Tullio Rossi - Poesie

Il Dubbio

 

Ti ricordi quand’eri piccolo

Che avevi paura delle tenebre, del buio?
Quando ti dicevano…
Fuori dalla porta c’è il lupo
Pronto a mangiarti…
C’é il diavolo
Che ti porta via!?
Sapevi che non era vero
Ma c’era un qualcosa che ti faceva paura
…il dubbio.

Poi sei cresciuto
E più ti facevi grande e, più piccola
Era l’ombra della tua paura
Fino a scomparire del tutto.
Cosi sei entrato nella notte
Ed hai scoperto un mondo pieno di luce
Di gioia, di divertimento
Di vita.
Ora sai, che soltanto uno stupido
Può avere paura.

Eppure
Anche adesso che sai…
Lo sai che dooo ogni notte 
Arriva di nuovo il giorno
Lo sai che dopo il buio, arriva la luce 
Lo sai che il lupo non ti mangia
E che il diavolo non ti porta via, ma
Allora…cos’é che ancora ti fa paura?
…il dubbio.


 

Primavera

 

Non voglio rimuginare buio, freddo

Lamenti imbiancati di neve.

Non posso pensare al livido inverno

E nelle sue mani

Il Tuo sorriso che si spegne.

Io…Sopra ad ogni inverno

Poserò un mazzo di fiori

E vestirò il tormento

Con la speranza dei colori.

Scioglierò le verità di ghiaccio

Nel calore dei pensieri

Poi…Arriveranno i sorrisi di domani

Ad asciugare i pianti di ieri.

Anche lo sguardo caduto nelle mani

Sì solleverà in un tiepido incanto

Tra giornate di sole

E pioggia che cade senza pianto.

Con le stelle che brillano

E la luna che intona il Tuo canto.

E là…Dove l’inverno regnerà senza tempo

Io vedrò la primavera

Che danza nel vento.


SBATTERE LA TESTA

 

Avanti e indietro

come il carcerato nella sua cella

me ne sto qui nei miei pensieri.

Qui non ci sono porte e non ci sono finestre

C’è soltanto la sua immagine che s’innalza davanti a me

Come una parete.

Ne osservo lo sguardo e nei suoi occhi

M’appare uno spiraglio di luce

Sembra quasi venirmi incontro dal fondo d’una galleria.

Per un attimo m’illudo di libertà

Per un attimo mi riscopro felice

Ma è un attimo.

Giusto il tempo

Di sbattere la testa contro il muro.


 

SOGNO DI MEZZ’ESTATE

 

Quando la notte calava e, la falce taceva.

Quando il rastrello riposava sul fienile, ed il tridente nella stalla.

Quando il dovere tramontava, ed il piacere sgattaiolava.

Davanti ai miei  occhi, sfumava l’ultima scena del copione

Ed un altro sipario si spalancava.

 

Migliaia di lucciole scintillanti danzavano nella penombra

Inseguite dai passi di un bimbo bagnati di rugiada.

Rincorrendo il profumo del sambuco fiorito

Ero libero di osservare Il cielo stellato

Mi sdraiavo sopra il canto dei grilli

E tratteggiando i pensieri, dipingevo sogni.

 

Era scesa la notte

E  la realtà, mi offriva il rovescio della medaglia

Ma era soltanto un assaggio, una concessione

Che alle prime luci del mattino terminava.


 LE FERITE DELLA VITA

 

Al mattino ci alziamo e ci vestiamo

Nascondendo sotto i vestiti le nostre ferite
Anch’io nascondo le mie
Le botte prese da bambino
Le imprudenze giovanili
Le distrazioni del lavoro
Ma la cosa strana
È che la ferita più profonda
Me l’abbia lasciata il bacio di una ragazza
Mentre le altre son sparite
Lasciandomi soltanto invisibili cicatrici
Questa è una di quelle ferite che non guariscono mai
Quando credi sia guarita
Urti un cassetto aperto
Lo spigolo del tavolo
Un ricordo
Ed ‘ecco che si riapre e ricomincia a sanguinare
Ma non fa male
Come un fiore si spalanca liberando il suo profumo
Così lei
Si apre  lasciandoti una sensazione di piacere.


