NAUFRAGIO D’AGOSTO
Il mio corpo
senza il tuo calore è polvere.
Nessuno mai dovrebbe
fare promesse
Nessuno mai dovrebbe rubare
pensieri dagli occhi.
Quanto costa aver vissuto davvero!
Ho perso i remi della mia barca
naufraga in questo mare
mi affido al vento.
DIPINTO DI FUMO
E divento cenere
e divento fumo
per dare forma
al mio riflesso.
Nessuna primavera
nessuna rinascita
tutto brucia
in quello specchio
nessun riflesso
solo il fumo
dei miei ricordi
EUTANASIA D’AMORE
Immobile
difronte a quell’ingestibile
respiro che si agita
mentre penso a te.
Immobile
persa in quel grigio silenzio
che fa così rumore.
Tremenda illusione
quella di credere
che saremmo stati
più infiniti del per sempre
ma la voglia
di tornare indietro
non è che paura
di morire adesso.
ORIZZONTE D’AUTUNNO
Solo un passo,
un altro ancora
ed è li che ti ritrovi
nel fitto bosco
dei pensieri.
I rimpianti scricchiolano
come foglie sotto i piedi
e ti fai spazio tra i rami
come si fa spazio il sole
che ogni giorno
ha la stessa forza
di ricominciare.
Non tutto è da gettare.
Continui a camminare
mentre ti sfiora il vento
che trattieni tra le mani
come se fosse tempo,
il tempo che perdesti
a rincorrere farfalle
e contare stelle
quando ancora il tempo
non lasciava rughe sulla pelle.
Ma c’è qualcosa
che non passa mai,
c’è qualcosa
che il tempo non invecchia,
forse,
dietro l’orizzonte
proprio lì
dove nasce il sole.
IL TEATRO DEGLI ASSENTI
E fuggo via dal silenzio
da questo disumano assenso
da chi ha voltato il capo
e più volte rinnegato
il proprio nome al vento.
E torno qui su questa strada
in questo spazio vuoto
dove altro non sono
che l’involucro di una comparsa
di una triste commedia in maschera.
PAROLE SPOGLIE
Si accavallano scalpitanti
questi pensieri,
ansiosi di trovare posto
su questo foglio bianco.
Si fanno spazio
pian piano
mentre proietto i miei ricordi
su queste pareti
bianche, nude,
spoglie da ogni emozione.
INCHIOSTRO D’ASSENZIO
Quanto inchiostro
dovrà versare ancora la mia penna.
Questo sentire non usa che
parole straniere.
E invano quanto altro inchiostro
dovrò versare prima di aver capito
che non riesco a darti altro che
un foglio imbrattato
di versi tremanti.
E’ troppo alto questo sentire
che timido sfugge
al controllo del palmo.
Quanto altro inchiostro
dovrò versare prima che io possa
dipingerti con le mie parole.
O forse dovrò arrendermi
e affogare in questo rovo
di versi confusi.
Così tanto inchiostro
ho dovuto gettare
prima di andarmene
nell’assordante silenzio
della tua assenza.
LA STAGIONE DEGLI INGANNI
Ho percorso strade e sentieri rocciosi
che il vento ha osato scalfire.
Tutto frana nei sentieri della mente.
E mentre il mondo consuma gli anni
mi cerco tra la folla dei passanti
tra maschere e teatranti.
E brucio i miei passi su questo suolo
che percorro a piedi scalzi.
In questa foresta mi sono ritrovata
nella solitudine di un sentiero straniero
dove ho ballato tra braccia di corteccia
e dormito su tappeti di foglie dorate.
Nel silenzio ho imparato ad ascoltare
immaginando fosse così
oltre il confine di questo sentiero.
Ma la pioggia portò con se tutto
e sciolse il trucco dei miei inganni.
QUIETE APPARENTE
Ho vestito la mia ombra
per gettarla in questo torrente
di corpi di pietra.
Sorrisi di cera
e promesse di vetro.
Certezze come sabbia
in un giorno di vento.
E’ nell’apparente quiete dei miei occhi
che giace silenzioso l’eco
di un assordante e selvaggio abbisso.
FANGO
La stretta gelida della folla
mi spinge a cercarti
Tu, Solitudine
dama dalle vesti bianche
e dalle mani esili e fredde.
Mi rapisci nel silenzio
di un timido racconto
e mi sussurri parole
che nessuno osa ascoltare.
Mi vesto della tua pelle
come scudo al mondo
e rinasco tra le tue braccia
che mi sollevano
dal fango da cui provengo.
Sto affogando sotto questo finto cielo
fatto di carta
ma tu mi tieni a galla
e come un naufrago
finalmente tocco terra.