“L’Angelo nero”

Quando un giorno ti vedrò,

il tuo sguardo mi ferirà,

saprò di dover lasciare tutto,

e morirò!

Ma… Voglio morire nel blu del cielo,

voglio finire nel blu del mare,

perdere ogni contatto con il mondo,

sciogliendomi nel sole pian pianino

e volar via, come bolla di sapone.

Poi, guardando giù,

guardando tutto e tutti,

direi: «Addio! Tutto quel, che ho potuto, ho fatto!

senza rimpianti,

senza zavorre e inganni, senza menzogne!»

E libera, me ne andrei, portando con me

la bellezza di tutto ciò che ho amato, goduto, e con solo

il mio amore nel cuore!

«Verrò con te, temuto angelo nero!

Io non ti temo! Ora non più!

Da tempo so, che solo tu,

mi sei stato vicino tutta la vita!»


“Amistad”

Che bello, quando mi chiami.

Che bello, quando mi dici,

che chi mi ha, trova un tesoro.

Bello è, che un dolore ci unisca così

e che una gioia ci dilati il cuore,

fino a farlo esplodere.

Quando mi sento sola e ti penso,

divido in due tutto

e improvvisamente sto meglio.

No! Un tesoro non è abbastanza!

Non c’è cosa più importante di te!

Sei amore allo stato puro,

tanto prezioso da essere privilegio di pochi, “Amico”.


“Cleo”

Due occhi teneri e vellutati,

che infondono una grande tenerezza.

Bianca come la neve e così violata dalle mani di chi

non aveva amore, se non per sé.

Mi vieni vicino e cerchi tenerezza,

come se non ricordassi

quanto male ti hanno fatto, altri come me.

Nella gabbia, interi giorni per la fine di un capriccio,

senza cura, senza cuore, poi buttata via così,

come carta consumata.

Tu e io ci siamo trovate in un giorno disperato e

ho provato subito amore.

Silenziosa, ma eloquente, con la coda a bandierina,

fai capire quanto mi ami.

Non vuoi nulla, solo gli occhi e un poco di attenzione.

Una pappa calda, un cuscino morbido per dormire,

qualche coccola ogni tanto e solo e sempre amore.

Ti guardo e mi chiedo… Come hai fatto a perdonare?


 

Clochard

Con le scarpe rotte e gli occhi persi
vai per la strada vacillando,
scapigliata e maleodorante, dondoli, come se portassi sulle spalle un sacco
e rapita dalle tue farneticazioni, ogni tanto urli dei nomi
e parli con i fantasmi della tua vita.
Discuti animatamente
e con aggressività guardi chiunque a vuoto, come se vedessi il male.
Poi ti plachi improvvisamente e piombi di nuovo nella tua solitudine,
lontano da tutto e tutti
e sola e persa, implodi in te.
Una volta eri una donna stimata, che ha operato negli altri, attraverso la conoscenza
e che con i suoi insegnamenti ha donato vite libere.
E ora? Nessuno!
Nessuno, si ricorda di te e del tuo cuore, che ha combattuto e ferito dalle guerre
ammalato dal tanto male visto e subito, ormai si ribella ad ogni incontro,
Non ne vuole più sapere di amare o di fidarsi e quindi fugge nella pazzia, poiché lì trova riposo.
Io ti guardo e mi sento impotente, vorrei arrestare il tuo dolore.
Come un relitto, dove le tracce di un antico fasto, si intravedono ancora,
vai per la tua strada, verso il niente, in un luogo dove neanche chi ti ha fatto tanto male ti troverà mai.
E…intanto il mondo gira indifferente.


 

Il monaco

In valli Eterne, dove la luce è irreale,
lì sul tetto del mondo, cammina un uomo solo, alla ricerca del Sé.
Non è un eroe,
Né un uomo d’affari, ma egli vibra all’unisono con l’universo.
Dona, da quelle antiche e altissime vette,Il sapere e il suo amore a ogni
fratello.
È libero, anche se ha poco e ogni giorno come i gatti,
“non compra e non vende” .
Egli non baratta per vile interesse la vita altrui.
È colui, che semplicemente procede sulla “via”,
con i piedi nel fango e nella neve,
sui sassi e nell’acqua
e tutto ciò che chiede è una ciotola di riso.
Porta con sé la sua compassione per il mondo,
dona alle genti equilibrio e tolleranza e guarda gli altri, scoprendo se stesso riflettendo coscienza e
amore.


Paura

Indeboliti dal dubbio
Vivendo ogni istante con ansia ed insicurezza, percepiamo la paura.
Impietriti, sudati,dolenti,
assaliti da strani tremori ,
che scuotono e colpiscono le viscere,
Cerchiamo rassicurazione da chiunque.
Qualunque teoria va bene per illuderci , che potrebbe andare meglio,
Ma intimamente sappiamo con certezza che nulla placherà la nostra emozione.
Ci illudiamo di poter sconfiggere quella sensazione del finire
Antica come il fuoco e feroce come una bestia.
La paura è un mostro che vive in noi,
Imprigionato nel buio della menzogna dell’io.
Quando scema la consapevolezza,
Quando la vita ti scuote forte,
In ogni momento aspetti la caduta,
“è la fine del palo! “
Il prossimo passo è nel vuoto e niente è più vero di questo!
È il restare aggrappati ad una pianta di fragola ,
Mentre una tigre feroce sulla roccia, sopra di noi , ci ruggisce contro e siamo sull’orlo del burrone
“Che fare? Mangia la fragola!”