Ridere

 

Ridi
disegnerò il tuo sorriso
Ridi
registrerò la tua risata
così che nel tempo
possa restare
mi aiuterà a non dimenticare
Ridi
e riderò insieme a te
ci riscalderò il cuore
perché l’inverno sta arrivando
ma il ricordo del tuo sorriso
mi riscalderà


Palermo

 

Terra del sole
Terra del mare
Terra dai mille tesori
Terra dalle mille opportunità
Rinnova la tua mente
Pulisci le tue strade
Fà risplendere i tuoi gioielli
Il mondo li cerca
ne ha bisogno
vuole ammirarli
Un enorme ricchezza
è la tua eredità
ma tu, cosa ne fai?
Non trascurarla
amala e lasciala fiorire


“La canzone perduta”

 

Palermo, Maggio 1948

Era un pomeriggio afoso quando un giovane carabiniere palermitano usciva dalla caserma più popolare della città. Era stato il suo primo giorno di lavoro ed era più che soddisfatto, stanco ma contento di appartenere a qualcosa di grande che gli avrebbe garantito un futuro.

Arrivato a casa, si diresse subito in bagno per darsi una rinfrescata e cambiarsi d’abito, solo dopo entrò in salotto dove lo attendevano alcuni amici e parenti che nel frattempo erano arrivati per festeggiare il suo compleanno.

“Scusatemi ma non ce la facevo più a rimanere dentro quella divisa, oggi c’è troppo caldo.”

Giacomo, questo era il suo nome, cominciò a salutare tutti i presenti cercando di evitare la sua affettuosa zia che aveva uno strano modo di salutare, cominciava col darti un bacio sulla guancia che però si ripeteva all’infinito, un po’ come quando si incanta la puntina del giradischi. Ovviamente non riuscì ad evitarla a lungo.

“Buon compleanno Giacomo!” gli disse cominciando con la prassi del bacio infinito “vieni da questa parte, voglio presentarti un’amica di tua cugina”

“O mamma, ci risiamo” pensò Giacomo mentre seguiva rassegnato la zia. Non capiva perché lo volessero accasare per forza, ma soprattutto non riusciva a capire perché dovevano necessariamente trovargliela loro una ragazza e non poteva conoscerne una casualmente lui, senza il loro zampino.

Sarà stata la stanchezza o la canzone che la radio stava trasmettendo in quel momento, ma fatto sta che nell’istante in cui Giacomo incrociò lo sguardo di questa bellissima e allegra ragazza, qualcosa dentro di lui successe, qualcosa cominciò a farsi spazio nel suo cuore.

“Ciao, sono Enza. Buon compleanno!”gli disse con un sorriso un po’ imbarazzato che fece sussultare il suo cuore.

“Ti andrebbe di ballare Enza?” le parole gli uscirono da sole

“Assolutamente si. Adoro questa canzone!”

Così, lasciandosi avvolgere dalle vellutate note di Accarezzandoti le mani cantata da Myriam Ferretti, i due giovani si innamorarono.

 

Palermo, Maggio 2015

Lisa era una bambina di 8 anni abbastanza curiosa, dai capelli rossicci e dagli occhi belli vispi. La sua attività preferita era fare domande agli adulti, non perché fosse impertinente come diceva sua madre, ma perché voleva conoscere il mondo che la circondava. Questo suo comportamento irritava non poco sua madre, che era obbligata a darle una risposta per tutto anche quando non la conosceva.

In quella domenica mattina lei e la sua famiglia sarebbero dovuti andare a lavorare. Mario e Angela si occupavano di andare alla ricerca di qualche oggetto antico e andare a rivenderlo al mercatino dell’ usato.

Quando arrivarono nella piazza in cui avrebbero lavorato quel giorno si sentivano solo le voci degli altri venditori che cominciavano a sistemare il materiale da mettere in vendita su dei tavolini oppure su dei teli che un tempo probabilmente erano stati delle lenzuola.

 

Nel frattempo, in un appartamento del palazzo di fronte, il nostro Giacomo, non più giovane ma con barba e capelli ormai bianchi, si era appena seduto per fare colazione.

” Accidenti! Ho messo il sale nel caffè  invece dello zucchero!” esclamò facendo una smorfia di disgusto. Non era ancora dormiente, ma piuttosto distratto. Alzandosi diede uno sguardo fuori dalla finestra e vide i venditori che come ogni domenica posizionavano i loro oggetti con la speranza che qualcuno li comprasse.

“Magari potrei scendere a dare un’ occhiata” pensò tra se “chissà che non trovi ciò che sto cercando”. Così, datosi una lavata e fattosi la barba, lasciando il pizzetto bianco in evidenza, scese per fare una passeggiata molto discreta tra le bancarelle della piazza.

