The Just – “Assenza di umiltà – riflessione in continuità” – 5 Marzo 2022
Viviamo in un mondo rovesciato uomini potenti che diffondono la democrazia attraverso le guerre democrazia… la più grossa farsa teatrale contro i popoli, tutti nata dal pensiero utopico di pochi illuminati pensiero egregio uomini eccelsi. C’è chi come gli italiani si affaccenda incessantemente in una repubblica fondata sul lavoro ma di repubblica nulla c’è e il lavoro non è per tutti leggiamo libri saggi di persone edotte che se potessimo assorbire anche solo una minima parte, tutti l’umanità sarebbe un gradino sotto i bianchi cancelli del Paradiso.
Ma la maggior parte delle persone ritiene di essere il centro del mondo pensa (non sempre il pensare è sinonimo di riflettere) che la sua cultura sia il faro che illumina la storia dell’umanità.
Insisto il mondo è sottosopra vince la presunzione contro l’umiltà
ma la prima è infondata.
Ogni popolo sente di essere superiore ma associa una deliberata ignoranza della storia a una pregiudiziale razzista fra tutte le forme di umiltà, forse la più importante è quella di essere umili davanti a Dio, quando parlano di Dio spesso gli uomini si comportano con la più servile modestia, salvo poi usare il nome di Dio per dominare con arroganza i loro fratelli.
The Just – “L’amore muore?” – 29 Ottobre 2021
L’amore muore?
Forse, ma resta il suo profumo
inebriante
L’amore infido,
mendace
svanisce?
Forse, ma tu lo ricorderai sempre
Chi resta dunque?
Ombra, cara vecchia compagna
fedele
unica
E nel fragore della notte
silente
divampa l’incanto di un bacio
Ah, sogno dannato
ardente bisogno di amore
celato
velato
come il viso di una puerpera
che vive la magia del pargolo
Vestigio!
Quello sguardo ricco di vivace dolcezza
e colmo di segreti
risplende nel cuore e sul viso
The Just – “Finché c’è ancora tempo” – 22 Ottobre 2021
Finché c’è ancora tempo
finché l’ardere mio non mi avrà consumato
Finché il cuore mio non precipiterà
dal ramo
colombo bianco in prossimità della prima fresca neve
Finché il mio ardire nel desiderio autentico del baciarti
sulle labbra
sulla bocca
non scivoli via tra le folate dritte d’un vento capriccioso
Finché tra i roseti rossi
seppur bianchi
dai toni accesi
ma molli di pioggia
l’amore
quello genuino
figlio di parole mai dette
ma recitate con dovizia
con passione
con fervore
scoppi di sincera felicità
Finché c’è ancora tempo
osserva lassù
in alto
case di pietra
con massicciate e muri affaccendati
nell’ardua impresa di cogliere
stille argentate di chiaror di Luna
e sulla riva verde
illuminato non da scialbi lampioni
ma da rare luci
Noi…
creature animate da eterna predilezione
Finché il tempo sarà clemente
ameremo
poi ci fonderemo suggellando il nostro amore
The Just – 29 settembre 2021 – “No Problem”
V’è un chiacchiericcio che mi disturba. Un vezzo moderno assai diffuso che m’indispone.
“No Problem”
Soffro a sentirne il suono.
Espressione banale, ostentata e insensata.
“No Problem”
… ma davvero???
Siamo così certi che chi insiste nell’euforia del
“non c’è nessun problema”
sia veramente capace di non avere problemi?
Mi risulta difficile crederlo, poiché il secondo nome dell’uomo è “Problema”.
Per ogni uomo che si accompagna in questa vita non esistono sette donne, come vuole il detto globalizzato, bensì almeno sette problemi, che nulla hanno a che spartire
con l’essere femminile umano.
Allora dovrei essere più pignolo e dire per ogni essere umano ci sono ben sette problemi.
Irritante!
Quando sento l’affermazione
“No Problem” mi
sovviene alla memoria uno scrittore lombardo che osservava quanto la versione anglosassone
“No Problem” sia
“tipica di esistenze assillate da troppi problemi “.
