Nido

D’incanto vivo,

respiro languore puro,
mi nutro ascoltando le tue labbra,
schiocchettio divino,
suoni animati.
Bevo baci,
avvolgo la faccia sul tuo cuore,
sono a casa,
sento il tepore avvolgerci,
un nido nel tempio dell’amore.


 

La ruota panoramica

Sali sulla ruota panoramica,
più ti innalzi e più il sorriso si attenua,
inarcandosi al contrario fino a spalancarsi.
Al di là del parco regna l’aldilà.
Se questo è un mondo,
che cosa sono io?
Se questa è casa,
dov’è che abito io?
Quegli infami mancini della paura,
che si aggrappano e mi divoran,
pesan quanto una manina negra,
affogata dal tacco dello stival.
Scendi dalla ruota panoramica,
più ti abbassi e più il terrore si attenua,
passata la vertigine, passato lo squallore
te ne torni a casa senza dolore.
Mamma, cosa ho visto? Cosa non so?
Quando crescerai te lo dirò.


 

3 settembre

Mi levo di notte in preda a cosa sia star bene,
se stare in pace col mondo o saziarsi o solo bere.
Mi chiedo se la pace sia sentirsi al sicuro,
anche se quando meno te l’aspetti,
ti cade addosso un muro.
Chissà cosa ne pensa chi sta bene in silenzio
di me che parlo tanto da sembrare perso.
Certo, sintesi è qualità…
Ma cosa ci vuoi fare se quello sta bene a parlare?
Allora la pace cos’è? Chi ce l’ha? Come si fa?
E’ forse un luogo comune per farmi stare calmo?
La pace cosa sia io non lo so più.
Forse dipingersi le mani e la faccia di blu.
Invoco Modugno,
dammi la forza per dire
che tra una strofa e l’altra se n’è andato mio padre.
Non ho rimpianti o emozioni da lenire,
però ora che ci penso mi duole il torace.
E allora la pace cos’è?
Finalmente lasciare
e allo stesso tempo prenderla come viene
e godersi lo stare.
Sento che un giorno così non ritornerà più,
tanto vale tingersi le mani e la faccia di blu.