LE CONFESSIONI DELLA SIGNORA

-“Non c’è soddisfazione nel cogliere
quel che già vi appartiene vero?”
Chiesi alla Signora che sedeva composta e fiera,
ma palesemente annoiata,
nell’angolo più buio della mia stanza…
-“Anche se così fosse, cambierebbe qualcosa per voi”?
Rispose con voce profonda e pacata
-“No!” Esclamai lapidario…
-“Alla fine l’ultima parola è sempre la vostra!”
Colsi allora un sorriso quasi impercettibile sul suo volto,
ma durò il tempo di un batter di ciglia, poi svanì,
e la Signora chinò il capo…
-“Perdonate la mia sfrontatezza, ma se non mi volete,
perché vi disturbate a farmi visita?”
LEI sospirò… “Sapete, ” Rispose con infinita dolcezza,
“A volte, mi sento sola anch’io”…


40 GIORNI E 40 NOTTI
(Il canto di Samael)

Non sono le mie labbra più dolci
delle parole del tuo Signore?
Vieni a me senza proferir parola alcuna
esse sono perigliose, nascondono insidie,
sono come lame affilate nascoste
sotto le vesti di una puttana dallo
sguardo mellifluo.
Lentamente mi insinuo oltre la soglia
della tua volontà, spargendo il seme
del dubbio nella tua mente,
lasciami entrare,
lasciami entrare,
lasciami entrare…
Sono il sogno che tu paventi.
Sono ogni tuo desiderio fatto carne.
Sono il fuoco che arde nelle tue vene.
Sono infinita libertà.
Bianco Agnello,
inchinati a me.
Re dei re.
Inchinati a me.
Non aver paura.
Come Samael strisciante
nel giardino dell’Eden,
così io vengo ad aprire i tuoi occhi.
Non temere…


NELLE FAUCI DELL’ABISSO

Intingo la penna nel mio sangue,
per infondere vita ai miei versi.
Essi si librano in volo,
come incenso che sale.
Crocifiggo la mia anima
su queste righe,
e le urla sigillate
nella mia bocca
arriveranno fino a te.
Oh tu che mi generasti
come puoi dire di amarmi?
Tu che mi condannasti
all’oblio dell’esistenza…
Non sarebbe stato meglio per me
non esser nato mai?
Lontano da questa libertà fatta di sbarre.
E tu…osservi.
Eresia, bestemmia,
un’altra stella si spegne,
nelle fauci dell’abisso.
Un altro salto nel nulla,
dove non arriva luce.