PRIMA DOMENICA D’ESTATE
Qual vizio leggiadro più del canto ammaliante
delle mitiche Sirene figlie di Poseidone,
a render la mia attesa ancor più logorante
mi pervade Estate col suo goliardico ciclone.
E questo mondo sfavillante di colori e di emozioni
che di estasianti armonie inebria i cuori
mi sembra un inganno geniale di passioni
che effimere riflettono di Arcadia i bagliori.
Così, di questo nettare, in un tripudio di follia
disillusa nutro l’anelante anima mia
Consapevole che non lenirà questo tormento
Che mi avvince qual foglia in balia del suo vento.
E contemplando ogni dì la mia eterea bellezza
Tramutarsi sempre più in languida dolcezza
Nel mio profondo blu il Tuo azzurro si riflette
E il mio volto è solcato da tre lacrime benedette.
E Ti penso all’ombra del salice piangente
Che in altre ore s’illumina di un sorriso suadente,
quale spettatore ignorato e smaliziato
delle carezze degli amanti e di ogni bacio rubato.
E in me muore ogni parvenza di allegria
Soffocata in un grido d’alienante nostalgia
E non ho alibi, né salvezza, né resurrezione
Solo tu hai le chiavi per liberarmi dalla prigione.
Seppur del mio sideral Sogno Proibito
Rimarrà solo un quaderno sgualcito
Brulicante di melodiose parole
E di aulenti petali di rose e di viole
La mia dedizione vana non sarà
Perché questo sospiro abbraccerà l’eternità.
Ma lungi da me ogni pensiero trascendente
Di barattar l’eternità col tuo bacio travolgente,
quando briosa, al sorger di ogni Aurora,
la sublime profezia mi suggerisce ancora,
che se la mia speranza viva rimarrà
Saremo insieme, e per l’eternità!
LA TERZA CORDA DELL’ARMONIA
La terza corda dell’Armonia
Lo Spettro Senza Nome
ululando ora mi avvinghia
e sferza schiaffi di vento gelido sulle mie guance;
il mostro urla brividi d’orrore dalle sue fauci
e già artiglia le mie gambe,
penzolanti sull’abisso
del Nulla cosmico…
Ora ha sembianze di drago obbrobrioso
che dilania la mia mente
con ancestrali paure di morte
e spietato ghermisce i miei Sogni
per incenerirli col suo soffio infernale.
Eppure il mio cuore batte ancora
di struggente desiderio di Vita e d’Amore.
L’infinita tragedia intorno a me recita
l’ipocrisia di esistenze effimere e vacue.
Ma persino nei più granitici cuori,
germogliano ancor Bellezza e Speranza:
Sono come l’eroica stella alpina che
con sforzo sovrumano le mie dita lambiscono,
mentre ondeggiando Stride
tra gli aghi di ghiaccio
l’eco lancinante del duello letale
tra il mostro del Non Senso e la mia Anima.
Ma, ecco, all’improvviso, vibra
la terza corda dell’Armonia,
e, tra la neve candida e più che mai Viva,
e il firmamento di fulgide stelle,
sento il Tuo profumo ed il battito del Tuo cuore…”
SPOSA
Sii Felice: hai vinto, mio amato!
Quest’oggi Io mi sposo!
Ridestati stamani al canto infingardo delle cicale
Ed esclama più che mai gagliardo: Sono libero!
Più che mai candida ed eterea
tra i veli leggiadri
Paradisiaca appare ora agli occhi del mio Sposo
quella bellezza appassionata e indomita
Che un dì fu Tua nell’estasi d’Amore.
Col suo sguardo fiero Egli l’accarezza soavemente.
Tra magnifiche lusinghe
E promesse imperiture di Felicità
Egli impavido mi conduce all’altare.
E al suo cuore, adesso, non tange
Se sarà per sempre o solo per un giorno.
Forse Egli mi ama davvero?Forse…
Ma allor perché Io desidero
Ora più di allora
Il florilegio dei Tuoi abbracci ardimentosi,
eppur fuggitivi e disperati;
la mia delirante poesia azzurra
nei cieli plumbei e sconfinati della Tua effimera libertà.
Come possiamo rinnegare ancora la Verità:
Io e te siamo Insieme l’Alfa e L’omega di noi stessi.
Eppure il fatidico “Sì” già vibra sulle mie labbra febbrili,
e l’anello nuziale già brilla tra le mani del mio Sposo!
Ma in quest’istante fatale la Benedizione divina
È Folgore Celestiale che illumina ai miei occhi il Tuo viso:
Tu con eroico furore
Irrompi sulla scena
e riecheggia in chiesa il tuo grido,
che mi spegne il Sì sacrilego in bocca
con un bacio mozzafiato:
“Ti amo, Sei mia”!
Ed io, sorridendo, esclamo:
“Sii felice, hai vinto, mio Amato: oggi Ti sposo”.