EGLE

Guardarti

dimenticando di avere un orgoglio

leggere te, interpretarti in parola

codificata nei lineamenti del tuo volto

Sognare in prossimità

a ciò che potresti pretendere tu dalla vita.

Soffiare vento nelle tue vele bucate

solo per vedere se riesci a prendere il largo.

Piccola, misera forma di esistenza

dall’anima rimasta atrofizzata in un labirinto di vicoli

di un corpo rannicchiato su un letto

cui fa eco un pensiero così simile al mio


SCORPIONE

Iniziare cercando

tentoni il tuo nome

a sfogare la rabbia

d’averti sognata

stretta a me in un abbraccio

sapendo d’averti perduta

avendoti mai avuta accanto.

Il mio cuore

stupido cuore

non sapendo a che ritmo rifarsi

continua a ostentare palpitazioni

segnalando indifferenza,

scemando di stile,

ritmo, decenza,

non potendo più contare sul sogno

finge atarassia circondato dal silenzio,

non avendo più una base di conforto.

Ma ciò che mi rimane di te

è poco o niente

al di fuori delle liturgie del Natale.

Sarò io, di tanto in tanto,

quel rumore dietro i cassonetti

che senti, forzando il passo.

Tu regina dei serpenti

io principe dei cani.

 


FRANCESCO

Pericolo

è raccontare sogni a chi non riesce a dormire

è illustrare progetti a chi non vuol camminare

è proiettare utopie davanti ad occhi distratti, assuefatti al reale

Pericolo

è spiegare libertà a chi ha un metro in mano

è proporre rispetto a chi spende

è intimare pietà a chi sta mangiando

è parlare di un dio come di un’evenienza.

Pericolo è intuire

Pericolo è sapere

Pericolo è pensare

a quanto può arrivare a flettersi un animo umano

prima di doversi spezzare