Umberto Ferri

Poesie


Fantasticando

In piedi fronte mare con le mani su li fianchi
davo aria a li polmoni stanchi

insufflando iodio a più non posso
il petto mi si era fatto grosso grosso

Mi sentivo forte come un leone
e bello come la coda del pavone

Un po più in là c’era una sdraja
che mi guardava, pare che mi cercava

or tentava di turbare la mia mente
ammiccandomi sfacciatamente

Dapprima un po sorpreso
non gli ho dato peso

ma quando ella s’è fatta ancor più audace
ho pensato “mica vorrà sfidà sto bronzo de Riace”

e come Ulisse per non sentir sirene
alla sabbia fortemente mi “aggrappai”

ma l’infingarda gamba nonostante la mia arringa
cedette alla lusinga e trascinò meco dalla plaja sulla sdraja

Morale: puoi gonfiare il petto e tappare le orecchie
per non sentir sirena che canta
ma so sempre settanta

 


 

L’incubo

In piena notte mi sono svegliato tutto sudato

Avevo i capelli bagnati pendenti dalla mia fronte
come dal salice pendono le proprie fronde

Ieri il mangiare mio modesto era stato
e la sera leggero mi sono coricato

Ma poi nel cuore della notte quello che gli
“Chef” della “chat de noantri” hanno mangiato

e per tutto il giorno con i video postato
nel sogno mio è come se io pure l’avessi mangiato

e così alla fine ho tanto faticato per digerire
quello che…non ho mai mangiato

 


 

Pensieri ad alta voce

Steso sul letto a rossi cavi ormai collegato
nella mente rivedo il brutto e il bello del mio passato

Occhi socchiusi a far traspirar flebili immagini
ma è tardi per svolger su queste, severe indagini

Mai avrei io pensato
che quel ch’è accaduto sarebbe a me capitato

In ogni caso l’avverso fato
con dignità vien dai noi tutti affrontato

Dai letti non s’ode triste lamento
solo battute e sorrisi al vento

Ma il cuore si stringe e aumenta di peso
al saper che i sogni devi lasciarli in sospeso

Gli occhi riapri e vedi camici bianchi o a forti colori
sono i nostri infermieri e i saggi dottori

Vesna, Maria, Elisa, Francesco
e per loro tutti gli altri i cui nomi ancor non conosco

Girano intorno al tuo letto siccome danza
dandoti forza coraggio e speranza

Se questa è vetrina dal lucente specchio
c’è molto sui piani ne sono certo

A tutti loro dedico queste mie semplici righe
augurandogli forza e salute
che poi in fondo è anche la nostra luce

 


 

Shopping

Sdraiato sul divano aspetto l’evento quello è per oggi il mio unico intento
Odo passi decisi venire a me incontro vuoi vedere che mi salta l’incontro
Mugugna e minaccia la voce che sento “lascia il divano e portami al centro”
Questo è il classico caso da mobbing io non ho voglia di fare lo shopping
Stretto alle corde io vengo incastrato il metodo usato ha funzionato
Ciao amico divano chissà quando torno spero prima che giunga la fine dell’incontro
Durante il tragitto concordo la mia presenza resto nell’auto ad attendere con tanta pazienza
Il parcheggio è deserto nessuno c’è intorno se è veloce l’acquisto lo sarà pure il ritorno
Fulminee come storni che calan dal cielo arrivano altre auto facendo di me un prigioniero
Son circondato fino al midollo spinale meglio sdraiarsi sul lungo schienale
Penso all’incontro sul primo canale spero veder almeno la parte finale
Rinnovan le auto del posto e lungo la via una ne viene e una ne và ma è ferma la mia
Pian piano torna deserto l’ampio parcheggio mai che io vinca un virtuale sorteggio
Di qua e di là cerco con sguardo perplesso forse all’interno si svolge un congresso
Se avrò comprensione ci sarà gratitudine ma per ora c’è solo la mia solitudine
Man mano s’abbassan le luci del centro escono in molte ma lei è ancora dentro
Son cose consuete non cambia il copione fra poco mi lascia pure l’amico lampione
Improvviso vien fuori un’ombra coi tacchi è lei che ritorna piena di pacchi
Si muove a fatica cercando il mio aiuto ma io sono svenuto col portafoglio spremuto

 


 

Ti nove

Ciao sono il T9!
…Come chi sono, ma non ti ricordi?
Sono quello che ha le spalle grosse
a cui tutte le colpe tu gli dai
ed io, che sono nato signore,
tutte me le accollo
pure quando lo sbaglio non è mio
ma è del tuo dito
io sto lì sempre pronto a correggere e
se una volta capita che per eccesso di zelo
correggo più del dovuto
mi riempi di spergiuro
ma non importa se non m’ama tanta gente
non ci posso far niente se sono nato sapiente