INDIOS

Li lasciammo partire quel mattino a Manaus
sotto un velo di pioggia che piegava le fronde,
ma non erano soli nel loro cammino,
li avevamo scortati come daini feriti
mentre intorno il silenzio aggrediva la gente.
Avrei voluto portarli lontano per sentire vicino
Il richiamo negli anni di quel sogno infinito.
Ma perdemmo per sempre quel colore meticcio
dietro immense foreste, dove muore il Rio Negro.
Avrei certo potuto fermarli quei daini feriti
per farmi spiegare anche i loro silenzi,
per non continuare a sbagliare quei nomi.
Avrei voluto partire con loro quel giorno,
ma era un freddo mattino a Manaus
ed io non avevo ancora quel colore meticcio.


EROI DEL SILENZIO

Domani, quando il giorno
avrà vissuto ancora crudelmente
il suo dramma e il suo dolore,
saremo piccole gocce di pianto
negli occhi di un bambino,
tradito dai suoi inutili giochi.

Ultimi eroi silenziosi,
cercheremo l’immagine umana
del nostro destino che nega la mano,
ma piange e saluta una giovane vita
recisa dall’odio immenso dei vinti,
regalandoci un uomo.


CIAO AMERICA

Luci intermittenti sulla strada,
polvere di gomme ormai bruciate,
giovani persi dentro quelle luci.
Oceano di suoni e specchi colorati,
deserto di voci senza nome,
uomini soli e mille come loro.
Cinema indiani e briciole cinesi,
croci polacche e tacchi messicani,
tenera Halloween conosciuta al volo.
E poi Chicago col suo cuore nero
che mi vide, quell’ottobre amico,
giovane naufrago in terra d’eresia.