CANTO NOTTURNO DI UNO SCOUT SOTTO LE STELLE
Taci.
Respira la vita.
Abbraccia il mondo.
Ama,
saltella a piedi nudi sulla sabbia
e sentiti libero.
Desidera
di essere amico di mille persone
e di avere i tuoi attimi di solitudine.
Lascia
che il vento ti porti lontano
dove mai avresti di poter arrivare.
Senti
il peso dello zaino sulle spalle
ti sentirai spinto verso il basso.
Rialza fiero il capo.
Cammina
fino allo sfinimento, inseguendo la tua strada.
Credi
che tutto possa avere un senso.
Se sembra non averlo, cercalo.
Pensa al passato.
Rincorri il presente.
Spera nel futuro.
Guarda le stelle.
Ora chiudi gli occhi,
fatti travolgere dalla luce fin nel profondo.
Sei vivo,
e nessuno potrà mai dirti il contrario,
quando ti senti morto dentro
e allora che sentirai la forza della tua esistenza.
Respira la vita.
LA FINE
Arriverà la fine,
ma non sarà la fine,
solo un altro inizio.
E qua,
sotto lo stesso cielo
si ama, si odia.
Qui
le notte insonni,
sdraiati fianco a fianco a scriverci sul cuore.
Il vibrare delle corde della chitarra,
il vento,
il mormorare dei grilli,
i passi compiuti.
E tra un paio d’anni,
una sera, guardando il cielo,
ricorderemo tutto questo
e sorrideremo al vento
cercando il motivo che ci spinge
ad andare avanti
a fare un altro passo, anche piccolino
incrociandone altri
altri mondi,altre persone
che poi lasceremo
forse per non rivederle
forse per riprenderle.
E alla fine della strada
poter chiudere gli occhi
con l’anima ancor piena del riflesso della nostra vita.
IL MARE
Silenzio.
Il mormorio delle onde di lontano,
il vento che ti sfiora il capo.
La schiuma bianca
che patì d’amor in un tempo lontano
un saluto dal porto con la mano.
Fissare l’orizzonte,
oggi le nuvole incontran i monti
e celano l’unione tra cielo
e terra.
Forse più tardi spunterà il sole
magari sul far della sera
prima della notte
che sussurrando porta nel nostro mondo i sogni.
Troppo semplice
affidare i sogni al mare,
qui tutto par possibile,
come se la vita dimenticasse per
un istante,
uno solo, quanto può essere crudele
e si aprà un nuovo varco
in tutto ciò che può essere.
ACCENDI IL CUORE
A occhi chiusi.
Incerti sull’avvenire.
Mossi dal vento.
Ora di là, ora di qua
ricordando ciò che c’era prima,
pensando a ciò che viene dopo.
Il cuore più non usi
i sentimenti non li riesci più a sentire.
Ognuno pensa al suo tormento
credendo d’essere il solo.
Oltrepassa il limite
ora che puoi,
come non hai mai osato.
Immaginati come una foglia al vento
che vola via lontana
e prima o poi cadrà.
Non essere una cimice
so che in fondo lo vuoi.
Donati e ama come mai hai osato fare.
Decidi tu se sei sano o malato,
parassita o disinfestatore,
se lasciarti vivere o buttarti.
Accendi il cuore
riscalda il mondo.
IL MONDO DELLE MASCHERE
In un mondo di maschere
dove tutto è possibile
e viene reso sempre complicato.
In un mondo di parole
giuste e sbagliate
dove ne basta solo una per cambiare le persone.
In un mondo vario
dei colpi della fortuna
di decisioni continue.
In un mondo di diversi
dove si può tendere la mano
e forse volersela lavare subito dopo.
In un mondo di omicidi
con gente che nemmeno più si sorprende
davanti alla televisione che ne parla sempre.
In un mondo di futtilità
dove si cerca di continuo
senza accontentarsi mai di ciò che si trova.
In un mondo
dove si parla continuamente d’amore
senza aver cercato sul dizionario.
Questo è il nostro mondo.
GIORNATA PIOVOSA
Piovon dal cielo bigio
immacolate lacrime di cristallo
arde il caldo fuoco nelle case.
Oggi
non v’è nessuna luce
gemono solitarie le tristi le nuvole.
