Valentina Bene
Poesie
Treno già partito
Io spero fortemente
Fino alla giuntura delle mie ginocchia
Che ovunque tu sia nel mondo
Un giorno attuale e in un lontano futuro
Ti arrivi la mia trasversale tenerezza
E che, anzi, ti avvolga
E tu, mentre cammini a testa alta tra la folla
O mentre fumi la tua infinita sigaretta
O mentre porti a spasso il tuo cane
O un’altra pagina volti affamato di sapere
Ti ferma come investito da doccia fredda,
Chiuda gli occhi e la riconosca
Così, io ardentemente spero
Che ti aiuti a superare i tuoi lamenti quotidiani
A darti la forza che senti tentennare
A calmare la rabbia che ti acceca
Quando non ti senti compreso
Sappi che io l’ho fatto e,
anche se poco mi è stato concesso,
ti ho accompagnato sempre tenendoti la mano
Ma vedi, sono rimasta indietro
Tu sul treno già partito,
dalla finestra più non guardi malinconico nessuno
e io non ti posso più seguire.
Il confine
Vediamoci al confine
Dove nessun occhio giudica
Nessuna lingua sibila
Vediamoci al confine
Dove i nostri errori
Non sono ancora stati commessi
Ed è facile perdonarci
Vediamoci al confine
Dove il tempo ci eguaglia
Le nostre vite combaciano
E le nostre bocche pure
Vediamoci al confine
Non diciamolo a nessuno
L’incontro sarà un fiore
Che non è ancora sbocciato
Un bimbo che non è ancora nato
Un ponte che ancora
Non è stato costruito
Potremmo così ridere del tempo
Vantandoci arrogantemente
Che lo abbiamo in pugno
Che ancora la vita non è nata
E ancora, quindi, non è morta.
Ombra
Seguo un’ombra ammaliante
Che avanza senza voltarsi mai
Ad aspettarmi
Ne cerco il raccordo
Ma più si allontana
Tutto il mio spirito a lei è teso
Le palpebre implorano di chiudersi
Per riposare
Ma non oso perderla di vista
L’ammiro come una chimera
Che non posso raggiungere mai
Eppure, era dentro di me
Fino a qualche luna fa
Non è così distante,
ma mi sfugge sempre
Talvolta si lascia toccare
Ma non accetta di fondersi a me
lascia strascichi d’inchiostro
ed io ci cammino sopra
spero che intingano le mie suole
spero che m’indirizzino
sento sempre che qualcosa mi sfugge
costantemente alla ricerca
il sole che tramonta dietro me
non crea parvenza d’ombre sul sentiero
perché io non ho ombra alcuna
non ho forma
la mia vera ombra corre
e la paura s’infrange in me
come buca che non scorgo
la bicicletta cade
il mento livido
ma si, sono sempre io
bambina volteggiante
tra pensieri fantasiosi
lo sguardo vispo
vola in alto come aquilone
schivando le cattiverie terrestri
allora ancora leggo chiaramente la mia ombra
ecco, mi sento più vicina
sì, sto arrivando
ah, ne respiro la dolce fragranza…
ma che succede?
Cammino, forse, controcorrente?