Ti scrissi una lettera di arpeggi

mentre camminavo in silenzio verso il mare

e le note delle onde sugli ormeggi

sembravan dire: dacci voce per cantare.

 

Toccai le opache forme del mattino

le nebbie stanche e diradate

facendo di un fragile corpo passo felino

afferrai per te parole delicate.

 

Ti scrissi dell’amore che scorre in vita

dentro il mare e traboccante da ogni vena

rincorsi la corrente mai carpita

viva come il sangue che non si arena.

 

E chi sa se di quest’anima senza foce

le parole e le cose mute sentirai

aria in pensieri e acqua resa voce

riversata non so dove… la riceverai.


Perché ho lasciato

che mi allontanassi così tanto dal vero?

 

Ora tento

un tardivo ritorno all’ordine.

 

Ma la poesia non spiega

poiché la poesia non è ponte

semmai è due ponti

spezzati, uno dopo altro

dentro una gola

 

tra una cima e l’altra

è l’impossibile passaggio.

 

Perché ho lasciato

che mi allontanassi così tanto dal vero?

 

Ho prestato orecchio

più alla poesia

che alla verità…

 

E ora ne mangio le conseguenze

su un piatto pieno di mosche.

 

Ma la poesia non spiega

perché la poesia segue

le volute di fumo del virtuale

dimenticando la carne

che brucia sul fuoco.

 

Ho prestato fiducia

più all’arguzia

che all’onestà…

 

E ora ne odoro le conseguenze

e apro le finestre per non soffocare.

 

Perché mi sono lasciata volteggiare

così lontana dalla verità?

 

Mi pareva forse un quadretto mediocre

nessuna altezza dello spirito?

 

Nessuno spirito è alto se sbava

e io ho sbavato per menzogne

nude come un osso

rosicchiato da un cane

ancora incapace

di vederne la realtà.

 

Finora.

 

Ora intesso il filo dei miei giorni

e non desidero altro dio

all’infuori del vero.


 

Una casa di poesia

dove la troverai?

Sulla porta l’anima mia

che ti accompagna dove andrai

 

Un atrio di fantasia

per quanto ti fermerai?

Quale strada al crocevia

per quale mondo salperai?

 

Un divano di soffice attesa

forse ti siederai.

Una pace appena sospesa

dal lampadario attingerai

 

Dove casa di poesia?

Ti prego abita senza trovare

 

Dove porta dell’anima mia?

Ti prego apri senza entrare

 

Dove atrio di fantasia?

Se rimani dovrai andare

 

Dove la pace agonia?

Nel cuore, non dubitare.