foto webE’ nato a Meriden, Ct ( USA) il 14 giugno del 1974 e vive a Roma, dove si è diplomato all’Accademia di Belle Arti. Ha pubblicato opere di narrativa e poesia per diverse antologie dedicate ad autori emergenti. Vincitore del Premio Letterario Scrivere Oltrepensiero nel 2007 e nel 2008, è attivo come performer e autore nella scena musicale underground, con il gruppo rock Evehole, del quale ha prodotto anche l’omonimo CD, uscito nel 2014.

Non si dovrebbe mai spiegare una poesia.
In ogni caso è come una risata contagiosa; l’importante è che ci faccia ridere senza sapere l’origine del divertimento.
Solo che le poesie non sono divertenti.
Sono la solitudine e le disperazioni comuni e banali che possono capitare a tutti; che il vizio della poesia porta a trasformare in astrazioni simboliche e metaforiche. Una cura differente: gli esseri umani parlano con qualcuno e si sentono meglio; si mentono perbene convincendosi di superare e risolvere un dolore grazie alla propria forza.
In realtà fanno un giro largo intorno alle atroci crude verità che non dipendono dal loro volere.
E’ più facile che annegare in ciò che è vero, ma non si può sopportare.
E’ per questo che i matrimoni coincidono spesso con una storia finita; nessuno ha il coraggio di rimanere solo e ricomincia da capo con la vita, cercando Dio o facendo figli.
Altri ne hanno abbastanza e rimangono dove sono, se la prendono con il proprio corpo e scrivono poesie: un modo paradossale per integrarsi proprio con quello che li rende emarginati. O stupidi incapaci senza talento; il confine è labile e la “questione di gusto” è l’impunità dell’omicidio artistico concessa a tutti.
Così, se c’è una spiegazione, si tratta solo di rimanere svegli con i gomiti poggiati su un tavolo di marmo quando niente fa rumore, a parte il ronzio del neon, per trasformare le cose che non si sopportano.