Insomma questa Espressione è in realtà sulle labbra di persone che non hanno problemi solo perché non se li pongono o più semplicemente li annegano nella superficialità
della loro esistenza. Sono, passami il riferimento, come quei turisti affascinati dalle metropoli come Londra o New York che sostengono quanto siano straordinari i loro abitanti che non giudicano i loro simili, dimenticandosi che non comprendendo la lingua
non capiscono di essere comunque bersagli.
Molti di questi esseri umani che vivono nella beata ignoranza li definirei “impostori”.
Sono gli stessi che trovano facile scrivere pagine e pagine di indagini sul “problem solving”.
Infelice espressione che ad oggi ha creato addirittura nuovi posti di lavoro.
The Just – “vivere nell’ineludibile cambiamento” – 21 settembre 2021
I amar prestar aen,
han mathon ne nen,
han mathon ne chae a
han noston ned ‘wilith
Traduzione
“Il mondo è cambiato;
posso sentirlo nell’acqua,
posso sentirlo nellla terra,
posso annusarlo nell’aria.”
È un passetto de Il Signore degli Anelli del celebre autore J. R. R. Tolkien. Scritto in lingua elfica, Sindarin.
In un piccolo pensiero scritto in un epoca diversa è contenuto il cambiamento che l’uomo si accinge a vivere.
Che sarà in grado di affrontarlo è un altro capitolo della storia dell’uomo, ma che debba passare per questo buio sentiero è inevitabile.
In questa mutazione temporale deprecabile emerge un aspetto, l’uomo non è pronto, ma non solo lui, anche l’animo umano sembra incapace dinnanzi all’inesorabilità.
Stiamo attraversando un secolo buio che sembra non avere fine.
L’anima condivide la vita sulla terra con miliardi di altre anime già sapendo che il “mondo” che riempie gli spazi esse girovagano non è altro che un supporto messo
a disposizione dell’entità che per un banale eccesso (errore?) di bramosia ci ha creati.
La creazione è un mistero irrisolto, ma l’entità, cui l’uomo affibia nomi diversi, ci ha offerto una possibilità unica, rara e preziosa, addirittura direi irripetibile:
Vivere!
Solo nel massimo rispetto della vita noi anime potremo affrontare e godere del cambiamento. Ahimè l’uomo nella maggioranza del numero è convinto che vivere sia solo
mangiare, bere, godere e stare in salute.
Il significato di vivere è avere vita.
Buon cambiamento esseri viventi e buona vita!
The Just – “Dedicato agli innamorati del primo amore” – 25 agosto 2021
Il cielo ti sorride
ed è sempre azzurro
seppur scendono le gocce della prima pioggia
che batte sui prati timidamente e liberamente
come i versi di un giovane poeta
offri alla luna e al suo pozzo
tributi di attese, pazienza, sospiri
e ancor ritorni con in tasca quell’angoscia che intorpidisce le dita,
e quell’ardore che toglie il sonno
sei al giogo, senz’acqua, né pane…
ma pene che soggiogano al…
l’amore, il primo
e non sai perché ti tremino i ginocchi
ma l’amor è fuoco che brucia senza sosta
fiammella del voto d’eterno amore
balsamo ad azione lenta
che piano piano agisce
su mente e corpo
l’amore è una fragranza inebriante
un’oppiacea entusiasmante
un profumo eccitante
ti consuma di piacere
d’occhiate,
di parole dette,
o dimenticate
di allusioni,
di discorsi lunghi
dove le ore si scartano come caramelle
di baci,
grassi e saporiti
di sguardi fugaci
e dispersi
in oceani gemelli,
o pietre vulcaniche,
o in boschi erbosi,
o nei mille e sfumati colori dell’arcobaleno
di abbracci infiniti
stretti stretti
da togliere il fiato
l’amore, il primo
è un roseto rosso
in un giardino segreto
l’amore, quello vero,