Ovviamente “discrezione” non era una parola che si trovava nel vocabolario dei venditori che non appena vedevano un potenziale cliente avvicinarsi facevano partire in automatico la domanda “cerca qualcosa in particolare?”

” Buongiorno, posso esserle utile?” Angela era invece abituata a lavorare in negozio, quindi la sua domanda di routine era quella.

” Sto dando solo un’occhiata, grazie” stranamente Giacomo si sentiva in imbarazzo, non che stesse cercando qualcosa di illegale, ma ciò che sperava di trovare disperatamente era qualcosa di così intimo e personale da non volerlo condividere con nessuno.

La piccola Lisa, molto sensibile, avvertì questo sentimento dal tono della sua voce e automaticamente alzò il capo dal suo album da disegno per capire chi fosse questo signore così riservato che si allontanava.

“Spero vivamente che i clienti non siano tutti così sostenuti oggi” le disse Angela

“Veramente a me è sembrato così dolce in viso, chissà cosa cercava” e approfittando della distrazione di sua madre corse dietro a quell’ uomo alto e dalle spalle larghe.

“Signore mi scusi” gli disse con il fiatone sfiorandogli la manica della camicia

“Dimmi signorinella, cosa posso fare per te?” le chiese con un tenero sorriso.

“Non so cosa stesse cercando, ma le svelo un segreto: ogni settimana andiamo a prendere del nuovo materiale, quindi se vuole può tornare domenica prossima”

“Oh, grazie…” si interruppe perché non conosceva il nome di quella bambina dal viso ricoperto di lentiggini.

“Mi chiamo Lisa” disse lei prontamente.

“Grazie Lisa. Io sono Giacomo. Ci vediamo domenica prossima allora”.

Quando tornò alla bancarella dei suoi genitori, sua madre la guardò con gli occhi storti.

“E mai possibile che devi importunare tutti?”

“Stavo solo consigliandogli di tornare la prossima settimana, mamma”

“Vedi che brava venditrice!” disse suo padre dandole un bacio sulla testolina rossa.

Non avevano capito che a lei non interessava la vendita in se, ma aveva visto qualcosa in quel signore, qualcosa di dolce. Sicuramente stava cercando qualcosa che per lui era importante  e lei voleva aiutarlo. Se solo avesse saputo di cosa si trattasse sarebbe stato più facile.

 

Passarono le settimane e Giacomo si presentava ogni domenica mattina al mercatino dell’ usato, nella speranza di trovare il suo tesoro perduto, era un appuntamento fisso. Ormai non si limitava solo a frequentare il mercatino per la sua ricerca, ma lo si poteva incontrare un giorno si e uno no, in qualsiasi negozio di musica, se li girava tutti.

“Guardate chi sta arrivando” disse sottovoce Mario a Lisa e Angela “l’ uomo misterioso! Si dice in giro che ormai da settimane vaghi come un anima in pena per tutti i negozi di musica della città. Io stesso ieri l’ ho incrociato in un negozio del centro”.

“Buongiorno Signor Giacomo, come sta oggi?” gli domandò Lisa sorridendogli.

“Affaticato piccola, ma mi rallegra trovarti anche oggi qui. Hai qualcosa di nuovo per me?”

“Da questa parte ci sono dei vinili che abbiamo preso solo qualche giorno fa” da acuta osservatrice qual era, Lisa in queste settimane aveva tenuto d’ occhio Giacomo e anche se ancora non aveva capito cosa cercasse in particolare aveva intuito che si trattava di un vinile.

“Piccola furbetta” le strizzò l’ occhio “Sai una cosa? Ormai siamo amici quindi posso rivelarti il mio segreto” disse con aria di mistero. Durante queste settimane ci aveva riflettuto su a lungo ed era arrivato alla conclusione che sarebbe stato meglio rivelare il titolo e l’autore della canzone in modo tale da agevolare la ricerca. Mantenere il segreto avrebbe complicato il lavoro alla piccola Lisa che non sapendo cosa cercare in particolare avrebbe potuto involontariamente scartare per qualche ragione il vinile tanto desiderato. Così, abbassando il tono della voce, cominciò a svelarle il suo segreto “Da anni ormai cerco il vinile di una canzone che è stata molto importante per me perché è la canzone che ho ballato per la prima volta con mia moglie quando ci siamo conosciuti. La considero la canzone che mi ha fatto innamorare di lei. Desidero trovarla perché ascoltarla contribuirà a mantenere vive le emozioni che ho provato in quel momento, soprattutto ora che lei non c’è più” le confessò con gli occhi pieni di nostalgia e amore.

“Ma perché cerca il vinile? Non la trova in un normale cd?”

