Mina

Ruota,Mina,sulle gambe fragili.
Guarda al cielo e chiede aiuto,ma anche le stelle sono andate via,mentre ,tra l’incudine e il martello,vede solo un altro colpo. E poi tutto è scuro. Solo il ricordo di una luce ,ormai andata, le turba la rassegnazione. Quel che chiede è la pace,non esiste altra soluzione al suo triste morire,ancora giovane per andare via con il corpo ferito. Rimane al mondo e ruota, perché altro non può fare chi al mondo ,inesorabilmente,appartiene. Non cerca una porta che la ripari,si violenta al gelo delle tenebre. Tutto ciò che si aspetta e che il tempo le possa dire addio,come tutti hanno fatto d’altronde. Ma il tempo la guarda vagare e si beffa di quella mina che non trova bersaglio, si fa spettatore del più comico degli spettacoli: la disperazione altrui. Ma Mina ruota,su gambe più forti e ora ride della sorte sua ,sventurata,perché altro non le resta.


Addio vecchio

Si noti l’oltraggio
Di notti finite
Sul nascere dell’onda

Se si frange,annega i sogni
Con gli anni malati
‘fumando tabacco consumati!’

E un vecchio respiro di vita
Cessa di chiedere aria,
Non vive che di rimorso
E gli basta così,sul finire della notte.

E un uomo respira la nota,
Che piange perduta maestà
E che giunge punita dal mondo
A ciò che di tutti sarà…

Ma prima ancora un saluto:
Addio all’amore perduto!

Scivola via con un goccio d’amaro.

Il secondo va giù per se stesso
Un addio alla vita da strada,
Su cui hai vacillato sin’ora
Vecchio poeta!


Sparta

Sventri sospiri innocenti
Di illeciti nascenti :
Bambini sconsacrati
Che gemono sapienti ;
La loro comunione
Con la vita è sancita
E ancora ha eco il lamento
Ed è con ancora più sgomento
Che mi brucia sul dorso il sangue
Versato,in pasto al malessere
Di poveri cani:
Hanno ucciso bambini spartani,
Hanno sciolto il segreto sospiro ,
Sereno sussulto divino.