Una luce

Ai miei Genitori Carmelo e Graziella, e a mio Fratello Giulio.

 

E nella turbolenta immobile acqua

una luce vicina. Anche troppo.

A illuminare

la finta morte

e gli spasimi

della vita

che fu.

Nel silenzioso buio

la luminosa fonte

come raggio

a dissipare l’infinito.


 

Attimo

Ai miei Nonni Rosa, Giorgino, Nannina, Rosario.

 

E dopo tanti momenti

spesi ad aspettare

l’assurdo gioco

della nostra esistenza,

vi fu un solo attimo

di bellezza sopraffina;

vi fu una sola luce

a invaghirsi degli occhi

che l’orizzonte scrutavano

tra valori di vita

e deluse, indicibili speranze;

ma non finì lì:

la vita, imperterrita, imperturbabile,

continuò,

a prendersi gioco

dell’assolutezza

del nostro passato.


 

Tra spiragli di luce

A mia Nonna Rosa, in cielo ma sempre con me, e a mio Nonno Giorgino.

 

Successe una giorno, per caso.

Di ritrovarsi immobili,

come

destini di ineluttabile debolezza,

tra spiragli di luce.

Pesci nell’infinito mare dei ricordi.

Vita e morte.