ImmagineRoberto Carretta è nato nel 1952 a Padova, in uno dei quartieri storici più belli della città: “Il Portello”.
Qui ha vissuto gli anni della sua infanzia iniziando a lavorare all’età di 11 anni, per aiutare la madre al sostentamento della famiglia e affiancarla nell’educazione dei suoi fratelli.
Primogenito di tre figli, si è così ritrovato a rivestire un ruolo che non era il suo, celando in animo la mancanza di affetto e molte insicurezze che lo accompagnavano.
I problemi familiari e la necessità di lavorare hanno occupato ogni attimo del suo tempo, trovandosi adulto senza accorgersene.
Eppure, quella vita che fu indubbiamente vissuta in modo intenso e quasi caotico, gli appariva vuota, intellettualmente amorfa, per lavori presi e lasciati, di incontri brevi e superficiali: tutto sommato anni di sopravvivenza.
Poi si è sposato.
Assecondato, ha avuto lo sprone per scoprire le bellezze della lettura intravedendo nuovi e più elevati orizzonti.
Con la nascita della figlia scopre la gioia di esprimersi attraverso la scrittura, componendo così la sua prima e sentita poesia: “A Lara”.
La sua vita comunque è tuttora in continuo fermento con impulsi che spaziano verso molteplici direzioni.
Nelle sue poesie, che non sono ordinate secondo l’epoca di composizione, si possono notare le frasi della solitudine, della tristezza o la mancanza di sollecitudine ad “andare avanti”. Ma poi succede sempre qualcosa e le rime cominciano ad addolcirsi, la serenità germoglia, s’infiora e sboccia.
Si, succede sempre qualcosa e non sarà certo solo questo opuscolo la sua dimostrazione.