FU

Passa la gente con sguardi vuoti,
cerchi una voce, una dolce carezza.
Qualcuno si sofferma, tentenna,
arrossisce, timido ritrae e
passa oltre, torna Vuoto.

Lacrime rigano il volto,
bagnano il foglio,
sbiadiscono l’inchiostro
ma tu hai scritto in Lapis
Storie di un tempo che fu.

La mente affrescata di
Ricordi senza Poi,
Gesti senza Puoi,
Parole senza Vuoi.
Ricordi l’amaro dell’Addio,

l’abisso dell’Oblio dove
rosso e nero si mescolano
e tu resti Chiara,
Immacolata nella dolcezza,
Limpida nell’Incertezza.


NETTARE DIVINO

Restai così, immobile, in silenzio,
edulcorato nei sensi.
Mestamente timido, eccitato.

Tu eri lì, vincente, sorridente,
uno sguardo vivo,
invitavi all’abbandono, umido.

Alta su di me regnavi, feroce.
Ondeggiavo tra paura ed impeto,
imbarazzato ti scuotevo, lento.

Così il passo si lasciò al trotto,
divelta e sudata fu il galoppo.
Melanippa fosti e tosto Vesta.

Arse quindi il Fuoco, indomito.
Stremato fui ed appagato.
Nettare il nostro premio, Divino.

……………………………………………………….. continua ………………………………………………………..


E POI CI SEI TU

E poi ci sei Tu…
Con la testolina buffa ed i capelli arruffati,
col risolino sordo di una bambina timida
e le dita lunghe che picchiettano la fronte.
E poi ci sei Tu…
Con la mente impegnata di chi risolve enigmi,
con la risata fragorosa di chi vive la Vita
e le mani chiuse di chi lotta per le idee.
E poi ci sei Tu…
In cui significante e significato s’incontrano,
il cui bacio arriva tardi e presto ti lascia
e le braccia che ti spingono per lasciarti libero.

E poi ci sei Tu… Io… Una gabbia di matti.