Poesie
Lui amava solo lei
Lei…
“No”
Tutti si voltarono
Si svegliarono si potrebbe dire
Due minuti dopo era già a casa
Indecisa, si
Ma questa volta non lo era stata
La casa alla villa
L’incertezza alla sicurezza
La vita alla morte
Aveva scelto
Eppure…
Lei amava solo lui
Lui amava lei e la patria
E quando lei gli disse
Non è giusto
Non è umano
La storia intera ci odierà
La storia intera ci vorrà bruciati all’inferno
Per l’eternità
E poi
Questo fumo ha uno strano odore
Non la voce
Non lo sguardo
Ma la pallottola
Fu la risposta
Eppure..
Lui amava solo lei
Lei amava solo lui
All’inizio
E quindi lui se ne accorse
L’accettò
All’inizio
Ma lei ghignava sentendo le sue urla
Dall’altro capo del telefono
Era solo uno
All’inizio
Ma poi ci prese gusto
I soldi finivano
O meglio, li finiva
Lui la vide
Per caso per strada
Si trattenne
All’inizio
Ma quando lei alzò la voce
Scappò uno schiaffo
E Lei ghignava
Mentre urlava di dolore
Adesso timido entra un raggio di luce
E lui lo osserva
Dall’angolo della cella
…
Eppure
La gente condanna
Parafrasi:
La poesia si suddivide in tre storie, incorniciate dalle parole “Lui amava solo lei” ed “Eppure”.
La prima storia racconta di una donna che dice di “no” al proprio futuro sposo durante il matrimonio. La parola scuote gli invitati. Lei scappa così velocemente che arriva a casa sua in due minuti. La donna avrebbe scelto l’amore di un altro uomo, povero, privo di prestigio sociale, incapace di garantirle la sicurezza economica ma che, al contrario dello sposo rifiutato, è amato veramente.
La seconda storia è una fotografia di quello che accadde a una famiglia nazista durante la shoah. La moglie di un membro dell’esercito tedesco, intensamente devoto alla patria, alla causa nazista, al Fuhrer, ha un moto di coscienza. Si rende conto di quanto sia sbagliato, malvagio e mostruoso ciò che sta accadendo, e sente il peso dell’odio dell’intera storia futura, come se in quell’istante, guardasse negli occhi il lettore, e si sentisse accusata, insieme a tutto il popolo nazista, di indifferenza e complicità. Il marito la farà giustiziare per tradimento.
La terza storia inizia con la fine di un amore. Infatti, solo all’inizio lei avrebbe amato solo lui. L’uomo si accorgerà dell’infedeltà della donna e tenterà di accettare la cosa. Ma la donna si accorge di provare piacere ascoltando il dolore di lui, che grida e piange e si dispera durante le telefonate che si scambiano. Lei lo continuerà a tradire con più uomini, per il solo piacere di farlo soffrire (il motivo di questa crudeltà può essere uno qualsiasi, dal risentimento, all’invidia, al rancore, tutti sentimenti che si possono provare durante una relazione). I due divorzieranno e lei scialacquerà l’ingente somma che ha ottenuto per il mantenimento. Dopo qualche settimana i due s’incontrano casualmente per strada. Nasca una discussione. L’uomo tenta di mantenere la calma, ma, a causa del profondo odio che prova per lei, quando lei alza la voce, le da uno schiaffo. La donna lo denuncerà navigando l’onda del femminismo che va tanto di moda in questo periodo storico. Lui finirà in carcere.
Ho voluto raccontare la storia di tre vittime del pregiudizio. La prima protagonista infatti verrà additata e diffamata da tutti gli invitati al matrimonio. La moglie del nazista verrà condannata da tutta la storia futura. Il terzo protagonista verrà visto come un mostro dalla società contemporanea per aver picchiato una donna. “La gente condanna” è un’attacco al pregiudizio. Pregiudizio di cui i tre protagonisti sono stati vittime innocenti. Un altro concetto che si è tentato di esprimere, è l’attacco alla generalizzazione, tentando di far riflettere su delle possibili eccezioni all’interno di casi storici, o sociali, generalmente condannati.
In questo mondo di nemici
In questo mondo di finti amici
In questo mondo di amici nemici
In questo mondo di sorrisi forzati
di risate che non fanno ridere nessuno
di strette di mano imbarazzanti
di sopracciglia sfiorate
che la mano copre il volto
In questo mondo di secondi fini
In questo mondo di minuti che sembrano anni
di sudore freddo sulla fronte
In questo mondo
che ci si saluta
solo quando siamo a un metro di distanza
In questo mondo di voci che tremano
In questo mondo di oscar ad honorem
per la recitazione
che spesso
sembra di stare a teatro
In questo mondo di specchi
In questo mondo dove
ogni singola cosa che guardiamo
riflette la nostra immagine
In questo mondo
Comandato, legiferato e dominato
Da una sola parola
“Io”
In questo mondo di teste che si scuotono
Di braccia che si spalancano
per poi sbattere sui fianchi
In questo mondo muto
che le risposte te le devi inventare
In questo mondo
noi viviamo
In questo mondo
noi resistiamo
In questo mondo
noi sorridiamo
…
In questo mondo di eroi
La madre di ogni rapporto
Resta la parola
Il padre di ogni rapporto
Resta lo sguardo
Le bocche si aprono
Le bocche si chiudono
Le mani svolazzano nell’aria
Le palpebre si spalancano
Le teste vanno su e giù
Le sopracciglia si contorcono
Ma non parliamo mai
Di ciò di cui stiamo parlando
Perché nasce tutto dalle parole
È un fiume in piena di parole
Quando ci s’innamora
S’inventano nuove parole
Nell’amicizia
Mancano le parole
Nella paura
Non si trovano le parole
Quando si odia
Perchè nasce tutto da uno sguardo
Sì fa l’amore con lo sguardo
Quando ci s’innamora
Ci si capisce con uno sguardo
Nell’amicizia
Evitiamo lo sguardo
Nella paura
Ci si fulmina con lo sguardo
Quando si odia
Le bocche si aprono
Le bocche si chiudono
Ma non c’è conversazione
Se diversa
È la lingua dell’anima