Stefano Borghi - Poesie e Racconti

I sensi.

 

I miei occhi

sono colmi della tua luce,

il mio olfatto

è inibitodal tuo profumo,

la mia lingua

è satura del tuo sapore,

Il mio corpo

è anestetizzato dal calore del tuo,

il canto del tuo amore

mi ha reso sordo.

I mie sensi ancestrali sono pieni,

chi non lo è… è la mia anima.

Lei è vorace, insaziabile, indomabile…

Si nutre della tua essenza.

 

 

Stefano B.


 

In nome di…

 

L’aia era il tuo mondo
il sole a picco
il canto delle cicale
il fieno piegato dalla falce.

Seduto all’ombra del gelso
respiravi il profumo della matricaria
l’odore intenso inonda le tue narici
incoronando la tua anima.

Il tuo spirito prende forma
il fanciullo diventa uomo
il sogno, l’ideale di un grande uomo
prende le redini della tua vita.

Inizia la tua nuova vita
il tuo arto destro si protrae alla vittoria
il sangue nelle tue vene si fa frenetico
assapori il sangue della gloria.

Dopo tante primavere di impeccabile devozione
la mano del giuda travestito da uomo
sferza il tuo destino, cambia la tua vita
ma nulla può sulla tua anima.

La tigre imprigionata dentro di te
assetata di vendetta
non avrà pace
sino al compimento dell’ultima luna.

Il combattimento è all’ultimo sangue
offri la tua stessa vita in nome di…
con la mano accarezzi il grano dorato
getti al vento la tua armatura.


Il fanciullo ripudiato

e nascosto infondo al tuo cuore

si fa strada verso la luce eterna
torna alla vita, quella che gli fu negata.

 

 

Stefano B.

 

 

NB: non rinunciare alla tua vita, non rinnegare il tuo essere…per niente e per nessuno.


 

Meraviglia.

 

La pioggia che bagna la nostra pelle

il sole che scalda i nostri cuori

le risate che nutrono le nostre anime.

 

Le lacrime che bagnano le nostre ferite

le rondini che curano i propri piccoli

il vento che scuote i nostri sensi.

 

I fiori che sbocciano

l’acqua che scorre tra i sassi

il tasso che fugge tra l’erba alta.

 

Le lucciole che danzano tra noi

i muri scrostati dal tempo

la musica che ci fa ballare.

…meraviglia…

 

 

Stefano B.


 

Non so chi sei.

 

Tu sei lì,

in qualche parte del mondo.

Io sono ancora qui.

Non sono ancora pronto,

forse neppure tu lo sei.

Quel giorno arriverà,

ci incontreremo, e sarà magia.

Percorreremo la strada della felicità.

Sarà come conoscerci da sempre

faremo i nostri errori

e ci sosterremo.

Nel frattempo immagino

il colore dei tuoi occhi,

la profondità del tuo sorriso,

la grandezza del tuo cuore.

Ci incontreremo, ne sono certo.

Sarà del tutto casuale,

e con la meraviglia

che appartiene ai bambini,

scoprirò che mi sbagliavo.

I tuoi occhi saranno diversi,

più luminosi.

Il tuo sorriso sarà diverso,

più ammaliante.

Il tuo cuore sarà diverso,

immenso.

Sarò il primo,

che vedrà tutto quello che nessuno ha mai visto.

Sarò il primo

che in punta di piedi sfiorerà la tua anima.

Ti sceglierò e tremerò,

e come una foglia ingiallita,

cadrò ai tuoi piedi.

Accudirò le tue radici.

 

 

Stefano B


 

Scrigno.

 

Lo vedi quel punto

lì dove il cielo scende

e il mare sale.

 

Rifugia lì

i tuoi sogni

le tue speranze.

 

Quello è il posto più bello

è un abbraccio eterno

grande quanto l’amore.

 

Tutti i giorni 

il sole pone il suo sigillo

se ne prende cura,

 

ti ricorda che sono lì

solamente per te

tuoi e unici.

 

Quando sarà il momento

ti potrai perdere

in quell’abbraccio.

 

Riprenderai tutto

lo condividerai

e il tuo cuore tremerà.

