Casa d’un tempo
Ti rimiro
vecchia casa
d’un tempo
ove accogliesti
villici e nobili,
ora sei diroccata,
quanti ricordi
tra le tue mura,
resto attonito:
nel silenzio
del rigoglioso verde
che ti circonda,
sembra
che le vetuste
pietre
vogliano confidare
qualche loro
segreto.
Due gocce d’acqua
Amore ed affetto
son
due gocce d’acqua
con sapore
diverso;
la prima
è passionale,
difficilmente
gestibile
con razionalità;
la seconda
è sfumata,
non provoca
l’emozione
della prima;
però,
dove c’è l’una
c’è l’altra,
parlano entrambe
d’amore.
Ho contato le stelle
Sul finir della notte
ho contato
le stelle,
una brillava
di più
e possedeva
il tuo nome…
perché,
sei come
un diamante
dai mille bagliori,
che ha sempre
qualche riflesso in più
per spezzare
il cielo.
Sergio Camellini
Usate la penna
Se non volete
sentire
la parola
di colui
che muore,
tra agonie
e sofferenze,
prima di quando
dovrebbe morire,
rinfoderate il pugnale!
Cercate di usare
la penna
che graffia
ma non taglia,
che macchia
ma non sporca,
che traccia
solo
linee di libertà:
perché spegnere un sorriso?
Tutto si trasforma
Se tu potessi
gestire
le tante
emozioni,
setacceresti
i sentimenti
per renderli
fini,
onde scartare
la crusca
di pensieri
negativi,
rammenta:
ciò che appare
superfluo
si può riutilizzare.
Tutto si trasforma…
Ogni giorno dico
Ogni giorno dico:
cosa scriverò?
Poi la penna
parte
anche scevra
d’arte,
su linee parallele
del quaderno.
Graffio
pagine intonse,
su temi
che intrecciano
emozioni,
nel groviglio
quotidiano
della vita.
Canto montanaro
Non capivo
quel dire
dialettale,
quel disegnar
parole
senza foglio,
quel ghirigoro
vocale
intonato sulle ali
del vento.
Compresi che
quel canto
era una trama
di sentimenti,
era una goccia
di gioia intrisa
di tristezza
tra i monti;
oh come vorrei
ci fosse stato
un posto
anche per me.
Sì, sono uomo
Scopri il cielo
dentro di te,
fa’ che l’alba
non debba
esser triste
e senza vita.
Fa’ che si possano
sentir le tue parole
e i tuoi silenzi.
Fa’ che i colori
del mattino
dipingano
i sentimenti
perché tu possa dire:
sì, sono uomo.
Oh quercia secolare
Oh quercia secolare
possente e maestosa
ti ergi,
troneggi tra i campi
disegnati
dal villico artista
con vomere e zappa;
scultorea
madre natura ti fece
con sembianze umane:
corteccia la tua pelle,
tronco il tuo corpo,
rami le tue braccia,
radici le tue gambe;
chioma
la tua testa,
linfa botanica
il tuo cuore
pulsante,
le quattro stagioni
il tuo abbigliamento.
Sei vita!
Tendi la mano
I tuoi limiti
le tue debolezze
sono i miei limiti
le mie debolezze,
guardati intorno
abbozza un sorriso
tendi la mano;
c’è sempre qualcuno
c’è sempre qualcosa
a cogliere i sentimenti,
ascolta in silenzio
la voce del cuore,
la tua voce
l’altrui voce.
Nel viaggio delle emozioni
Nell’ultimo cassetto
di quel vecchio comò
rovisto la mia vita:
quella foto ingiallita,
quella cartolina ammuffita,
quel biglietto di teatro;
quel disco in vinile,
quel soldo bucato,
quel pennino spuntato;
quella medaglia ossidata;
quella lettera mai inviata,
quel libro di canzoni,
creano tuttora il batticuore
nel viaggio fantastico
delle mie emozioni.
L’albero, un soffio di vita
Se tu potessi
veder l’albero
così,
come esser vivo!
Sapessi vederlo
nella sua respirazione
attraverso le foglie
nel pulsar
della sua linfa,
che circola come
il sangue del corpo
nel suo crescer
nel suo morir,
nutriresti appieno
il senso di rispetto
dovutogli,
con un soffio di vita.
La grande mutazione
Particelle d’energia
sul filo
della comunicazione
globale
abbattono le barriere
del tempo
e dello spazio
in cui tutto cambia.
Modificano
la percezione sensoriale
il modo di pensare
e d’agire
ogni atto
vien messo in discussione
i rapporti mutano
mutano gli uomini.
Ritratto in bianco e nero
Rimango
sempre affascinato
dal ritratto
in bianco e nero,
un mezzo espressivo
povero
non celebrativo,
ma bello;
approssimativo,
sfuocato,
che sembra
esser scattato
in clandestinità,
seppur
con pose prolungate.
Simili a noi, più simpatici?
Si sa che l’uomo, dovendo effettuare una scelta nell’ambito delle amicizie,
sia portato verso chi abbia qualcosa in comune: abitudini, cittadinanza, razza,
sesso, gruppo, cultura, lavoro, sport e quant’altro.