 

 

Ti vorrei incontrare

Là!

Dove si incontrano i nostri pensieri

Dove le emozioni di oggi

Accarezzano quelle di ieri

Dove le nostre parole

S’abbracciano e si baciano

Come il cielo bacia il mare

Dove i sogni

 Evaporando al comparir del sole

Esalano desideri

Dove il nostro esistere

È piacere

È passione

È dolore

È là!

  Dove incontrarti

…È fare l’amore.


 

L’ANIMA

 

Se dovessi descrivere l’anima.

Sarebbe una farfalla

che svolazza felice

sopra prati variopinti da fiori

sotto un cielo azzurro

ed un sole raggiante.

Ma

se l’anima fosse la mia

allora non ci sarebbe  sole

il cielo sarebbe grigio

nei prati nessun fiore

e la farfalla

..sarebbe morente.


MARE

 

Milioni di lacrime

di gioia, di dolore

che tanto ti sanno dare

e tutto ti possono strappare

 

lacrime

che il bene vanno ad innaffiare

e tutto il male

sanno affogare

 

Milioni di lacrime

che ad ognuno il mare

ha saputo donare

che ognuno deve al mare

 

mare…

milioni di lacrime

d’amare.


SCENDERE A FONDO

 

Ciò che guardi oggi

non l’hai visto ieri

né apparirà domani.

É meraviglioso vivere

convinti di questa realtà

cercare in ogni giorno

in ogni passo

in ogni cosa

quel particolare

che lo rende il solo

l’unica

accettarne la realtà

apprezzarne ed amarne

la verità

d’ogni esistenza

scoprirne un’unica identità

esser capace d’osservare

la luna tutta intera

non metà

dare un valore a tutto

e tutto il valore ad uno

perché ogni cosa

ha l’importanza della prima

dell’ultima e dell’unica

Come la vita

che è la sola che c’è

come te

che un’altra non c’è.


TEMA DI NATALE

 

Ciao forestiero. No…non sono arrabbiato, è che devo scrivere cosa ho fatto a Natale e non so come iniziare. Mi devo inventare qualcosa di bello se voglio prendere un buon voto, se scrivo quello che ho fatto realmente mi da un cinque, sai come sono le maestre… se vuoi prendere un bel voto ci devi scrivere che hai fatto cose strabilianti , non la verità. In fondo, non sono diverse dalle altre persone, da quelli che dicono: se dobbiamo andare d’accordo, innanzitutto la verità! Ma appena gli dici la verità, ecco che si spezzano gli accordi e anche lo strumento. Non c’è niente da fare, la verità, tutti la vogliono ma a nessuno piace. la verità è noiosa, scontata, non interessa a nessuno. Se vuoi incantare la gente, devi raccontare favole, è così!

Io adesso che ci scrivo? Sono andato a messa, ho spazzato le mucche, il mulo, le galline, ho messo gli stivali di gomma e sono andato a sciare con il lavamani perché la slitta la stavano già usando i miei fratelli. Poi, son tornato a casa, ho preso due calci nel culo perché m’ero bagnato con la neve e, visto che mi piaceva la neve, mi hanno dato la pala in mano e spedito a pulire il terrazzone. Però io, invece di spalare la neve ho pensato bene di sfruttare l’occasione per fare un  pupazzo, così mi son preso altri due calci nel culo e una sberla in faccia. Basta neve! Giù ad aiutare i fratelli a spazzare la stalla “ un’altra volta” ma che giornata di cacca! Finalmente è giunta la sera e anche di questo Natale non son rimasti che pochi sgoccioli… o forse, sarà la neve nelle tasche che si sta sciogliendo?

Secondo te, ci posso scrivere una cosa cosi? Non mi da nemmeno un voto, mi scrive un visto e chiude il quaderno.

No! Posso anche scrivere questo ma in modo diverso, ci devo mettere un po’ di addobbi natalizi. Magari, partendo proprio dalla messa che mi fa sembrare un bambino bravo e ubbidiente, uno di quelli che fan la gioia dei genitori. Bene…cominciamo.