 

 

Stefano B.


 

L’antidoto.

 

Ci vuole il rumore assordante, per apprezzare il silenzio

Ci vuole la solitudine, per apprezzare la compagnia

Ci vuole l’abbandono, per capire l’appartenenza

Ci vuole l’assenza, per apprezzare la presenza

Devi renderti conto di essere fragile, per trovare la tua forza interiore

Ci vuole la tristezza, per capire cos’è la felicità

Devi perderti, per ritrovare te stesso

Devi capire che l’odio e il rancore distruggono, per educarti all’amore e alla comprensione

Non devi più vivere, per apprezzare la vita

Devi essere disprezzato, per apprezzare te stesso e gli altri

Devi prima morire, per poi rinascere

Devi essere schiaffeggiato, per apprezzare le carezze

Devi assaggiare i calci in culo, per assaporare in pieno gli abbracci

Devi capire che non esiste la perfezione, per apprezzare l’imperfezione

Devi perderti nel giardino del vicino, per capire quanto è prezioso il tuo, proprio perché è tuo

 

Per sapere cosa sia una situazione devi vivere l’opposto…

Dicono che la vita è strana, io dico di no, la vita è questa. 

Se hai capito e compreso veramente tutto questo,

 credo che la vita ti debba ancora una possibilità, 

e se te la darà, afferrala, ma con umiltà e grazia, 

senza arroganza alcuna…

 

 

Stefano B.


 

Un momento tutto nostro.



Quanto mi manca

non poter guardare i tuoi occhi
marroni, umidi e profondi.
Quanto mi mancano

le nostre mani che si accarezzano

sul tavolino del bar.
Sì….ricordo perfettamente le carezze delle nostre mani, 

come per dirsi…hei siamo qui, tu ed io
tutto il mondo fuori, lontanissimo da noi.
Le cene a lume di candela,
a parlare di un milione di cose,
e le tue risate che coprivano ogni cosa,

come la neve che scende copiosa.
Io mi immergevo nel tuo sorriso

e dimenticavo ogni cosa,

anche il mio nome.
Quanto mi manca

il tuo prendere a correre all’improvviso

a braccia in aria…

è il tuo modo di assaporare a pieno il momento,

immersa completamente nella gioia della vita e dell’amore.
Ricordi quella notte,

tra i sassi del fiume…

ballavi nuda e colma di euforia
eri un tutt’uno con la natura.
Mi manca il tuo sorriso orgoglioso
di quando realizzavi, tavole,cartelloni e pagine,

 per il tuo lavoro.

Quanto ami il tuo lavoro, 

l’impegno e l’entusiasmo che ci metti…

l’ho sempre letto nei tuoi occhi.
E quante serate trascorse

sui prati delle nostre colline,

a bere birra e mangiare patatine…

Distesi sull’erba tiepida a fare l’amore,

circondati dai rumori della notte e avvolti dalle stelle.
Le nostre passeggiate tra le vecchie mura

che parlavano di vita vissuta,
storie di persone umili, coraggiose e chissà

quanti amori…
Mi mancano i momenti

dove mi leggevi una pagina di un libro

che mi avevi regalato,

oppure mi leggevi uno dei tuoi libri per bambini,

dolcissimi ricordi, momenti solamente per noi.

Indimenticabili….addio amore mio.

 

Stefano B.


Amore.

 

 

Perché abbiamo paura di pronunciare la parola Amore? Forse perché nella credenza popolare è stata etichettata come una debolezza. Forse perché, e mi rivolgo agli uomini, è roba da femminucce? L’uomo non deve piangere? No! L’uomo che si emoziona, l’uomo che piange è un grande. Basta! Smontiamo questa farsa, l’Amore è una cosa seria, e roba da persone forti. Smettiamola di essere ciechi davanti all’energia più potente che regola l’intero universo. Persino Albert Einstein ne ha parlato, e lui stesso non sapeva, come controllare questa immensa energia. L’intensità di un abbraccio di vero Amore, è una cosa spropositata, inspiegabile a parole. Piega le sbarre di una qualunque prigione, che ognuno di noi si è costruito intorno a se. Ma questo abbraccio, non deve creare altre sbarre, con la bramosia di possedere, altrimenti non stiamo parlando di vero Amore. Questo sarebbe possesso, e il possesso altera il vero significato dell’Amore. L’Amore è libertà di essere, di esistere come individui singoli, con i propri obiettivi e i propri interessi. Chi vuole possedere gli altri, ha paura di restare solo, ha paura di se stesso e quindi ha assoluta necessità di avere qualcuno al suo fianco, che lo renda più forte e più grande…ma questo non è Amore, chi si comporta in questo modo non da Amore, queste persone non sanno cos’è l’Amore.