Osserva il bimbo alla finestra
simili i suoi occhi innocenti
alle lacrime del cielo.
Tiene la bocca spalancata
per cercare d’afferrarle
ma il trasparente muro li separa.
Oggi
le persone si nascondon sotto i loro ombrelli,
passeggian sotto i lampioni accesi,
unici fiocche stelle visibili nel mondo.
CRESCERE
Un bimbo nasce indifeso,
innocente,
con animo puro che difficilmente manterrà.
Egli è un angelo,
nato da ventre di donna,
un dono venuto a rischiarar la notte,
il regalo più grande per due innamorati.
Egli pian piano cresce,
esce fuori e giocando sporca la veste bianca
che gli avevano regalato,
m si può lavare
non può restar sporca per sempre.
Il bimbo va a scuola,
impara e dimentica,
si fa amici,
comincia a pretendere,
per lui il mondo e ancor tutto rosa,
ma il vil mondo non perdona.
Va avanti
cade in continuazione,
viene però sempre sorretto.
Crescendo cerca l’amore,
la felicità,
insegue i suoi sogni.
Combatte
vince e perde
e continuerà sempre così
finchè un giorno anche lui sarà genitore
e allor si ricorderà
di com’era
e insegnerà al suo bimbo a camminare.
IO NON CREDO DI AVERE PAURA DELLA MORTE
Io non credo di avere paura della morte,
perché in fin dei conti è normale
che un giorno i nostri occhi si chiuderanno.
Io non credo di avere paura della morte
anche se ne parlano tutti di continuo,
se tutti piangono quando subiscono un lutto,
in fondo anche la vita fa venire lacrime agli occhi.
Io non credo di avere paura della morte,
ciò che davvero mi fa paura
e che forse dopo di lei non potrò più amare,
ma se così non fosse,
io non credo di avere paura della morte.
Io non credo di avere domande sulla morte
tanto non potrò mai trovare una risposta
finché vivo,
e finché respiro della morte non mi devo preoccupare mai.
SUL FAR DELLA SERA
Sul far della sera,
quando tutto si incupisce,
un contadino osserva la sua proprietà.
Sul far della sera,
una mamma a fianco al fuoco
racconta una fiaba al suo bambino.
Sul far della sera,
con in mano una chitarra
c’è chi canta una vecchia canzone.
Sul far della sera
il mare si tinge della luce immensa
del tramonto.
Sul far della sera
fratello sole
incontra l’amata sorella luna.
Sul far della sera
dopo una giornata di lavoro
marito e moglie si riabbracciano.
Sul far della sera,
dopo un giorno di studio matto
e disperatissimo, si riposa lo studente.
Sul far della sera,
ci si sente più intorpiditi,
più dolci,
col cuore più dilatato.
LARA
Stai or silente alla finestra
con lo sguardo puntato verso il cielo
che si riflette nei tuoi occhi di bimba innocente
mentre i capei d’oro interpretano il sole.
Pari una musa,
rivolgi i pensieri all’universo lontano
e il cosmo teco ragiona.
Rifletti sul complesso mondo
e si mischian contempo a questo
problemi e i giovani amori di ogni giorno.
Si che forse
le tue guance pallide in realtà
si veston, per dispetto,
sempre di porpora,
sono questo specchio falso
del tuo spirto sensibile?
O è forse l’apparenza di fiore
che desti a nascondere la verità?
Vero è però,
apparir e dentro
che la tua rosea bocca
or ora s’accentua del rosso d’amore e di sangue.
E si che quando ti chiaman
a scuola a risponder
sei sempre pronta e mai rischi di te confonder.
Io non so chi t’abbia dato
quei begli occhi verdi che hai
ne chi ti ha fatto dono della tua vivacità
che ti protegga questa da ogni viltà
idea non posso avere
o chissà perchè dalla tua bocca esce solo verità
e ancor sbagliando mi chiedo
chi responsabile della tua personalità
e dell’essere te stessa.
Rischiari la tua mente
la bontà della tua mano
che tanto di penna scrisse
cose estranee al mondo
che da esso si nascondan
che pian piano convoglian
ancor nei tuoi occhi e in ciò che sei. (A Lara Jorasch)