 

Il giorno di Natale mi sono alzato e mentre stavo facendo  colazione, ho visto una montagna di regali sotto l’albero di agrifoglio addobbato con tante palline di vetro e luci intermittenti. Così ho buttato giù il latte tutto d’un fiato e mi son lanciato su quella montagna di regali. Una volta individuati i miei, mi son messo in disparte ed ho cominciato a scartare… un bellissimo paio di scarponi da sci della Rossignol! Stupendi! Ma cosa me ne faccio… io non ho gli sci! Ma guarda, guarda, un paio di sci Fischer! Questo si che è un regalo fantastico, e ancora, i guanti Dolomite, un para orecchie… una tuta Colmar. Cavoli! Ho tutto il completo, mi manca soltanto il giornaliero.

Finito di aprire i regali, con la faccia ancora un po’ rincoglionita ed incredula d’essermi meritato tanto, ho controllato dalla finestra se ci fosse ancora la neve. Ok! Neve ce n’era  in abbondanza e, c’era pure il sole che la faceva brillare come se fosse ricoperta da migliaia di piccoli diamanti. Un vero panorama natalizio.

Poi, insieme agli altri fratelli siamo scesi a Costa Imagna per assistere alla Santa messa di Natale. Finita la messa, siam passati dal fornaio a prendere il pane e ci ha dato anche un panettone in regalo da portare a casa. Quando siamo arrivati a casa avevamo i piedi inzuppati come una michetta nella böseca  e congelati come un ghiacciolo motta. però ci hanno fatto spazio vicino al fuoco, così ci siamo scaldati ed asciugati. Non c’è niente di più bello del potersi riscaldare i piedi vicino alla pentola della böseca che bolle, è una di quelle cose, che già di per s’è ti sazia. Anche se, mangiarla è stato molto più soddisfacente… un piatto di trippa del Pertüs con dentro un paio di michette di Costa, è quel qualcosa che uno vorrebbe trovare anche in paradiso.

Finito il pranzo di Natale, dal quale non è mancato nulla, dalla gallina con ripieno ai datteri, mandarini, torrone, panettone ecc. beh! È arrivato il momento di provare i miei sci nuovi e dopo essermi equipaggiato del tutto, mi sono lanciato sulla neve.

Però, dopo un po’mi sono stancato di sciare, così mi son cambiato e sono andato allo zoo, c’erano; bubali, cavalli selvatici, pavoni.

Ormai sera, sono andato nel Pasadù ad ammirare il tramonto. Poter osservare il sole che scende dietro il Monte Rosa, è un’altra di quelle meraviglie che uno si immagina di trovare anche in paradiso.

È stato d’avvero un Natale stupefacente. La sera è trascorsa tranquilla, un piatto di cappelletti con il brodo della gallina ripiena, una corsa a guardare il carosello, poi, tutti a dormire in un letto caldo di sogni, mentre i pensieri continuavano instancabili, a vagabondare fuori dalla finestra.

Che ne dici? Secondo me, un otto lo prendo. Bene, anche questa è fatta, per oggi basta compiti.

‘Ndem dai, che ‘nva a sera fò i paù… cosa sono? Le galline! Le ho mica chiamate pavoni nel tema di Natale? Cosa pensavi, che avevamo davvero i pavoni?

Salta su e controlla se ci sono uova dentro ai nidi… aspetta che accendo la pila e ti faccio luce, la vedi la nicchia? Metti la mano e senti se ci sono uova…niente? Spostati che chiudo la porta, altrimenti se lascio aperto, le volpi stanotte fanno natale pure loro. Sai come  dice la volpe? Meglio una gallina oggi di un uovo domani. Già che ci siamo, vuoi vedere anche i bufali e i cavalli selvatici? Vieni, son qui! Questo è il cavallo selvatico… è un mulo! E le altre son mucche! Che ci scrivevo, ho visto il mulo? Lo scarto di tutti gli animali? Praticamente…l’umido. E no! se dici Cavallo, è tutta un’altra storia. Poi, le mucche? Ho visto le mucche che facevano muuu! Ma dai! I bufali fan pensare alle praterie del faro west che si vedono nei film degli indiani, poi alla fine, anche i bufali hanno quattro gambe e due corna. Adesso che t’ho fatto vedere il nostro zoo, andiamo in casa che sarà pronta la minestra.