Roberto ManiSustinente, Mantova, sette di sera, casa dei neo-nonni materni. Camera da letto, Sabato santo, il sabato prima di Pasqua: 1975. Il vagito che si sente è il mio.
Violino all’Accademia, poi il rock, da adolescente e il basso elettrico. Le prime canzoni e i primi passi da autore. Passano anni e un amico ci lascia, per sempre, e del rock rimangono solo i testi: quelli veri, quelli che non legge nessuno, quelli che ti fanno compagnia la notte, cadono come pioggia e formano un mare che non si prosciuga più.

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