri,
allaga segreti.
Immagini al rallentatore,
battiti di ciglia
su fiamme nel cuore.
Si ferma sul tuo sorriso
una nuova lacrima,
non possono spingere
l’altalena
a chi, nell’anima
ha un fiume in piena.
L’uomo pioggia
Quel giorno lei era uscita senza armatura, aveva deciso di lanciarsi
senza paracadute e di concedersi senza filtri ai venti delle emozioni.
Camminava senza meta annusando l’aria e fermandosi soltanto
per fotografare immagini da cui, la sua testa, avrebbe innescato
altre mille fantasie.
Un albero, riversava la sua chioma sull’acqua, come una donna si
lava i capelli nel fiume, formando un nido perfetto dove
abbandonarsi ai propri pensieri.
Il rumore del torrente la riportò al suo letto arido e, senza
corazza cedette alla danza che, solo l’uomo pioggia,
sapeva scatenarle dentro.
Si concesse alle foglie ed al fango sentendo il corpo di lui
materializzarsi sulla pelle ed il cielo diventare i suoi gli occhi.
Adesso l’aria sembrava avesse il loro odore ed anche l’acqua,
sembrava scorrere più lenta come se stesse cercando un
accesso a quel greto che, invece, resterà esclusiva
di un’unica pioggia.
Dialogo a prua
..Dalla spiaggetta si scorgeva una scoglio scuro, di forma simile
alla prua di una nave. Sopra, proprio difronte alla maestosa luna,
il ramo di un alberello sorreggeva una lanterna dimenticata
da due amanti. Il piccolo arbusto si rivolse alla luna dicendole:
“Dietro la lanterna si scorgono i colori dei miei fiori, ma
ma dietro la tua luce è tremendamente buio”.
Luna: “La mia luce è il riflesso di ciò che non puoi vedere.
Di giorno, raccolgo i sogni non vissuti e di notte li dono a
chi ha il coraggio di realizzarli”.
Alberello: “Ma i sogni realizzati non diventano sogni
deludenti?”
Luna: “Se sogni che i tuoi fiori diventino farfalle, sarai
deluso. Se, invece, sogni che diventino ottimi frutti
potresti realizzarti nel veder volare le farfalle
tra i tuoi rami”.
Alberello: “Ma è ovvio che i miei fiori diventeranno
frutti, non può essere considerato un sogno”.
Luna: “ Da questa presunta ovvietà potresti essere
deluso, mentre il sogno genera speranza e la speranza
ti dona l’energia per affrontare ogni giorno, fino ad
arrivare al sogno”.
La lanterna si spense e l’alberello sognò…
La luna accese il buio e realizzò….