17-07-“09
E morirei ballando
E morirei ballando
cercando e ancora cercando
di ridere di gusto
di questo mondo in bilico
dove tutto sembra ingiusto
e allo stesso tempo magico
E morirei ballando
cercando e ancora cercando
tra le righe
come nel grano le spighe
e capirne poi il raccolto
anche quando mi costerà molto
E morirei ballando
cercando e ancora cercando
di non cadere nello sconforto
quando tutto è andato storto
di superare la mia paura
di sentirmi meno insicura
E morirei ballando
cercando e ancora cercando
di raggiungere almeno il traguardo
di rimanere nei pensieri
e nello sguardo
dei momenti di ieri
senza incontrare la nostalgia
di chi un giorno è andato via
E morirei ballando
cercando e ancora cercando
di abbandonarmi alla fine che giunge
con la rassegnazione di chi non finge
consapevole di lasciare amore assoluto
di chi profondamente ne ha avuto
E morirei ballando
cercando e ancora cercando
quel perdono che non trovo adesso
ma di me stessa il riflesso
di concedermi vera vita
proprio quando si dirà finita
E morirei ballando
cercando e ancora cercando
chiarezza nelle intenzioni
meno distanza tra tanti confini
di allontanare il dolore da chi amo
e che soffre quando non ci siamo
E morirei ballando
cercando e ancora cercando
il ritmo dell’ultimo battito
per confonderlo col mio respiro smesso
quando niente sarà più lo stesso
mentre il tempo che era consuetudine
angoscia e rispetto
sarà infinito e benedetto
e troverò credo quella pace che non mi permetto adesso
E morirei ballando
cercando e ancora cercando
l’assaggio di un mondo
che mi ha accolto come ha potuto
che oggi amo che oggi rifiuto
e me ne andrei con passi decisi
per una volta almeno
come dice Biagio
“dove è più sereno”.
31-05-“10
Abito di nuovo
Come un appendiabiti vuoto
dove poggia solo polvere in disuso
come una foto staccata
da un album sempre chiuso
come un anziano solo che ha finito
le provviste
questo tempo stanco di prendere e lasciare tempo ancora
come in un giorno di vento
il grande cappello di una giovane signora
si trattiene a stento a mani alterne
e si fa fatica a rimanere ferme
e non ci si può distrarre nemmeno per un momento
vola questo tempo
come un cappello nel vento
e resta una sedia all’esterno
di un tavolo di un bar sperduto
vuoto come il bicchiere già bevuto
come una storia detta e riascoltata spesso
eppure il racconto non sembra mai lo stesso
come il rasoio di un bravo barbiere di paese
come le scalinate vicino le chiese
ci si passa piano e con delicatezza
come davanti a un gatto che si accarezza
e ritorna il suono delle campane a mezzogiorno
mentre senti l’odore
del pane uscito dal forno
e quella farfalla di un bianco deciso
che ti porta sempre di nuovo il sorriso
come un artista di strada con un passante distratto
come chi solo caricature
mai un ritratto
questo tempo mima innumerevoli facce
e noi a rilento poi a seguire le tracce
come quando si aspetta l’inizio di un concerto scalpitando
e non si distingue mai la propria voce cantando
mentre in pochi istanti
tutti pronunciano le stesse parole
bello
come d’estate lo stesso sole
sistemi i pacchi di molte stagioni
con cura i ricordi riposti nei cartoni
e cambiano le pareti ma non i quadri che amasti
li appenderai come vestiti accostando i colori giusti
tra rami fioriti e un paesaggio di montagna
si scrive e si riscrive
come sopra una lavagna
come dai libri con le copertine
non si capisce l’inizio né la fine
come vedere il film di un romanzo letto
c’è sempre un po’ di delusione come effetto
ma la curiosità ti porta sempre a provare
l’effetto dell’effetto che ti potrebbe fare.
