Benedizioni

(Anno 2012)
Benedetto il buon Dio che ci ha creato,
che ha fatto la terra, il cielo e il mare
e che ci accoglie un dì nell’Aldilà
per darci pace per l’eternità.
Benedetto sia il Ciel che con le stelle
ammanta all’infinito questa terra.
Benedetta la terra che ci accoglie
e con i frutti dà sostentamento
e ci prepara per l’eternità.
Benedetta quell’acqua che zampilla,
che sgorga dalla fonte e ci disseta,
irriga i campi e sveglia la natura,
che scorre allegra per fiumi e ruscelli
e si riversa nell’immenso mare.
Benedetto sia il sol che con la luce
ci inebria di pace e di splendore.
Benedetta nel Ciel pure la luna
che illumina i sospiri della notte
e fa sognare i cuori innamorati.
Benedetta sii tu, la mia compagna,
che nella buona e nell’avversa sorte
mi sei vicina ognor fino alla morte.


 

Tra i muti avelli

(Anno 1954)
Quando domani l’ombra triste e greve
dell’oblio eterno sarà scesa, amore,
su queste umane cose, e il sogno breve
sarà finito e l’umano dolore.

Quando domani, tra le croci bianche,
nella terra che tutti ci accomuna,
riposeran le nostre spoglie stanche
al placido chiarore della luna;

barcollando verrò tra i muti avelli,
all’ombra dei cipressi abbandonati,
e cercherò i tuoi occhietti belli,
i tuoi bruni capelli profumati.

Ti strapperò, se pur per un momento,
ai sogni eterni, al sonno senza fine,
sì che ti sfiori il viso ancora il vento,
sì che possa riudire le mie rime.

Rimembrerem, nell’ombra della sera,
felici istanti della giovinezza:
ansie e timori dell’età più bella.

E tornerà a fiorir la primavera.
E tornerà la giovanile ebbrezza.
E brillerà nel Ciel l’amica stella.


 

Greta, un ricordo

(Anno 2016)
Ho visto la sua silhouette
nel crepuscolo rosa del tramonto
mentre incideva il suo nome
su un’agave selvaggia e solitaria.
Greta il suo nome, lo ricordo ancora,
come ricordo i suoi capelli biondi
che il vento dolcemente carezzava.
Forse un miraggio al tramonto del sole,
perché non l’ho mai vista, né incontrata.
Solo il ricordo serbo nella mente
e l’ombra vaga di una silhouette
filmata con la macchina da presa,
ma che non trovo più in quel filmato,
girato con passione in superotto,
che il passare del tempo ha cancellato.
Solo rimane adesso un bel ricordo
d’una Calabria che non trovo più
quando ritorno per le mie vacanze.
Anche l’agave è svanita nel nulla
e il nome inciso non esiste più.
E ancor mi chiedo, dopo cinquant’anni,
se Greta esiste o io l’ho immaginata
dandole vita con la fantasia
nel crepuscolo rosa del tramonto.