Vincenzo Ciancarelli - Poesie

Quel che resta

Più non esisto, sono solo polvere,
lieve e impalpabile volo nel vento,
nessun dolore, nessun turbamento,
nessuna pena né colpa da assolvere.

Avvolto nel silenzio tutto tace,
un’immagine di me mentre rido
si cela tra gli alberi come un nido
in questa oasi di verde e di pace.

 


 

Sono

Vivo dentro di te, non t’abbandono
in queste calde giornate d’estate,
nei freddi inverni, tra strade ghiacciate,
sei stata la più bella cosa: un dono.

Sono fiero di te e della tua vita,
dei tuoi sogni, delle tue facoltà,
nei traguardi e nelle difficoltà
sei viva, sei una rosa mai appassita.

Sono la tua voce, sono il tuo canto,
sono l’aurora che appare ad oriente
all’improvviso, tra i monti, dal niente;
sono la tua forza, sono il tuo pianto.

Sono l’ombra che ti segue ogni giorno
che percepisci ma non puoi toccare,
il tremolio argenteo sul mare
mentre mi allontano senza ritorno.

Sono il vento che bussa alla tua porta,
sono la pausa di ogni tuo respiro,
sono l’essenza di ogni tuo sospiro
quando sei sola e nel silenzio assorta.


 

La mia voce

La notte è stellata, il freddo è pungente,
ombre sfuggenti verso la stazione
si rincorrono sotto a un lampione;
l’attimo dopo non resta più niente

altro che vuoto, sgomento, dolore.
Così incastrato tra mille pensieri,
ricatturato dai sogni di ieri,
io presto ascolto al mio mondo interiore.

Io, sempre in cerca di un nuovo indirizzo,
stanco di fare, pensare e creare,
di scrivere, volere e immaginare,
quasi appassito come un fiore vizzo,

mi sento colmo d’ansia e nostalgia,
di bramosia, di fremiti di rabbia,
imprigionato come un uccello in gabbia,
smanioso per il tempo andato via.

Davanti a quel portone gli anni Ottanta
ricadono pian piano sul mio cuore
lievi, dolcissimi e senza rumore,
come la neve che ogni cosa ammanta.

E come i salmoni che dalla foce
del fiume risalgono la corrente,
io torno indietro a quell’adolescente
che fui, ed ora il portone ha la mia voce.

 


 

Notte di San Lorenzo

Un tramonto rosso su un cielo spento:
il giorno finisce, sembra perduto,
la notte lo insegue ma resta muto,
muore senza rumore né un lamento.

Poi mille luci nel buio infinito
sembrano tantissimi occhi lucenti
ma è uno sciame di stelle cadenti
come un sorriso su un volto smarrito.

 


 

La pioggia

Senti la pioggia battente sui rovi
che cade da quel cielo così plumbeo,
questo scrosciare, questo pianto argenteo
che bagna assiduo la terra e i suoi covi

ed ascolta questo ritmo incessante
che si espande nella grigia atmosfera
e rompe il silenzio della brughiera
come il battito di un cuore pulsante.

Il vento con il suo sibilo cupo
schiaffeggia ora le foglie e le piante
per poi sparire, da solo ed errante,
perso in questa valle e in questo dirupo;

improvvisi baleni, fuochi accesi,
polverio di luce, ovattato incanto,
modulazioni color amaranto
liberi nell’aria, al nulla sospesi.

Poi in questi campi fangosi e allagati
calmo si riflette il caldo tramonto,
il canto dell’usignolo a notte pronto
è una melodia tra i fiori bagnati:

nascosto, con il suo verso supremo
dirige quell’infinito concento
ed accompagna, dolcemente e lento,
il rantolo dell’uomo al passo estremo.

 


 

Ode al letame

Ode a te, letame, che ci circondi
e rendi la pianta fertile e pura:
disteso, immobile sulla natura,
tra questa terra, umile, ti nascondi.

Da te, tra il silenzio, nasce la vita,
senza urla e senza declamazione,
come un treno fermo alla stazione
che ha già raggiunto la sua meta ambita.

Ode a te, letame, sincero e puro,
che ogni giorno compi il tuo lavoro:
non brilli, ma prezioso come l’oro
ti trasformi così in grano maturo.

Ode al letame, di forza simbolo,
che dà vigore a questa terra brulla,
a questo mondo che non ha più nulla,
a questo mondo piccolo piccolo.


 

Luna calante

Luna calante che brilli,
che vegli su questo mondo,
su questo seme fecondo,
tra il canto di mille grilli;

sui campi arati e sul fieno,
su fiumi, laghi e ruscelli,
sui tempi sofferti ma belli,
passati come un baleno.

Ora non resta più niente,
la luce è sempre più fioca;
c’è solo un bimbo che gioca,
ride alla notte silente.