Alcuni racconti usciti nel sito youcanprint e la raccolta mai pubblicata “ Indaco”:
L’anziano
Sergio e Michele erano due amici che si trovarono dopo un lungo periodo. Il primo era un operaio da una vita e Michele, il suo migliore amico, un barista a cui piaceva discutere degli eventi che accadevano nella loro città e parlare con le persone. Erano due amici sinceri e contenti della loro vita e a volte piaceva scherzare ad entrambi. Quel giorno si trovarono nella piazza della città, i piccioni volavano e i bambini correvano per spaventarli tutti. Il comune era chiuso, ma si poteva visitare la Sala Rossa e decisero di andarci assieme. Per accedere al piano c’erano delle scale molto antiche fatte di sasso con gli scalini molto lunghi e i due si chiesero il motivo. Passava di lì un signore anziano e sentendoli parlare capì che doveva intromettersi: << Su queste scale ci passavano i cavalli per salire ai piani, perciò gli scalini sono lunghi.>> I due si guardarono, ma non gli dettero molto peso. Si a Michele piaceva parlare, ma non amava ascoltare gli anziani. Il vecchi sconsolato continuò la discesa, << ooooh, i giovani.>> . La visita fu molto corta e una volta usciti tornarono in piazza. Alchè Michele allungò a Sergio una cosa … <<Cos’è? Cosa ci faccio con questo?>>. <<Come?>>. << Non saprei che farmene.>> <<E’ un libro.>> Un cheeee? << Un libro, dentro c’è una storia e per conoscerla lo devi sfogliare.>> Si va bene , ma non mi interessa sapere delle storie. Non mi piacciono>> Sergio lo guardò. << Oh cielo, come fai a vivere senza storie! L’immaginazione non ti interessa?>> No. << Oh, ormai te l’ho portato.>> << Lo prendo, ma lo uso come fermaporta. Oppure come soprammobile. Altrimenti … Aspetta ho un’ idea, aspetta pochi giorni.>>. Proseguirono per la loro strada e si salutarono mettendosi d’accordo di ri-incontrarsi alcuni giorni dopo. Così avvenne: Sergio e Michele si ritrovarono. Sergio aveva trovato una soluzione per il suo libro. << Ciao, allora cosa ne hai fatto del mio libro?>> disse Michele. << Guarda che bello … Apri il libro. >> Miche lo aprì e vide che le pagine erano piegate … un disegno, una vera e propria scultura fatta con le pagine di un libro. << Vedi sembra un angelo. Se ne hai degli altri posso farne ancora: lampade, sculture diverse …>>. << Si è bello, ma le parole ora non si capiscono.>>. << Che servono le parole quando hai immaginazione?!>>.
Il mare.
Al buio penso peggio, mi ci vuole la luce. Ci sono momenti però che mi isolo e dalbuio nasce la mia fantasia. A dire il vero alterno fasi allegre a fasi nostalgiche…
Come ogni sera guardo il mare e ascolto il suo rumore silenzioso e accorto: la sua timidezza mi sconvolge. Quasi riesco a scorgere il muoversi degli esseri che lo vivono. Ilgranchio che chiude le chele, le meduse che smettono la loro danza, i pesci che se ne vanno al largo e le vongole, che spariscono nella sabbia, al punto che arrivano a toccare quello strato in cui la sabbia finisce e solo loro sanno cosa arrivano a toccare: rocce, altra sabbia, terra, ancora acqua? Le cozze attaccate agli scogli non vedono l’ora di staccarsi per andare a rimirare il mare, ma ahimè, sanno che non è possibile e se ne stanno strette strette e come me, ascoltano il mare. Una sofferenza atroce di chi è rinchiuso. Mah, un momento … Dove vanno i gabbiani a dormire? Sulla terra? Sulle barche? Sulle macchine? Non saprei … Volto lo sguardo, la spiaggia non accoglie nessuno. Nessun ombrellone, nessuna persona e nessuna luce. Eppure è lì, non fa male a nessuno, non litiga con nessuno, non manda via nessuno; ma resta lì, immobile e ascolta il mare e aspetta.
Aspetta il giorno,
aspetta l’estate aspetta le persone, gli sdrai, gli ombrelloni ….
Anche io ho imparato a aspettare, proprio come fa lei. Un giorno pare che vada tutto bene, poi per un nonnulla on va più: allora aspetto che si rimedi l’accaduto. C’è una barca all’orizzonte, le uniche luci della sera. Io lascio il mio terrazzo e vi invito ad aspettare … Non è impossibile.
La ricerca della speranza.
Veramente è un anno e mezzo, la strada che ho scelto ha il tuo nome, la casa che ho scelto contiene una parte di te. Davvero, un anno e mezzo. Il vostro nome scritto tra le bottiglie dell’olio e vasetti coi tappi bianchi. Una A, nel mezzo, una parentesi inaspettata.