L’Amore richiede libertà, richiede coraggio, richiede totale fiducia.

Recuperiamo il concetto, recuperiamo il vero Amore. E adesso voglio essere stronzo fino in fondo, tu che leggi, mettiti davanti allo specchio…adesso, hai coraggio di pronunciare la parola Amore?

 

Stefano B.


Cosa merito?

 

Ci sono cose nella nostra vita che non possiamo cambiare e le dobbiamo accettare per quello che sono, siano esse persone, comportamenti, eventi, situazioni o altro… Mentre ci sono cose che possiamo modificare, chiaramente se noi lo vogliamo e lo possiamo fare. Quando siamo realmente consapevoli di questo, automaticamente abbiamo acquisito una grande forza dentro di noi, ma non solo, significa anche avere fatto un balzo in avanti, quasi inconcepibile. Quindi mi chiedo, cosa merito io? Merito di perdonarmi, di perdonare i miei errori, di perdonare il male che ho fatto, merito di perdonare gli altri, per errori fatti nei miei confronti, di perdonare per il male che mi è stato fatto. Merito di capire, merito la conoscenza, merito di crescere, merito la pace, senza arrendermi di fronte alle ingiustizie, ai torti e alle offese. Merito di essere felice, di toccare il bene che si espande come la nebbia che invade e avvolge ogni cosa. Merito il meglio del meglio, merito l’amore e non le illusioni, merito un palmo di mano aperto e non una gabbia. Merito di alzarmi alla mattina e sentire il vento, il sole, la pioggia sulla mia pelle. Merito la magia della musica, dell’arte e della poesia,  ciò che mi piace. Merito la VITA….come la meritano TUTTI. Chiamatelo sogno, utopia, come volete, ma io voglio questo!

 


Stefano B. 


 Il cambiamento.

L’essere umano è un continuo divenire. Il nostro regno è l’universo e la caratteristica principale di questo, sta nell’evolvere continuamente, attimo dopo attimo, giorno dopo giorno, anno dopo anno, continuamente…

Non tutti abbiamo gli stessi tempi, ognuno ha il suo. Anche l’essere apparentemente più rigido, evolve nel tempo, è obbligato a farlo anche se vi si oppone. Le persone che riescono ad ascoltare la propria anima, lo fanno molto velocemente, perché percepiscono tutto l’Amore che abbiamo dentro. Le persone che hanno difficoltà ad ascoltarsi, fanno fatica, sono sordi al canto della bellezza, sono meno sensibili al tocco dell’Amore. Poi ci sono persone che sentono il bisogno di evolvere, di cambiare assolutamente, perché hanno capito che hanno sbagliato e sentono il desiderio di essere avvolti dalla bellezza della vita. Ci sono persone che invece cambiano costruendo corazze, quasi inespugnabili per i torti e le ferite subite, innescando nelle loro menti un meccanismo di protezione, ma questa a mio modo di vedere, non è la strada giusta. Siamo esseri connessi e non possiamo chiudere gli occhi a questa realtà. Puoi essere sordo fin che vuoi al cambiamento, ma è inevitabile, guai non fosse così. Il cambiamento è l’unica via percorribile per poterci salvare, e riconoscere che l’Amore, è l’unica forza inarrestabile che connette l’intero universo, che collega tutti gli esseri viventi che lo popolano. Tutti abbiamo Amore dentro di noi, non possiamo negarcelo, tiriamolo fuori, doniamolo…

 

Stefano B.