5-11-“07
Manichino
Allestisco la vetrina della mia sofferenza
tra un abito necessario
ed uno di cui si può fare senza
e risveglio l’immobilità dei miei manichini offesi
sagome stanche di corpi fermi arresi
e vesto di tessuti pesanti
il bianco delle loro pose
e guardo i visi di chi le nascose
tra la luce dell’esposizione
ed il buio di colori al sole
tra le stoffe dell’ipocrisia
la mia più ricorrente mania
chiedendomi poi se lo so fare
riflettere su me stessa
in allestimento
tra quello che dico e quello che sento
agire per sensazione
con il timore di perdere un’emozione
o la paura di offendere il buonsenso
ed assomigliare a quel che disprezzo
Vetrina di un negozio chiuso a quest’ora
esponi la mia immagine ad ogni ora
fa che quando lo veda l’uomo che più ho amato
dica passando
con lei mi sarei sposato
Manichino coperto
da una stoffa avvolgente
posa al sole per chi vede ma mente
posa al buio per chi è solo di passaggio
e dimostra il tuo coraggio
Abito cangiante in esposizione
fai prestare la giusta attenzione
a chi si ferma guarda e parla sottovoce
tra luci costi e passo veloce
a chi cattura un sogno fatto a piedi
ed ha gli occhi dolci che gli chiedi
Vestito che indossi
nei giorni di festa
non voglio sapere quanto ancora ti resta
ma quanti silenzi hai già scontato
tra le nubi del tempo passato
e quanti storditi attimi di realtà ti spetta
tra il presente che passa
e il futuro che rispetta
e lo fa perché non è ancora arrivato
e si sa nei sogni tutto è architettato
in un progetto che dice alla mia vetrina da completare
non spegnere la luce
devo ancora passare
Vita di un manichino malridotto
non chiedermi più perché ancora lotto
Luce fioca tra una posa
e una stoffa posata
con rammarico penso
sono disperata
con sensi di colpa rifletto e credo intensamente
menomale che nessuno mi sente
mi lamento e potrei stare bene
invece eccomi a scrivere delle mie pene
Offuscata di malinconia
vetrina incompiuta
su questa via
lasci scorrere il tempo tra i colori
mentre attendi migliori umori
Viso pallido
di un manichino usato
smettila di avere l’espressione di qualcuno abbandonato
tra i sinceri proprietari che ti hanno vestito
ora ci sono io
ma forse lo hai già capito
ti vestirò come richiede la stagione
io in agosto indosso un maglione
ma almeno per te
manichino stanco
in un giorno nero
ti vestirò di bianco.
24-10-2015
Stella ribelle
Stella mi innamorai di te
ma erano tempi senza luna
La clessidra dei miei anni
batteva la fiacca
con quel giro di valzer
di cui io ne catturai il suo cerchio
dolce e ribelle come una gatta
facile fu dirsi e chiamarmi matta
giovane dalla pelle chiara
e gli occhi spauriti
quei capelli nel vento
dai pensieri sfiniti
Alberi dalle radici complici
e dalle maestose chiome
divennero testimoni inconsapevoli delle mie rime
L’acqua che piovve
non bastò a lavar le coscienze
dal riflesso delle finestre
non ne rimossero le gocce
La terra rimpiange
i suoi passi da mesta
come il dolore più forte
nei giorni di festa
Le foglie che caddero
a regalar una danza
ma ormai era troppo tardi
fosti rinchiusa in una stanza
Noi matti tra i matti
a non accettar un delirio
mentre non ci accorgiamo
di rimanere pazzi e fermi
ad ogni calendario.
8-05-2013
Lancette corte
Mi rifletto
nel vetro di quest’orologio
che a guardarsi indietro
ci vuole coraggio
e queste lancette di minuti
e secondi
che proprio quando sono ore
segnano il rancore
e passa a malapena
il frastuono del rumore
di un vicino campanile
avanza l’inverno
in prossimità della sera
mentre nel tuo inferno
l’ennesima chimera
nubi devastanti
ad attraversare il tuo buio
accomodate ai tuoi piedi
le tue scarpe di cuoio
il sole dichiara estate
come fosse una guerra
e dire che sei a terra
è banale e poco
e mentre il destino ha giocato col fuoco
ma le tue lacrime
lo hanno già spento
le macerie che ne rimangono
all’apparenza liete
sembrano avere sete
di rivincita e di vento
ed anche se ogni momento
ti muove lancetta al polso
tu caro mio tempo
sei falso
tu mi hai ingannato come un’ombra nel mare
come quell’asfalto che appare bagnato
ma non è da asciugare
è inutile sapere
è inutile pensare
tutto quando succede
fa comunque male
stivali o sandali
su questi piedi incerti
poco cambia
solo la stanchezza che avverti
e passi
con il tempo che passi
e sguardi bassi
anche se è in alto il campanile
al ricordo di una musica
di quell’ultimo vinile.
29-09-15
La paura in ombra
Scala di ghiaccio
Arcobaleno che discendi
Gradini ripidi
lungo la schiena
brividi di passaggio
a frenare i passi
incubi
che sostituiscono abbracci
eppure sorge il sole
sopra la tettoia delle 7:00
il telegiornale affranto comincia l’ennesimo
evento di cronaca nera
La spesa per il pranzo
è già su carta con penna
mentre le date importanti
su quella lavagna
Scrivimi passo dai versi paralleli
spiegami le spine dei fiori
e delle spose i loro veli
cambiami nome
senza cambiar altro
e sposta il mio sorriso
alle spalle di ogni scaltro
Non è la vittima
che corteggia il suo carnefice
è la lama che passa
ma è il manico che non si sottrae
Acqua che scorri
che lavi
che asciughi
con amico il sole
ferma indegne parole
e svezza la dolcezza
che sia di luna
questa carezza
beva latte cucciolo
e rispetta una mite natura
chiuda la porta al buio
e lasci in ombra
la paura.