Un anno e mezzo di pianti e disperazione, di investimenti, per sguardi intensi, ma persi negli occhi di lei. Un vasetto e una scatola vicini custodiscono il vostro amore. Avrei voluto separarli, il mio cuore straniero me l’ha proibito. Dove vado non so più, un anno e mezzo, una canzone, sorrisi castigati e baci non rubati. Un vaso contiene dei nastri, sono rosso e blu. Per ricordarmi li sfioro ogni tanto per scaldarmi guardarli mi basta.
Si leva il vento, spalanca le finestre … Un anno e mezzo per la vita cambiata.
Fragile come un ranuncolo, ho imparato a tirar sassate.
Fragile come un cuore di carta, che ora taglio appena sveglia o piego a mente fredda.
Una pietra sulla testa sostituiscono i libri da modella. Non vorrei mai capovolgere il mio mondo …
E allora vado tra le vie di mezzo tra la rosa e il bottaccio.
Potere e cercare e distinguere le azioni
nate in amore …
Meritare resistere
.cullare senza sentirsi in famiglia …
.Affezionare, ma decidere di risentire
.per non cadere in solitudine …
.Tenerezza
.Responsabilità
.Nostalgia
Facce da donna
.Occhi di un uomo
.Mani di un bambino.
Niente gelosia
sei per lei dolcezza, protezione
.come un cuscino di neve.
.Solitudine narri di un uomo
Travolto dalla routine
arrivato in ritardo all’altare.
Le mani nate
.Con nessuna pazienza per allevare finisce di diventare
.La donna senza cuscino e l’uomo in ritardo.
Facce da donna
.occhi di uomo
mani di un bambino.
Distinguere le azioni
.Cullare senza sentirsi
Risentire per poi cadere
Nel mio quotidiano
.Sarei persa
.Se cambiando pagina
.A poco a poco
Tutti dessero contro
La religione.
Forse ti faresti
Delle domande anche tu
Se sfogliando il giornale,
diverso dal normale,
.posassi i tuoi occhi
sopra un segnale.
.Mio nonno
.Leggeva l’ Unità
.Solo di domenica.
.Si contano i lati
.E non gli uomini
.Si guarda al drappeggio
.E alla cripta,
.ma non alla preghiera.
.Mio nonno leggeva L’ Unità
Solo di domenica.
.Dalla parte opposta dell’altare
.Un opuscolo di arte terapia,
.chiedevano ostie
per inginocchiarsi
.gli abbiamo dato ricordi in fotografia.
.Mio nonno leggeva L’ unità
.Solo di domenica.
“ Un viaggio senza foto ricordo”.
.Se riesci a dirgli
.Che il mare è di sale
.Che dopo essere caduti
.Basta solo galleggiare
.La Marina li aspettava con salvagenti.
Beati, Santi, parenti
.Uomini nel sacco.
.Alluminio per ripararli dal freddo
.Per riflettere non per scaldarli.
.Se riesci a dirgli che il gommone
.Resiste
.Fino a un certo punto e
.Che le donne incinta
Valgono due.
.Beati, Santi, parenti
.Uomini nel sacco.
.Alluminio per ripararli dal freddo
.Non neri per scaldarli.
.Se la storia non era già scritta
.Se in Africa non c’era la guerra
.Avrebbero attraversato i confini per il lavoro
Che qui manca?
.Beati, Santi, parenti
Uomini nel sacco.
.Alluminio per ripararli dal freddo per riflettere
Non neri per scaldarli.
“ Quanto costa un abbraccio.”
Lasciamo stare le lacrime
Se non tremi
Catene al piede
Ordinano rimedi poco sani
Come litigare con la moglie
Per aver usato troppi post it.
Se non tremi
Catene al piede
Come amare un pescatore solo
Travolta da una passione contenuta
Che solo il marito può capire.
Lasciamo stare le lacrime
Se non tremi
Catene al piede …
Un cuore basso per alzarsi
Oltre l’ordine
Vuole un viaggio di nozze
Tradizionale, ma tra tre mesi
Il bimbo nasce o no …
Se non tremi
Catene al piede
Un bacio vuole il piccolo
Figlio di un amore vero
Ma solitario.
Se non tremi
Catene al piede
Traditi da menzognere parole
Dette dall’indifferenza
Veloce repentina
Figlia di rispetto e cortesia
E di ferite ancora aperte
Che con le parole
Ha reso crudele le nostre vite.
Quanto costa un abbraccio
Lasciamo stare le lacrime
Se non tremi
Catene al piede …
Sudicio.
Il colore bianco
Per non sentirmi sporca
Il colore bianco
Per scrivere sulla musica.
Il colore rosa
Per un’altra sposa …
La speranza nel piantare
Risiede nella costanza
Di annaffiare e nella
Necessità di raccogliere.
Amore … la cosa più importante.
Fa più paura perderlo che deluderlo.