Trovare negli altri qualcosa di sé, si definisce “effetto alone”, una sorta di
proiezione della propria personalità.
In sintesi, si attua una specie condizionamento più o meno conscio; poi, c’è chi
lega maggiormente con l’esatto contrario di se stesso…
L’ultima foglia smarrita
L’ultima foglia
dall’albero
grida smarrita
il suo pianto
tra le nebbie
d’autunno.
Una folata
di vento
la strappa ai rami.
S’adagia tristemente
alla terra
pensando d’essere
inutile
alla pagina della vita
perché non sa.
Ancora canto alla luna
Luna,
dopo migliaia d’orazioni
di tanti poeti
ed artisti,
anch’io ti canto.
Solo tu,
indossi il manto di stelle
che irradia di luce
la romantica
notte dei tempi.
Dipingi l’aria
di gentili bagliori
e trasformi
in un battito d’ali
il broncio del dì.
Scolpita nei cieli,
come opera d’arte
dalle incantevoli
sfumature,
trasmetti emozioni.
Appari umana,
unica e discreta testimone
d’intense passioni,
emani ogni giorno
la tua positività.
Una nuvola rosa
Vorresti volare,
l’immensa distanza
tra sogno e realtà
ti proietta
nel fantastico mondo
del dormiveglia.
Non t’allarmare
d’una nuvola rosa
con le ali.
Il sogno
è un tentativo
d’appagare
un tuo desiderio,
è un’ombra infinita
che si dissolve nel vero.
Dolce malinconia
E’ notte,
a quest’ora
puoi farmi
compagnia,
ci sei
e ci sarai,
ora,
in futuro,
o mai;
possiedi
un fascino
tutto
sentimentale,
un soffio d’anima
che ingentilisce
il cuore,
dolce malinconia:
sei poesia.
Donna, Angelo in cammino
Ogni giorno una strada
che non conosco
ancora,
mi guardo intorno
ed esploro
le linee del futuro,
con ogni passo
incido
la forma del cammino,
seguo salite e curve,
decido direzioni,
calpesto
asfalto crudo,
incontro sassi
e cado;
ma lancio avanti
i sogni
e quando sono
sola,
qualunque sia
la strada,
apro le mie ali
e prendo il volo.
Mi respiro dell’alba solare
Accompagno il brusio
del vento;
accarezzo l’onde
del mare;
m’inebrio dell’essenza
dei fiori;
m’incanto al volteggiar
degli uccelli;
m’esalto d’un rosso
tramonto;
mi respiro dell’alba
solare;
m’inzuppo nella rugiada
del mattino;
m’emoziono allorché
madre natura
continui imperitura
il suo canto.
Questa lode a Te
Anche
se il percorso
è triste
e doloroso,
so
che abbandoni
dietro di Te
ogni dubbio
ogni paura,
so
che mostri
il vessillo
glorioso
del Tuo operare,
so
che nulla chiedi
se non il rispetto
d’essere
uomo,
so
che quasi
alla fine
del mondo
giungesti Tu,
so
che tra
la natura dei poveri
indossasti
il cilicio,
so
che è bello
porgere
questa lode a Te,
Papa Francesco.
Unico approdo
L’acqua
che accarezza la pelle
sei tu,
il sole
che illumina l’amore
sei tu,
non importa
il dove il come
il se,
ho bisogno
d’incontrati
nel mio cuore,
unico
e sublime approdo
del mio andare.
Prendimi per mano!
Quell’amorevole tremore
Quello sguardo dolce
quel sorriso accattivante
quell’amorevole tremore
quella sensazione piacevole
che passa
dall’uno all’altra,
quella comunicazione silenziosa;
quel dire senza dire
quel chiedere senza chiedere
quelle parole senza parole
quell’intesa che riscalda
e rassicura i cuori,
quel fluido impalpabile
non è solo amicizia.
Simpatica ironia
L’ironia
è la simpatica
alleata
della libertà,
è la voce
che non tace
i suoi valori,
è l’abbraccio
dello sguardo;
è l’udito
che sente
anche se
non trova ascolto,
è la parola fiorita
del sorriso,
è la gradevole
maschera
della verità.
Le tre domande
Ebbene sì:
“Da dove veniamo,
chi siamo,
dove andiamo?”
Con queste tre domande
inizia il nostro percorso
di vita,
alla ricerca del Verbo.
Nel lungo tragitto
troveremo dossi e buche,
cadremo e ci rialzeremo
misurando i passi.
Affronteremo le insidie
della quotidianità,
responsabili nel procedere
con flessibilità.
Identità,
radici in cammino,
obiettivo,
sono un tutt’uno: siamo noi!
Mille emozioni
E’ notte,
quando sei solo
con te stesso
e devi governare
mille emozioni,
non sai mai
quale sia
la più importante
da gestire
per non soffrire,
in questo mondo
di dolore.
Allora, finalmente
metti le ali
ai sogni,
ascolti la voce
del silenzio
e i battiti del cuore,
sperando che il domani
sia un giorno
da ricordare,
sia un giorno migliore.