“Vedi, è una canzone molto antica. Inoltre, grazie al vinile, il suono è pieno e colorato e arriva prima alle tue orecchie e poi al cuore in forma di balsamo che riempie i vuoti lasciati dagli anni passati, facendoti rivivere emozioni dimenticate da tempo. Riesci a percepire le note che danzano e ti entrano nel cuore. Questo non avviene con un normale cd, il suono rimane freddo e indifferente”. Vide la faccia confusa della bambina e così aggiunse “Prova ad ascoltarne uno e capirai di cosa sto parlando” le disse infine sorridendo, poi si avvicinò al mucchio di vinili e cominciò a cercare il suo ricordo, la sua emozione. Niente! Trovare questo vinile stava risultando più difficile di quanto potesse essere risolvere un crimine. Eppure stava cercando ovunque, ma questo vinile stava prendendosi gioco di lui, nascondendosi così bene da fargli venire dubbi persino sulla sua effettiva esistenza. Possibile che non si ricordasse bene il nome della cantante che interpretava la canzone? Possibile che non ricordasse bene quel momento di quel giorno ormai troppo lontano? Magari non era quella la canzone che aveva ballato la prima volta con la sua amata moglie. Magari era la sua memoria a prendersi gioco di lui e non il vinile. Deluso e amareggiato, salutò la piccola Lisa e i suoi genitori e si avviò verso casa domandandosi se mai un giorno sarebbe riuscito a riascoltare quella magica canzone che aveva fatto sentire lui e sua moglie come all’interno di una favola.

 

Lisa aveva pensato tutto il giorno alle parole del Signor Giacomo e spinta dalla curiosità chiese a suo padre il permesso di ascoltare un vinile, l’accontentò senza problemi. Quando il disco nero cominciò a girare e la musica cominciò a venir fuori Lisa capì cosa aveva voluto dire il suo nuovo amico. Riusciva anche lei a percepire le note staccarsi dal pentagramma per cominciare a danzare tra di loro. Per lei da quel giorno, la musica ebbe un nuovo gusto, un nuovo sapore. Un po’ come quello del gelato d’estate o come il canto dolce della mamma che la cullava e guidava verso un sonno sereno. Al termine della canzone alzò lo sguardo dal giradischi e con gli occhi lucidi disse a suo padre “Troverò quel vinile! Non mi arrenderò fino a quando non riuscirò a trovarlo!”.

 

Palermo, Luglio 2015

Erano passati ormai due mesi da quando Giacomo aveva cominciato a frequentare assiduamente il mercatino dell’usato nella speranza di trovare il vinile della canzone che gli stava tanto a cuore, ma senza avere successo. Spesso e volentieri  si era scoraggiato, ma la determinazione, la speranza e la costanza della sua piccola nuova amica lo avevano riportato sulla retta via, ricordandogli cosa significasse sognare e perseguire un obiettivo.

Quella mattina come ogni domenica, dopo aver fatto colazione, uscì di casa e si recò al mercatino. Lisa non appena lo vide gli corse incontro con il suo solito sorriso allegro, ma questa volta c’era qualcosa di diverso, non riusciva a smettere di saltare e parlava così velocemente che Giacomo non riusciva a capire una sola parola di quello che lei stava cercando di dirgli.

“L’ho trovato! Ho trovato il tuo magico vinile!” gli disse cercando di calmarsi un attimo e tirò fuori da dentro una borsa arancione, che quasi era più grande di lei, il vinile che Giacomo aveva disperatamente cercato.

“Co…Cosa?” Non riuscì a dire altro. Lo prese tra le mani e lesse a voce alta la scritta sulla copertina “Accarezzandoti le mani. Myriam Ferretti. E’ lui!” esclamò con le lacrime agli occhi.

“Ce l’abbiamo fatta!” esclamò a sua volta la piccola Lisa e poi lo abbracciò.

 

Non appena arrivò a casa, Giacomo azionò subito il giradischi e si sedette sulla sua comoda ma grigia e vecchia poltrona. Non vedeva l’ora di riascoltare la loro canzone per tornare indietro, anche solo con la mente, a quel dolce ricordo.

“Uhm…ma qua c’è qualcosa che non va. La musica è quella ma le parole sembrano diverse” disse fra sé mentre ascoltava la canzone. Cominciò a scervellarsi per ricordare esattamente le parole. “Le possibilità sono due, mia amata” disse rivolto alla fotografia della moglie che teneva sul mobile del salotto vicino al giradischi “o mi sono confuso e non ricordo bene le parole, oppure col tempo mi

sono trasformato in un cantautore”.

“Magari entrambe le cose, tesoro” rispose lei sorridendogli.