Siamo squarci di un tempo
che esiste solo nella nostra esistenza.
Un tempo che si muove, oscilla, divora.
siamo anime aggrappate a corpi
in attesa di salire l’eterno monte.
ci rifugiamo in cristalli chiamati sogni
che vivono quando noi non viviamo e
muoiono quando li realizziamo.
Siamo imperfetti.
Diamanti forgiati dalla terra secoli fa.
Immensamente ricchi mostriamo la nostra povertà
colmando vuoti inesistenti
con parole impacchettate e mete irraggiungibili.
Tendiamo a quel bene
che resta ignoto e
nascosti, dietro quinte ingiallite,
aspettiamo uno spettacolo che forse non arriverà mai.


 

Nella folgorante luce di un attimo
ripercorro i sentieri
ormai chiusi;
pietre secolari sorreggono le vie,
cespugli arsi dal sole
profumano ancora di camelie;
petali arricciati,
foglie ingiallite,
rami spezzati dai venti.
In questo Eden incenerito
lascio galleggiare la mente
verso un’isola remota
in cui il presente è ancora futuro.


 

Ronzano intorno
le irresistibili tentazioni
aprendo la strada alle fragilità.
S’innalzano idoli
su piedistalli di cristallo:
si superano,
si accendono
e si spengono
dall’alba al tramonto,
nel folle tentativo di oscurare
con scintillii luccicanti
la quercia secolare
che dal basso
ha sempre sorretto
le instabili creature della storia.