13-02-2016
L’Acchiappasogni
L’acchiappasogni tremava al cospetto di una finestra aperta
Il vento soffiava la più intonata melodia
sul pianoforte bianco e nero a destra nell’angolo della stanza
Le tende sembravano danzare un valzer mai finito
mentre da una foto l’ultimo respiro di un sogno già vissuto
Smette la musica
perché smise l’armonia .
Mai più noi cinque insieme…
si spezzò quel pentagramma e con esso qualsiasi chiave che portasse alla gioia,
nessuno strumento lo stesso ; noi tre fiumi nel mondo senza i margini delle due rive che per primi
ci strinsero tra le braccia e ci hanno amato per la vita .
I giorni sfuggono al tremare di una musica che smette per occhi che hanno smesso di brillare .
Se è casa e ci si sente a casa ora non lo comprendi nemmeno al calare della luna ,
fortunato chi possiede nell’animo questa sensazione mentre triste la nostalgia che veste una pianista
rincorrerà il tempo che siede al centro di quella stanza
dagli odori di ricordi buoni e dai colori tenui e accesi
Avanzai verso quella finestra con nuovi passi e lenti movimenti verso quel pianoforte
guardai quel portaritratti lì di fronte crudelmente a me in vista , chinai la testa
iniziai dalla finestra e poi chiusi ogni cosa
Tutto ora era fermo intorno a me
le tende bianche
i tasti neri
i ricordi fermi a ieri .
L’acchiappasogni continuava a vibrare ancora
tre piume che accarezzavano l’ultimo anelito che fosse vita come note in cerca di una pausa
quasi a librarsi in una danza d’amore…chiusi anche gli occhi come una promessa in mezzo a quel silenzio assordante e mai cieco .Rispetteremo i margini anche se note minime rispetto alla forza che occorre a vivere in serena armonia , la desolazione è acuta mentre sì , si vorrebbe naufragare
mentre invece …si nuota.
31-05-“09
Come un aquilone
Come per gli aquiloni
quel vento di occasioni
passa tardi o troppo presto
veloce o lento come un pretesto
come un modo per trovare un senso migliore di quell’esserci e di come appare
poi il frastuono di nessun suono si sottrae il tempo ed il suo vigore e si cade in assenza anche di stupore
in fondo di vento ne abbiamo visto passare ma non lo distinguiamo ancora o non lo vogliamo fare
ci abbandoniamo liberi solo di raggiungere ragione
e ci troviamo a terra come un aquilone.
5-09-“08
Voli da Pindaro
Voli da Pindaro
eppure addosso un solo sandalo
attimi di leggiadra poesia trovano spazio in questa agonia
dove le rime poggiano tra i versi più diversi
distratti e senza pretesa alcuna
inversi e scoperti come la luna soffocano uno sfogo come un urlo taciuto
appaiono come un consenso ma sono un rifiuto
camminando col tuo sandalo solitario
aprirai questo diario e sentirai spesso il rimorso del trascorso
penserai di aver corso ma di qualcosa non avrai rimpianto
e crederai di averlo accanto quando un giorno all’improvviso
senza sapere chi l’abbia deciso ti verrà sottratto dal destino avverso e matto
e giurerai al fato conquistato di continuare ad amare fosse anche un reato
cercherai la luce nella notte tra attacchi
difese e lotte e conoscerai nuove rinascite tra l’aridità dei prati intorno
e riscoprirai la meraviglia di un nuovo giorno
ti stupirai dei tuoi stessi sorrisi siano condivisi o derisi
non avrà importanza o dolore e tornerà il buonumore
smettendo di isolarti e disprezzarti
darai spazio ad una nuova essenza per coerenza e con indifferenza
affronterai la tua frontiera sia essa un traguardo o una chimera
e vedrai il sereno tra le nuvole eppure storie vere non solo favole
assaporerai l’essenza intrinseca dei tuoi anni che hai creduto di avere in pugno con i soliti inganni
e quando qualcosa o qualcuno verrà a ferirti
sarai ancora impreparata a vivere quella delusione ma ancora un’emozione ti avrà tranquillizzata
quell’amore per la vita che ti appartiene da quando sei nata
e sfidi la morte interiore per un’idea difendi i tuoi giorni con i tuoi giorni
sarà che distrugge ma spesso crea.