TRAMONTO
O flebile
Ultimo
Sole
Del debole
Calore di
Fine estate:
quando sarò
all’autunno
della vita
cosa
accomunerà
un’anima
pentita
della
propria vita
alla
gioia
dell’ultima
sortita?
La speranza
Forse
D’un’ ultima
Clemenza:
pietanza
che avanza
dall’abbondanza
dell’Eterno.
09 settembre 20
PATERNITÀ
Il dramma vissuto
D’un padre negato;
caprone scuoiato
per venderne il vello:
nel modo più bello
s’è infranto il cristallo
col lucido avallo,
d’un muto coltello
che scortica il cervello.
10 agosto 2015
SERIAZIONE TEMPORALE DEGLI EVENTI
La sera
È il preludio
Della morte:
quella porta
ove
la sorte
d’ogni
impronta
si confronta
col male.
Quel male
Che confonde
Ogni allegria.
Nell’anima mia,
la tua
e la mia
malinconia:
universale malattia…
29 agosto 2017
VITALI PAUSE
A Giorgio Caproni
O perla d’acqua fresca
Sputa via il rospo
Dal tuo sanguigno cuore:
traivi il furore giusto
per ogni ora. Amaro è
il tuo gusto per un semplice
guasto dell’esistenza:
sposa la tua veemenza
al soldo d’ogni baratto.
O anima mia combatto
Per estrarti dallo stretto
Di un vicolo ormai morto.
Storto, nel suo pensiero assorto,
travolgo ogni conquista
ed anima,
tu,
acquista
il riposo dell’arpista
che, tacitate le corde,
smorza le sorde vibrazioni
nelle aeree prigioni dei suoni.
20 agosto 2015
INQUIETO RIPOSO
Nudo
Sotto le lenzuola,
sacra stola
per il sonno,
sguscio,
come tonno,
nella camera
della morte,
arpionato dalla sorte
perdo il connotato
di ogni identità.
Vestita d’una umanità
Che si perde nella crudele
Vanità che tutto copre di fiele
Presentando, quale miele,
Ogni avanzo di vile bile.
20 agosto 2015
AMARO PRESAGIO
Quando
La presenza
Diventa
Solo
Ricordo,
la corda
della nostalgia
soffoca
ogni
piega
dell’io,
e
forse,
anche nell’anima di Dio.
18 maggio 2017
SU UNA SPIAGGIA
Come
Marcia
Fune
Corrosa
Dal sale,
dal sole
che sale
senza luce,
che in fretta
conduce,
senza rimpianti,
all’ultimo
urto;
all’ultimo
schianto
senz’urlo
d’aiuto:
quando nessuno
ha creduto
al pianto,
nessuno
ha ceduto
al canto.
26 febbraio 2014
CANTO DELL’EGO NUBENDO
Come
Cristo
Dinanzi
A
Pilato
Espongo
Il lato
Più
Delicato
Della
Mia vita.
Ho dedicato
Molti
Pensieri
Agli affetti.
Ora,
stretto
in poche
parole
non dette,
cullo
le nozze
fra l’amore
ed il rigore
della ragione
afflitta
dal grigiore
del suo
furore.
28 settembre 2015
CATARTICA NARRAZIONE
Pagine bianche,
pagine stanche,
ore, aree franche
di gioia
se la noia
continua
la danza
nella sua essenza
d’un inutile
parvenza di vita.
Tu agita le dita
E giocati la partita.
Se non altro
Per una dignitosa
Uscita.
14 agosto 2015
PAESAGGIO AUTUNNALE
Quale
Fradicia
Foglia
D’acero
D’un becero
Autunno,
mi poggio
stanco
sul soffice
tappeto
di fogliame:
sorte
infame
contro
una morte
apparente.
Nel rovente
Rogo
Del sentimento
Sfogo
Il logo
Del pentimento,
perdendomi,
in un
arcano rapimento
d’ogni assurdo,
intimo
ragionamento.
12 ottobre 2015
ETERNA BEATITUDINE
Stai così,
beato,
nelle altezze celesti
e sembra
che nulla
t’importi della peste
che ammorba
il mondo:
questo globo
rotondo
cui fa da
sfondo
solo dolore
e miseria.
Ma la Tua seria
Maestà
Non interviene.
Detiene
A metà,
così sembra,
il controllo
d’una umanità
smarrita
nell’assurda
partita della vita.
29 aprile 2018
STUPORE
È come sapore di carne
Sanguinolenta,
sospesa fra delizia
e sgomento, il tuo
amore che si svestirà
di falso pudore
per assumere il fluido
vitale
di un canto ancestrale:
un battito di mani che,
dai ripiani della vergogna,
porterà il cuscino
ad un bimbo che sogna
e spezzerà la gogna
della più amara vergogna.
Arezzo, 17 novembre 2014
L’ALLEGRA FINZIONE
Chiedere un bacio:
tu fuggi e non capirai,
andrai legata
alla zavorra
d’occhi di altri
colori:
arcobaleni arcani
che svelano i grigiori
di acuminati giudizi
che manco il vento
d’estate spazzerà mai
nell’andirivieni
ove giungi e poi vai,
o non vai.
Voce struggente
D’un canto
Gracchiante,
macilenta espiazione
d’una sicura chiusura.
Suonano le campane
Le venti e, con esse,
attraverso fitta pioggia,
i miei aspri tormenti
su cui poggia la ritta
via dell’allegria:
allegra finzione
d’un’anima
in combustione.
Arezzo, 17 novembre 2014