IL PARTO

Talvolta succede che, spinto da una forza arcana, sento una necessità irresistibile a scrivere, solo a scrivere. Vado alla ricerca d’una penna d’un foglio, per scrivere cosa?
So solo che ho qualcosa dentro di indefinito, poco alla volta dalla punta della penna, che incomincia a muoversi, nasce un qualcosa, una creatura, che non è una mia creazione, non son io a darle forma e contenuto.
La sua conoscenza viene dopo il parto, solo allora mi rendo conto delle fattezze e del senso che ha la creatura. Dopo averla fatta nascere le taglio il cordone ombelicale, la ripulisco, le faccio il bagnetto, la rifinisco e la rendo accessibile a me e agli altri.


 

Il sapere:

Vi sono di quelli che imparano solo per il lavoro ed è stucchevole ordinarietà.
Vi sono di quelli che usano il sapere solo per trarne benefici materiali ed è sordida avidità.
Vi sono di quelli che desiderano il sapere per dominare gli altri ed è mafia.
Vi sono di quelli che imparano per sfoggiare il proprio sapere ed è vanità.
Vi sono di quelli che imparano per il gusto d’imparare ed è volgare curiosità.
Vi sono di quelli che cercano il sapere per migliorarsi ed è cultura.
Vi sono di quelli per i quali il sapere è uno strumento per aiutare gli altri a conoscere meglio se stessi e a maturarsi ed è carità.


 

LA SETE DEL CORPO

Ed ora
Anch’io
Voglio andare
A inebriarmi
Nel piacere
Dei sensi.
Si
Voglio unire
Il mio cuore
Accanto al tuo
Dolcemente.
Mio amore
Antico
Nuovo
Di sempre,
Toccare la tua pelle
Carezzare le tue membra
Essere stretto
Dalle tue mani.
Essere avvinghiato
Dalla tua gagliarda giovinezza.
E il tuo fuoco
I tuoi baci inebrianti
Fanno bollire
Di tenera
Feroce
Passione
Il mio corpo
Fremente.