Domanda al guerriero

Guerriero

lascia quell’ascia

deposta per terra

Respira l’odore del tuo sudore

del sangue versato

che incolla la terra

Ficca i tuoi occhi

dentro lo sguardo

dove la vita

ha lasciato il suo segno

ma ora vacilla

e strilla

Perché?

Guerriero non sai

ne capirai la mia domanda

l’assillo che mi comanda

stretto al mio fianco

e diviso dal mondo

Dove sta il confine tra me e te?


Riva sei viva

Riva sei viva

sempre la stessa

e mai conosciuta

Non mi sorprende

seguire il tuo corso

scuro riflesso

marino d’un d’orso

d’erba che aggira

di sponda in collina

l’ultima curva

prima del tuffo

Quell’ultimo abbraccio

che allaga nel sale

il dolce ricordo

di un lembo di neve.


Occhio di ferro

Occhio di ferro

ferro qualunque

sia per la vista

che per la mano

Getta il tuo sguardo oltre il confine

rosso di terra che non ti appartiene

Segui il profilo fin dove puoi

vedere se vuoi

un gesto di pace.


Dura e dolce

Ora che scende

la sera

sorprende

e toglie il respiro

Ora che vedo

il tuo sguardo

nascosto

vedo lo squarcio

dentro quel posto

Vedo di te

solo una parte

dura e dolce come la calce

dura di vita

al sole che splende

dura di notte

ora che scende.


La strada che va al tuo colle

Segui il tuo filo

su per il monte

Tienilo stretto

tienilo a mente

Ricorda ogni sasso

che cela al tuo passo

l’ombra del filo

della tua mente

Un giorno saprai

Se esiste una strada

Che porta al tuo colle

Dove dirada

La nebbia che fugge

Che il vento distrugge

che svolge e riavvolge

il filo di ferro

della tua mente.


Il coraggio del ricordo

Dimmi che ora

non trovi il coraggio

Che allora hai mancato

di un soffio

di vento

d’autunno

del mare

che abbiamo sentito

passare

Per dolce che sia

quel ricordo

dimmi che ora

non trovi il coraggio.


Le spine del pomeriggio

Ora di nuovo

assaporo

il dolce vuoto

del pomeriggio

dolce di pace

fluida

e tenace

e impotente

poiché niente

resiste

a questo pensiero

di nuovo

dal niente

assaporo

le dolci spine

del pomeriggio.


Le sponde di sera

Erano sulle sponde

lievi mosse

verdi di alberi

era l’aria un po’ pesa

un po’ rappresa, quell’aria

che tinge

a sera le sponde

e che dispera.


Nebbia

Cammino

Cammino e respiro

questa nebbia

che non è che cada

ma lascia nel cuore

un lascito dolce

di nuova incertezza

e muore.


Dove tu passi

Se per caso tu passi

dove tu sai, sai

che non è per caso

che non per il caso

tu giochi

tu ridi

e fiocchi

e intenerisci gli occhi.


Il Tirreno e le Apuane

Il silenzio

deciso da deboli note

invade la stanza

Crepitava il fuoco

il lucido marcare

di rosee nubi

affilate come spade

l’orizzonte

Temeva l’inverno

e i suoi catenacci

il freddo soffocante

dei suoi venti

Ma lo raggiunse

un sospiro

tra il severo chinare

dei castani

e il filare muto

del fiocco

bianco sul mare

muto e solidale

col Tirreno

e le Apuane.


L’illusione del vento

Ascolta

delle dune argentee

i fiori di spine

sulle discese

sulle vie

sui rami di silenzio

nascere lenta

già morta

l’illusione del vento

che scocca dal mare.


Croce del Sud

Della prua

il ricordo che

tacito nasconde

l’ultima ora

prima del silenzio

l’omaggio a te

di fiori e sabbia

di rossi fiori ardenti

un fiume di stelle

Poi che

la risacca del mare

e il sale sulle labbra

accende

il lucido convergere

dello scintillio

della ragion d’essere

alla Croce del Sud.