Serenella Galdiolo

Poesie


Guerra

Cantavo a squarciagola le canzoni
nel giardino fiorito della scuola…
ora devo stare in silenzio…
ascolto attento le sirene
e poi corro a perdifiato.
Come quando giocavo a pallone
i miei piedi si muovono veloci…
Tengo gli occhi bassi fisso la strada
martoriata dalle bombe…
in cerca di un rifugio
prima che arrivi la morte.
Ho l’eco nella testa…
Inesorabile ha strappato
la voce della mamma
quando la sera accanto a me
narrava di dolci fate nei boschi.
Non so più dov’è casa mia…
Non vedo né il roseto né il palazzo
della mia infanzia felice.
I miei vestiti strappati
polverosi e logori
non hanno più colore…
sono solo ciò che resta
dell’esser bambino.
Corro….corro ancora…
Tengo la mano davanti alla bocca
cercando di non respirare…
Non voglio annusare quest’aria fetida…
perché la guerra, ingiusta,
ha solo l’odore del sangue.
Quant’era dolce e candido
lo zucchero filato tra le labbra divertite
e il profumo di ciambelle alla cannella
la domenica mattina…
dopo la messa.
Dio, dove sei?
Mi aggrappo ai ricordi felici…
senza lasciarli andare.
Devo essere invisibile ed accorto…
Ubbidiente come un piccolo soldato
mi nascondo…rimanendo immobile.
Mi conforta il pensiero di mio padre,
mi sembra di vederlo apparire
tra le stelle nel cielo stasera…
A mani giunte prego….
Piango…nel mio giaciglio…
Poi…finalmente
riposo.

 


 

Attese

Finisce il tempo d’attendere oramai
quella felicità che inebria il cuore
…travolgente ed effimera
quanto quei baci… rubati alla vita.
E la serenità nasce piano nel silenzio
…come un germoglio
e la quiete di una mente ora matura
insegna con pazienza all’animo ferito
quanto meriti la pace.
Lascia che il domani aleggi intorno a te
senza uccidere quest’incerto presente
…che così poco t’appartiene.
Surreale e tormentato questo mondo
in cui i tuoi occhi si son posati
oggi è qui….ad acclamar perdono
per la crudeltà del fato.
Sotto lo stesso cielo
sostiene ogni tuo passo
…fino a che
l’amarezza sospirando s’allontana
e fuggirà il rimpianto.
Pensieri nuovi dall’intenso profumo
appariranno all’improvviso
… effimeri come la rugiada del mattino
che si dissolve e poi scompare.
Finisce il tempo di rimanere ad aspettare
che la fonte sia ricca dell’altrui volontà
e i sogni ritornino a volare…
senza quel nido sicuro
per quell’ala ferita
che non voleva sentir ragione
di guarire.
Ed è il coraggio a farsi breccia…
Dove la nebbia si è diradata
ora puoi vedere il tuo cammino…
Non ti volti indietro mai
…come se il richiamo del cuore
pretendesse finalmente ascolto
per guidare i tuoi passi incerti
verso la felicità che già ti aspetta.

 


 

Respiro

Respiro…
Non conosco l’emozione…
sradicata dagli eventi ingrati
di un futuro che non riconosco.
Questo tempo non m’appartiene …
come il male che mi affligge
nel mio eterno attimo.
Respiro…
Adolescenza ingrata
… sbocciata senza gloria
nei silenzi di una stanza.
La mano scorre veloce
… tra la tastiera e la carne,
virtuali sentimenti umani
di conoscenze futili.
Respiro…
Paesaggi immaginari
…luoghi irraggiungibili
di una mente vibrante
…coinvolta fino allo stremo.
Non ricordo il sorriso
… di come la bocca lo ponga
al mio cuore così desolato
nella solitudine ed la desolazione
di un giardino di ghiaccio.
Respiro…
Qualcuno sentirà
questo mio grido d’aiuto
di questa gioventù
che non sa scegliere.
Troverà la strada impervia
… per arrivare a me
rinchiuso tra queste confortanti mura.
Allora sentirò il vento sulla faccia
il calore del sole sul mio volto patito
fino a riprender fiato.
Respiro…
Mi dispero tra lacrime nuove
crude… liberatorie
e tu…sei qui…e mi tieni la mano…
per insegnarmi quanto condividere
profumi di libertà.