Silvia De Luca - Poesie

A mia madre

In uno sguardo,
in un gesto,
in un segno,
ancora oggi ritrovo
colei che la vita
mi diede
e che ancora
in me vive.
Come in uno specchio ti rivedo:
osservo la fronte, lo stesso cipiglio,
ai lati del naso, lo stesso taglio
ma nella bocca è il tuo ricordo più vivo:
noi due abbiamo lo stesso sorriso.
Due dita su una gota
le altre sotto il mento,
ti rivedo così
in un breve momento.
Io che madre di mia madre
diventai,
come figlia ancora da te
imparai:
indomita la malattia
a me insegnasti
a viverla con allegria.
Fierezza di donne
che la vita ha voluto sole,
per scelta o destino,
forti di un legame uterino.


Come stella cadente

Come stella cadente
hai improvvisamente
attraversato
il mio cielo
di solitaria notte.
Come stella cadente
per me sei stato
di impellente desiderio
inespresso, nascosto, frainteso,
ripetuto infinite volte
ad un muto cielo.
Come stella cadente
il tuo inaspettato apparire
si è sorprendentemente
radicato in me,
bruciante, perenne, costante
cicatrice di scia luminosa
sul mio corpo.
La frazione di un lampo
dura il tuo passaggio,
come scia luminosa
di stella cadente
scompari nella notte
che inghiotte il tuo buio.
Sola mi lasci a desiderarti ancora.
Notte io voglio diventare
dove di te scomparsa la luce,
in me nessuna memoria rimane.


 

Nessuno mai, io per prima.

Sicura vai certa di te
nella vita
fin quando accade,
incontri chi a nuove visioni
e pericolosi percorsi
estraneo ti rende
agli occhi tuoi
timorosi e schiusi.
Ti guardi, agisci e non comprendi
chi guida i tuoi passi
e nel buio discendi.

In esso scopri
quello che di te non sapevi
ed ogni volta avanzi
e sempre più a fondo
lo sconosciuto vivi.
Stupita, stordita,
senza fine è la discesa,
cercando un appiglio
la tua anima implora la resa.
Se davvero esiste
il luogo di infuocato rimpianto,
attraverso di esso
trovasti
l’armonia di un rinnovato canto.


 

Sogno

Apri la porta
ed entri con passi inudibili
nella mia camera buia.
I miei occhi ciechi
dietro le palpebre chiuse
ti vedono
e il mio cuore è il solo
nel mio corpo muto
che balla per te
la sua danza di gioia.
Vibra in me intenso il piacere
mentre i tuoi gesti saputi
fanno al mio corpo sonnabulo
quello che ogni giorno
da te desidera.
Sento il tuo odore,
assaggio il tuo sapore
come se il tempo non fosse passato
e il mondo non fosse esistito,
noi due ora siamo
al di fuori del tutto
e di niente altro voglio sapere.
Abbaia lontano un cane,
il mondo lentamente ritorna.
Del nuovo giorno la prima luce
taglia impietosa il mio viso.
Dischiudo gli occhi,
ecco… esisto.
Del vivido sogno un rimpianto nostalgico
la mia mattina accompagna.


Comfort zone

A che serve vivere
dentro i propri limiti,
sempre ripetere,
i propri destini.
Alla paura lasci decidere
le passive scelte,
i tuoi vili confini .
Di amore,
di luce,
di passione
il cuore voglio sconvolto
perché all’ultima ora
di morte,
di buio,
di quiete,
la vita saprò di avere assolto.


Roulette russa

Gioco con il mio cuore
con occhi bendati,
punto tutto senza timore
come i kamikaze caduti,
fedeli ad un solo onore.
Nel buio della mia scelta
non temo la sconfitta
gioco tutto e sfido la sorte
perché c’è vita
solo se conosci la morte.


Peso

Povero Atlante
senza riposo,
il mondo tieni
sulle tue spalle
come io
il mio dolore.


 

Per sempre

No, non credo più
che sarà per sempre.
Che tu sia
un amante passionale
o un sincero amico
non credo più
che sarà per sempre.
Vedo nei tuoi occhi,
brilla l’ingenua verità
delle tue parole
e come con fervore
ci credi.
Non promettere
quello che
nessuno può mantenere.
Non impegnare
il tuo cuore
in promesse
che nessuno può mantenere.
Non illuderti
di essere
così potente
come nessuno potrà mai.
A noi non appartiene
il tempo.
A noi non è permesso
ipotecare il futuro.
A noi non è visibile
quello che solo
al divino fato
è dato sapere.
Io non mi illudo,
perché so
che nessuno di noi
è così potente
da dominare il tempo.
E tu mi prometti l’eternità.
No, non credo più
che sarà per sempre.


 

Fusa

Sospendo il mio tempo
nell’ascolto
del tuo gorgoglioso respiro.
Intorno a noi fermo

il tutto continua
l’eterno logorio.
Salvi siamo
noi due uniti.
Un attimo di eterno
racchiuso
tra le mie braccia.


Merlino

Vibri felice
tra le mie braccia
morbido,
luminoso,
sapiente.
Ogni giorno insegni paziente
della perfezione felina
la lezione a me vana
sorda,
illusa.
umana.