è una canzone sublime cantata solo per te
una magnifica sinfonia
che nessun altro sentirà
e il tuo cuore
caparbio difensore
di questo straordinario universo
correrà all’impazzata per ore,
giorni,
mesi
come un centometrista alla ricerca sfrenata dell’ultima nota
The Just – 14 Agosto 2021 – “pioggia di braci”
Rumore,
tuoni
battenti che scuotono
come pertiche sugli ulivi
sui pistacchi
fracassi…
una pioggia di braci
cade nel ceneraio
fatto di lapilli,
freddi ma bollenti
taglienti come lame di cacciatori
…
l’acqua salata gorgoglia
…
nel bollitore
una madre alla finestra
affascinata dal velo grigiastro
il bimbo dorme
con le guance rosse
accaldate
e negli interstizi dell’acciottolato
fitti frammenti di epoche passate
s’infilano neri
e lunghi fili d’erba cresceranno vigorosi
l’aria si colora di fuoco, calore, amore
pistilli rossi
porpora
si dimenano nel vento
fin nella terra di antichi eroi
The Just – 7 Agosto 2021 – “Lacrime”
Seduto ad un tavolo anonimo
rimiro senza troppo interesse
i chiassosi accoliti intorno a me
se si ascolta con attenzione si può percepire l’odore dei loro bicchieri
In un angolo
una ragazza versa stille
il viso è gonfio
avverto solo che rimugina
affastellando pensieri e rimorsi
…
perché l’odore delle lacrime esiste solo per chi le versa
The Just – “Nascita di un pensiero” – 27 Luglio 2021
questo senso di febbrile desiderio di scrivere
questo desiderio incompiuto di abbozzare l’immagine che ancora non ha forma dentro la propria testa
febbricitante come un malato di influenza, trascino i miei pensieri su gambe stanche
appoggio la testa ai muri cercandone il fresco per alleviare il calore delle meningi
che si stringono, che si arrovellano, che fumano come ciminiere
sento i nervi delle tempie contorcersi, annodarsi come tubi dell’acqua sfuggiti al controllo di una chiusa
reagire? E come?
Devo!
assumo un’aspirina fatta di letture diverse, tante, tutte insieme
mastico tre, quattro libri in cerca di risposte
fin che, nell’improvviso di una notte agitata, fatta di sudore e giravolte nel letto
finalmente l’idea prende forma, colore, aspetto
potrei parlarle, tanto è tangibile
anzi lo faccio
al punto che posso darle un nome
un titolo
ma ancora non è finita, devo domare l’idea per darle un senso
devo domarla come si fa con uno stallone
solo dopo che potrò cavalcarla, sarà mia
e in quel momento la mente prigioniera
spezza le catene che la trattengono
e tutto torna alla normalità
così intensa è la nascita che dopo non sono più in grado di leggere per ore,
a volte per giorni
The Just – “Mio Re” – 26 giugno 2021
Siedi mio Re
siedi e lascia che riempia la tua coppa
di cristallo
con del rosso rubino
Siedi mio Re
nel seggio del Giudice
e ti prego non giudicare
o se devi
lascia che prima mi spieghi
Siedi mio Re
Siedi alla destra del Dio
che ricorre nell’effige della tua famiglia
Bevi, mio Re
Bevi dal cantaro
il corposo mosto delle floride vigne
Allungati, mio Re
distendi le gambe e lascia che il servo
disbrighi le membra dalla possente corazza
Riposati mio Re
mentre le odalische
danzano
per i tuoi sensi
Assapora, mio Re
inumidendoti le labbra
con miele
Vedi mio Re
questo luogo corrotto e diroccato?
Guarda, mio Re
questo è il mondo che ci hai lasciato
Mio Re
un mondo degenerato
depravato e immorale
ma, mio Re
laggiù dove il mare fa risacca
dove l’onda schiumosa rincorre orme di sabbia
là
Vedi mio Re?
l’animo umano
morigerato
sano
tende a vestirsi d’onestà
fortuna, mio Re
fortuna
che un fiore bianco
candido, puro
prova a divincolarsi e a vincere